Sergio Luciano, Italia Oggi 1/3/2013, 1 marzo 2013
STAVOLTA AI FRANCESI NON BASTERÀ IL GESSO PER CONQUISTARE ALITALIA
«Onde che a Carlo re di Francia fu licito pigliare la Italia col gesso. E chi diceva come e’ n’erano cagione e peccati nostri, diceva il vero»: nel capitolo 12° del Principe, Niccolò Machiavelli, senza saperlo, scriveva profeticamente dell’Alitalia. O meglio: denunciando la gravità dei «peccati nostri» che i politici italiani della sua epoca avevano commesso al punto da permette al re francese una conquista di vasti territori nella penisola senza neanche combattere, scolpiva un esempio che oggi funge da perfetta metaforza della situazione della nostra compagnia di bandiera. Esposta al rischio concreto di finire per pochi soldi in pasto ad Air France-Klm - proprio ciò che uno schieramento politico trasversale, da Berlusconi a Passera, scongiurò quattro anni fa - per le divisioni della compagine azionaria italiana e l’inconsistenza di una parte di essa.
Il punto di fondo è che Air France, col 25% del capitale di Alitalia e una sua capitalizzazione di Borsa di 2,4 miliardi di euro, è sicuramente il «socio forte» della compagnia italiana, tanto da avere oggi (e fino al prossimo ottobre) una speciale prelazione su qualsiasi altra partnership che si proponga per il futuro dell’azienda: s’era parlato - e, pare, anche discusso - con Ethiad, la compagnia aerea degli emirati, e con Aeroflot, ma senza esito alcuno, anche per i veti preliminari dei francesi.
I quali però, a loro volta afflitti da perdite massicce nel 2012, hanno tenuto a escludere un loro intervento in forze nel capitale della compagnia, limitandosi a sottoscrivere la quota di competenza del prestito da 95 milioni di euro che permetterà alla compagnia di tirare avanti per sei o sette mesi... Ovvio: contano sul fatto che nessun altro socio, tra gli italiani - né Banca Intesa, né Colaninno né Riva o altri - possa e voglia salire di quota, rimettendo mano alla tasca e che quindi siano tutti, prima o poi, destinati a presentarsi a Parigi col cappello in mano. Invece non è detto: Alitalia potrebbe ancora riservare belle sorprese ai suoi soci italiani e all’Italia, che continua ad aver bisogno di una compagnia aerea efficiente. È fondamentale, però, che il presidente Colaninno e i due vice Catania e Mancuso sappiano trovare un nuovo capo azienda che sia veramente bravo, migliori al massimo la gestione ordinaria e che intanto, anche con l’aiuto dei consulenti giusti, scelgano una partnership alternativa ad Air France: un’alternativa seria che o permetta ad Alitalia di restare autonoma, e meglio ancora se sotto il controllo nazionale, o quantomeno induca i francesi - se davvero tengono a gestire loro la compagnia italiana - a comprarsela: ma con gli euro e non col gesso.