Lorenzo Salvia, Corriere della Sera 2/3/2013, 2 marzo 2013
LEGALI, CONSULENTI E SCRITTORI: LA «EX ONOREVOLI SPA»
E adesso? Gabriella Carlucci è in partenza per gli Stati Uniti dove «City of Miami mi ha commissionato una mostra su Caravaggio». Guido Crosetto ha ripreso a fumare ed ha respinto un’offerta del presidente del Piemonte: «Chiedeva una mano, da tecnico, per chiudere il bilancio. Mi ha fatto piacere ma non è il caso». Giuliano Cazzola si propone invece come ghost writer: «Scrivo benino. E lo farei pure gratis, tanto con la pensione, fin quando i grillini non me la tolgono, posso stare tranquillo».
La domanda può sembrare oziosa nel giorno in cui l’Istat certifica l’ennesimo record della disoccupazione italiana. Ma cosa fanno i deputati e i senatori che non sono stati rieletti? Con rispetto parlando, insomma, come organizza le sue giornate un trombato? I professionisti hanno gioco facile. Maurizio Paniz torna a «guardare le partite della Juve in santa pace» e fare l’avvocato a tempo pieno. Non male visto che quando lavorava a mezzo servizio con la politica, sponda Pdl, era l’ottavo parlamentare più ricco d’Italia. Gianluca Galletti (Udc) risponde dal suo studio di commercialista: «Da una parte mi dispiace perché la politica è una passione che dà dipendenza. Ma, visto il momento, c’è anche un certo sollievo». Finora nessuno ha pensato di seguire il modello Genova. No, per una volta Beppe Grillo non c’entra niente. Racconta il Secolo XIX che due ex assessori comunali e un ex consigliere regionale hanno aperto una società di consulenza per l’edilizia, mettendo a frutto la loro esperienza da amministratori. Scelta legittima, ci mancherebbe. Ma anche opportuna o a rischio interferenze?
«Io non lo farei» dice Mario Baldassarri, uno dei finiani rimasti fuori dal Parlamento. «Faccio l’economista, ma mi sono imposto di non avere rapporti con le amministrazioni pubbliche». Distingue i casi Paola Concia, anche lei bocciata ma in quota Pd, che adesso cercherà lavoro come manager sportiva: «Come sempre in Italia non conta il cosa ma il come. Se la consulenza è trasparente nulla di male. Se invece è un trucco per sfruttare le vecchie conoscenze allora no». Il problema è noto al punto da avere un nome: revolving doors, porte girevoli, cioè il passaggio continuo da una parte all’altra di chi prima fa il politico e poi il consulente o meglio il lobbysta. Il governo Monti aveva pure studiato dei paletti, con uno stop di due anni per gli ex politici o funzionari pubblici che vogliono fare lobbying. Un progetto rimasto nel cassetto anche perché dove è stato realizzato, come in Francia, non convince del tutto e non è facile da applicare.
Per i trombati d’Italia, dunque, resta la possibilità di guardarsi intorno a 360 gradi. «Fra pochi giorni compio 65 anni, vado in pensione» dice prudente Emma Bonino, il cui nome torna a girare per il Quirinale. Osvaldo Napoli (Pdl) di anni ne ha 69: «Guardi io sono sindaco, ho due incarichi all’associazione dei Comuni. Un altro lavoro non mi serve proprio e poi...» E poi? «Sono uomo di territorio, con il cognome Napoli sono riuscito a fare politica per anni a nord di Torino. Insomma, metti che si torna al voto presto e ci sono le preferenze mi devono candidare per forza».