Ettore Bianchi, Italia Oggi 1/3/2013, 1 marzo 2013
UN’AUTOSTRADA ELETTRICA DI ALSTOM IN GERMANIA
Alstom vuole realizzare una sorta di autostrada elettrica in Germania. L’obiettivo del colosso energetico francese è unire un campo eolico offshore, in programma nel Mare del Nord, al bacino industriale della Bassa Sassonia. È la conseguenza del piano tedesco che prevede la chiusura delle centrali nucleari entro il 2022.
Il gruppo transalpino ha annunciato un contratto da oltre un miliardo di euro per il collegamento lungo 162 chilometri.
La struttura nel Mare del Nord sarà formata da cinque parchi da circa 200 pale eoliche, in grado di produrre una potenza complessiva di 900 megawatt. I lavori dovranno terminare fra quattro anni. Alstom realizzerà e fornirà le stazioni per la conversione terrestre e marittima, così come i sistemi di cavi, e assicurerà il collegamento effettivo alla rete. Come spiegano dal quartier generale della società, si tratta del più grande ordine mai conquistato da Alstom Grid, il ramo che si occupa di rete energetiche.
Circa metà della linea (83 chilometri) sarà sottomarina a corrente continua, seguita da un’altra linea ad alta tensione terrestre che arriverà alla città di Doerpen, vicino al confine tra Germania e Olanda. Questa tecnologia complessa di linee ad alta tensione (320 mila volt) è necessaria a causa della distanza di alcuni parchi eolici offshore. Una competenza che possiedono in pochi: oltre ad Alstom, soltanto la svizzera Abb e la tedesca Siemens. Un mercato che, secondo i vertici del gruppo francese, fino al 2020 potrebbe valere, a livello mondiale, intorno a 50 miliardi di euro.
In Germania lo sviluppo delle reti in grado di unire il nord e l’est del paese, dove si produce energia solare ed eolica, con la parte meridionale e occidentale dove si trovano le grandi aziende consumatrici di energia, è essenziale per la buona riuscita della transizione a nuove fonti energetiche dopo quella atomica. Nel prossimo decennio dovranno essere investiti più di 30 miliardi di euro per consolidare la rete nazionale. I piani prevedono 4 mila chilometri di linee da ottimizzare e 1.700 chilometri di autostrade elettriche da costruire. Sostituire le centrali nucleari richiede un impegno notevole e non è cosa che possa essere improvvisata. Ma la strada, dopo l’incidente atomico di Fukushima in Giappone, è ormai tracciata e molte nazioni hanno preferito rinunciare alla produzione di energia potenzialmente pericolosa.