Giornali vari, 26 novembre 2012
Anno IX – Quattrocentocinquantaduesima settimana Dal 19 al 26 novembre 2012Primarie I simpatizzanti del centro-sinistra dovranno tornare alle urne, domenica prossima, per scegliere tra Bersani e Renzi
Anno IX – Quattrocentocinquantaduesima settimana
Dal 19 al 26 novembre 2012
Primarie I simpatizzanti del centro-sinistra dovranno tornare alle urne, domenica prossima, per scegliere tra Bersani e Renzi. Il primo turno delle primarie, domenica scorsa, ha dato infatti il seguente risultato (scriviamo con i seggi scrutinati per metà): Bersani 44,3%, Renzi 36,2, Vendola 15,2, Puppato 2,9, Tabacci 1,1. Nessuno avendo superato il 50% dei consensi, ci vuole il secondo turno.
Dati Si trattava, come il lettore sa, di scegliere il candidato premier del centro-sinistra alle prossime elezioni politiche. L’affluenza, giudicata straordinaria da protagonisti e commentatori, è in realtà inferiore a quella delle prove passate, tre milioni e 600 mila votanti contri i 4 milioni, per esempio, del tempo di Prodi. La Camusso ha tirato un colpo a Renzi facendosi intervistare, proprio domenica, dalla Annunziata in tv e dichiarando che avrebbe votato per Bersani. «Le idee sul lavoro che ha Renzi sono molto lontane dalle nostre. Se vince è un problema». Un sondaggio del professor D’Alimonte mostra però che se il centro-sinistra si presentasse alle elezioni avendo Renzi come candidato premier prenderebbe il 44% dei voti. Con Bersani, solo il 35. In ogni caso: sforzo organizzativo imponente, 9.239 seggi (135 all’estero, in 19 paesi), 7.949 comuni coinvolti, centomila volontari all’opera. Costo di un milione e mezzo, ampiamente coperto dal contributo di due euro che si pretendeva (però non sempre) dai votanti. I soldi in più serviranno a finanziare le prossime campagne elettorali.
Berlusconi È sempre meno probabile, invece, che si tengano le primarie del Popolo della Libertà. Berlusconi è intenzionato a ripresentarsi con una lista “Forza Italia” comprendente imprenditori, giovani eccetera, insomma le famose facce nuove. La gara tra i sei aspiranti premier per ora decisi a confrontarsi risulterebbe a questo punto penosa. Alfano pare sul punto di dimettersi, il partito è in sfacelo.
Sequestro Berlusconi è tra l’altro precipitato in un’altra storia torbida. Un mese fa il suo ragioniere, Giuseppe Spinelli, è stato sequestrato in casa sua per una notte intera da malviventi che pretendevano un riscatto e offrivano in cambio documenti a loro dire essenziali per il caso relativo al lodo Mondadori (quello per cui Berlusconi è stato condannato a versare 560 milioni a Carlo De Benedetti). Spinelli è l’uomo che tiene la cassa del Cav, il pubblico s’è reso conto della sua esistenza al tempo delle cosiddette “olgettine”, le ragazze delle serate ad Arcore, era lui che girava loro, su istruzioni di Berlusconi, buste da duemila, tremila, diecimila euro. Saputo del sequestro, infatti, una di loro – la Barbara Guerra – ha esclamato: «Povero Spinellino mio!». Spinelli ebbe anche la freddezza, quando la Procura tentò di perquisirgli l’ufficio, di mandare indietro gli agenti, dichiarando che quelle stanze erano territorio della presidenza del Consiglio. La sequenza del sequestro è questa: la sera del 15 ottobre scorso, un lunedì (giorno di pagamenti, Spinelli fa sempre tardi), il ragioniere del Cav rientra nella sua casa di Bresso intorno alle 22.30, sale all’ottavo piano, la moglie gli apre la porta e in quel momento due incappucciati gli saltano addosso, lo spingono dentro e, brandendo le pistole, costringono i coniugi sul divano. I banditi pretendono che Spinelli chiami Berlusconi e si faccia consegnare 35 milioni in cambio di rivelazioni-chiave sul lodo Mondadori. Siccome a quell’ora Berlusconi è irraggiungibile, il ragioniere ottiene che lo si chiami la mattina dopo. Intanto marito e moglie, composti sul divano (lui sanguinante) dicono il rosario, i banditi si ammorbidiscono e quando i due vanno a letto gli rimboccano le coperte, alle due arriva anche il loro capo, un Francesco Leone da Bari, ben noto alla polizia. Finalmente, la mattina dopo, Berlusconi è avvertito, manda una macchina per mettere al sicuro gli Spinelli, alle 9.30 è informato anche l’avvocato Ghedini, il quale però decide di aspettare il pomeriggio del giorno dopo per denunciare il misfatto. Come mai? E non sarà che i banditi hanno offerto al Cav non materiale relativo al lodo, ma roba compromettente che lo riguarda? I sei malviventi coinvolti nell’operazione (tre italiani, tre albanesi) sono tutti in carcere, i punti oscuri della vicenda restano parecchi.
