Angelo Mincuzzi, il Sole 24 Ore 28/2/2013, 28 febbraio 2013
IL CAVALIERE TORNA IN TRIBUNALE: PER LUI 10 UDIENZE IN 23 GIORNI
Archiviate le elezioni, per Silvio Berlusconi torna l’incubo dei processi. Domani, salvo ripensamenti dell’ultim’ora, il leader del Pdl sarà al palazzo di giustizia di Milano per rendere dichiarazioni spontanee nel processo di appello sui diritti Mediaset. In primo grado Berlusconi è stato condannato a quattro anni di reclusione (tre dei quali però coperti da indulto) per frode fiscale. Dopo di lui pronuncerà la sua requisitoria il procuratore generale Laura Bertolè Viale, che dovrebbe chiedere la conferma delle condanne inflitte lo scorso ottobre all’ex premier e agli altri imputati. La sentenza è attesa per il 23 marzo.
Il processo Mediaset non è l’unico a riprendere dopo i rinvii per legittimo impedimento e le sospensioni per motivi elettorali concessi dai giudici milanesi prima delle elezioni. Lunedì 4 marzo, con la deposizione del pm minorile Annamaria Fiorillo, si ritornerà nell’aula del dibattimento sul caso Ruby, costato all’ex capo del Governo le accuse di concussione e di prostituzione minorile. Secondo il programma, già modificato su istanza della difesa, la requisitoria del procuratore aggiunto Ilda Boccassini e del pm Antonio Sangermano, che era attesa per gennaio, dovrebbe tenersi l’8 marzo e il 18 dovrebbe arrivare la sentenza di primo grado.
Il primo verdetto su Berlusconi dovrebbe però arrivare il 7 marzo nel processo che riguarda l’intercettazione Fassino-Consorte (quella resa famosa dalla frase «Abbiamo una banca?») avvenuta in piena scalata Bnl da parte di Unipol e pubblicata dal Giornale della famiglia Berlusconi quando era ancora coperta dal segreto istruttorio. Per l’ex presidente del Consiglio è stato chiesto un anno di carcere per concorso in rivelazione di segreto d’ufficio, mentre per il fratello Paolo sono stati chiesti tre anni e tre mesi di reclusione anche per l’accusa di ricettazione.
Il calendario che vede Berlusconi impegnato a Milano nelle vesti di imputato è da guinness dei primati: 10 udienze in 23 giorni, cioè una ogni due giorni.
I legali dell’ex premier, Niccolò Ghedini e Piero Longo, hanno però diverse armi a disposizione, tra cavilli legali e impegni politici, per impedire lo svolgimento delle udienze e allungare i tempi delle sentenze. Potrebbero, per esempio, sollevare nuovi impedimenti in vista della formazione del prossimo governo. Ma a complicare le cose potrebbero essere le date scelte dai giudici d’appello del processo Mediaset: dopo l’udienza di domani, infatti, si torna in aula il 2, il 9, il 16 e il 23 marzo. Tutte udienze di sabato per evitare la concomitanza con impegni politici. Con la sentenza, inoltre, potrebbero essere riconfermati per Berlusconi anche l’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni e l’interdizione dagli uffici direttivi delle imprese per 3 anni: provvedimenti che diventeranno esecutivi solo quando si esprimerà la Cassazione.