Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  marzo 01 Venerdì calendario

GIAPPONE - COSÌ ALLE LOLITE POP TUTTO È PERMESSO TRANNE INNAMORARSI


TOKIO. Minami Minegishi, 20 anni, una delle 88 ragazze del celebre gruppo vocale giapponese AKB48, ha violato la prima clausola del loro contratto di lavoro: si è innamorata. Ed è stata licenziata in tronco. A nulla le è valso tagliarsi quasi a zero i lunghi capelli e chiedere perdono in lacrime in una clip televisiva vista in poche ore da oltre sei milioni di fans.
Indossando una semplice tunica bianca, il collo scoperto (per i giapponesi è la parte più erotica del corpo femminile), come offerto al boia sul patibolo, ha parlato più di cinque minuti con voce rotta da singulti, ammettendo di aver sbagliato e chiedendo perdono all’organizzazione, alle compagne, ai fans, al Giappone intero. Alle espressioni di pentimento alternava profondi e prolungati inchini che mettevano in risalto il rozzo taglio di capelli: sembrava fatto in casa, in un incontrollato moto di rabbia. A causa della telecamera fissa su di lei in primissimo piano, ad ogni inchino la sua testa scompariva dallo schermo, come se il boia l’avesse effettivamente decapitata con un colpo secco della sua scure. Con sollievo la si vedeva quasi miracolosamente riapparire ancora in vita, le lacrime cadenti copiose dagli occhi grandi da eroina di manga. «Vorrei poter restare nel gruppo, ma mi rendo conto che il mio gesto e il mio pianto non sono sufficienti per ottenere il perdono», ha balbettato tra i singhiozzi. Forse potrà essere riammessa nel gruppo, ma degradata al ruolo di apprendista. Una punizione ancora più umiliante del licenziamento. Tutta colpa di un paparazzo che l’ha beccata mentre usciva in piena notte dall’abitazione del popolarissimo showman 19nne Alan Shirahama. Impossibile negare la loro love story. La copertura mediatica è stata parossistica. Prime pagine, titoli a caratteri cubitali, talkshow, interviste ai passanti, sproloqui editoriali. Da questo tsunami mediatico emerge una trasgressiva e romantica eroina che per amore si è giocata una posizione professionale che è il sogno di ogni ragazza giapponese: far parte della più grande e più famosa pop band femminile del mondo.
Fondato nel 2005 da Yasushi Akimoto (celebre scrittore di versi per canzoni e professore universitario) e lanciato con lo slogan Idoli che puoi incontrare, il gruppo ha avuto un successo dilagante. Sono tutte ragazze dai 14 ai 20 anni (o poco più) che si esibiscono in canzoncine di genere bubblegum pop, ma anche electropop, J-pop, o teen-pop, e balletti la cui unica virtù coreografica è un’accurata sincronizzazione, spesso indossando la divisa delle liceali che lascia scoperte gran parte delle gambe, alternandola a ridotti costumi da bagno. È tutta una capillare organizzazione che serve da esca per maschi malati di lolitismo cronico, epidemico in Giappone, e modello di comportamento per ragazze che imitano il finto candore delle AKB48 per accalappiare un marito.
La sbandierata innocenza del gruppo è stata macchiata in questi giorni da una foto di Tomomi Kasai, una delle più famose AKB48. La foto la ritrae a seno nudo, il che già sarebbe abbastanza per suscitare un enorme scandalo e per il suo immediato allontanamento dal gruppo; ma quel che è peggio è che il suo (bel) seno è parzialmente coperto dalle manine di un bambino di sei o sette anni, biondo (quindi molto probabilmente straniero, il che peggiora la faccenda) che l’abbraccia da dietro. L’immagine, in verità niente affatto morbosa – la si direbbe, casomai, divertente – è uscita sul settimanale Shukan Bunshun della grande casa editrice Kodansha, ma la rivista è stata immediatamente ritirata prima che venisse distribuita alle edicole. Troppo tardi. La foto era ormai (e ancora è) su internet. E diversi settimanali a grande diffusione non se la sono fatta sfuggire, pur consci del rischio di pagarla cara. Infatti la polizia ha aperto un’inchiesta per un supposto reato di pedopornografia contro chiunque abbia diffuso la foto. Se l’ipotesi di reato sarà confermato, il caso finirà davanti ad una corte e se il giudice vi ravvisa un «incitamento alla lussuria» per mezzo di materiale pedopornografico, o addirittura un reato di prostituzione infantile, potrebbe sentenziare condanne fino a 5 anni di carcere.