Redditest Lanciando il Redditest, un software col quale possiamo confrontare i nostri redditi reali con quello che paghiamo al fisco e scoprire così se siamo o no a rischio controlli, l’Agenzia delle Entrate ha fatto sapere che un milione di famiglie dichiara redditi pressoché nulli, «molte vicini allo zero», ma poi ha spese rilevanti e ricorrenti.
Menati «Semo venuti già menati» (striscione esibito alle manifestazioni studentesche di sabato a Roma, avvenute senza incidenti).
Israele L’ennesima battaglia di Gaza s’è conclusa dopo otto giorni grazie alla mediazione di Hillary Clinton e del presidente egiziano Morsi. L’accordo prevede che Israele cessi gli attacchi e che Hamas la smetta di bombardare le città ebree con i razzi che gli passa Teheran. Ci si impegna vagamente a riaprire i valichi tra la Striscia e l’Egitto, che sono però anche quelli da cui passano le armi. Il bilancio della guerra è di 153 morti (sei israeliani) compresi 36 bambini, quasi mille feriti, 1.400 razzi tirati su Israele, 1.500 bombe scaricate su Gaza. Tutti dicono di aver vinto, ma il vero vincitore è il presidente egiziano Morsi: forte di una rinnovata solidarietà internazionale, dovuta proprio alla mediazione, ha incassato i quasi cinque miliardi di dollari promessi dal Fondo Monetario e ha subito avocato a sé anche il potere giudiziario, depotenziando la magistratura tutta nominata dal vecchio regime. Le immediate manifestazioni che sono state organizzate nella piazza Tahrir, represse senza esitazioni dalla polizia, non hanno per ora avuto effetto alcuno.
Europa L’Europa va avanti con piani settennali e quello fissato per il periodo 2007-2013 sta scadendo. Si tratta di decidere quanti soldi mettere nella cassa comune, quanto far pagare a ciascuno, come finanziare chi e perché. La discussione è appena cominciata e s’è subito interrotta: l’idea europea di affrontare il 2014-2020 con munizioni per mille miliardi di euro è stata subito bocciata dagli inglesi, che puntano a stanziamenti di poco superiori ai 900 miliardi. Cameron, che ha problemi in casa dove è piuttosto forte un partito indipendentista e cento parlamentari conservatori minacciano un referendum anti-Europa, ha abbandonato il vertice indetto a Bruxelles a metà della settimana scorsa, e gli altri europei hanno preferito a quel punto rinviare tutto a febbraio. Le tabelle fornite per l’occasione ai cronisti mostrano che l’Italia versa circa 12 miliardi l’anno e ne riceve in cambio appena 9. Non è l’unico paese a rimetterci: prendono meno di quello che versano anche Regno Unito, Germania, Olanda, Finlandia, Svezia, Francia. Prendono più di quanto dànno: Spagna, Portogallo, Grecia, Polonia e la maggior parte dei paesi dell’Est.
Moody’s Moody’s ha declassato la Francia: da AAA a AA1. Le riforme annunciate dal presidente Hollande non sono ritenute sufficienti a ritrovare la competitività perduta.
Spread L’alto livello dello spread è costato in quest’ultimo anno a famiglie e imprese quattro miliardi e mezzo (dati Crif).