Il nome del gruppo viene dal quartiere di Akihabara, Akiba per i giovani, nel centro di Tokyo, culla dell’universo geek, dominato da manga, anime (cartoni animati) e video game; e la cifra 48 era il numero delle ragazze quando fu fondato del gruppo. Che ha un teatro nel quartiere dove si esibisce ogni sera davanti ad un quotidiano Tutto esaurito. I biglietti sono estratti a sorte tra tutti i prenotati per evitare risse davanti ai botteghini. Gli impegni per dischi, video, concerti, pubblicità, tournée (con esibizioni a New York, Parigi, Londra, Mosca, Seoul) sono così pressanti che si è reso necessario quasi raddoppiare il numero delle ragazze. Ora sono 88 in Giappone, divise in diverse squadre in dura competizione tra loro (si dice che la «dritta» al fotografo che ha colto Minami gli sia stata data da una «collega» di una squadra concorrente). Gruppi gemelli sono organizzati dall’instancabile Akimoto anche in altre nazioni del sud-est asiatico: la JKT48 a Jakarta, la TPE48 a Taipei, la SNH48 a Shanghai.
«Sono le anti Lady Gagà, le anti Madonna», giudica Takuro Morinaga, economista dell’università Dokkyo. «Sono graziose, ma certamente non si possono definire belle. I fans potrebbero trovarsene una come compagna di banco in classe. Ed è proprio questo che le rende così attraenti ai loro occhi»,
La ragione del medioevale divieto di amore – che da un punto di vista strettamente legale dovrebbe essere considerato fuori legge e incostituzionale – sta nella strategia psicologica dell’abile Akimoto che vuole che ogni fan abbia la sensazione di essere lui il boyfriend o lei l’amica del cuore della sua beniamina. ««Se gli idoli hanno storie d’amore, i fans si sentono traditi, non possono più fare fantasie di possesso su di loro» teorizza il fondatore. «Sono libere di essere amate, corteggiate, coperte di regali, ma non devono corrispondere» precisa. Questa difesa ad oltranza del pudore delle vestali pop appare alquanto stridente se si vedono i loro maliziosi video, dove ogni occasione è buona per inquadrature che mostrano la biancheria intima, o due ragazze insieme nella vasca da bagno, o due che si baciano sulla bocca per dividersi un cioccolatino stretto tra i denti (ci sono state accuse di incitamento al lesbismo). Anche le parole delle canzoni scritte da Akimoto sono un’enciclopedia di luoghi comuni con palesi riferimenti sessuali. Un piccolo esempio dalla canzone 3 secondi, fino a ieri cavallo di battaglia di Minami Minegishi: «Ti ho visto per tre secondi e ho perso la ragione. Il tuo amore è il mio piacere». Forse una scheggia di involontaria autobiografia. Galeotta fu la canzone?
Un’idea di quanta ricchezza possono generare la da una notizia appena diffusa: il loro ultimo single, Manatsu No Sounds Good, ha venduto 1,17 milioni di copie solo nel primo giorno. Molti fan acquistano più copie perché ognuna dà diritto ad un voto nelle elezioni della più amata del gruppo. Le votazioni avvengono ogni anno a giugno, nel corso di uno spettacolo di tre ore alla Nippon Budokan arena di Tokyo che è trasmesso integralmente in diretta dalla Fuji TV con uno share siderale. L’ultima vincitrice, Atsuko Maeda, ha lasciato il gruppo perché non sopportava più la pressione della delirante popolarità che l’ha travolta dopo la sua elezione.
Il giro d’affari del gruppo è colossale: hanno venduto circa 12 milioni di single nel 2012. Tra dischi, video, concerti, pubblicità, tournée incassano non meno di 200 milioni di dollari all’anno solo in Giappone. Una cifra che relativizza i 10 milioni da loro offerti ai superstiti della tragedia di Fukushima.
«Ma forse c’è qualcuno che potrebbe minare la dispotica organizzazione di Akimoto. È una donna: Hifumi Okunuki, cattedra di diritto costituzionale e del lavoro alla Daito Bunka University e nota sindacalista femminista. Organizzerà un sindacato delle AKB48 e le guiderà nella lotta per la conquista del diritto all’amore. Se non si ama a quell’età, quando?
Silvio Piersanti