Patrizia Francia e Ada Grilli, l’Espresso 1/3/2013, 1 marzo 2013
C’è un mistero nel sole La sua attività rallenta. E si vedono più aurore boreali. Con conseguenze sul clima terrestre
C’è un mistero nel sole
La sua attività rallenta. E si vedono più aurore boreali. Con conseguenze sul clima terrestre. Ecco cosa succede sulla nostra stella–
Brillamenti, buchi sulla corona e molte più Aurore Boreali. Questo ci si aspetta per il 2013 dalla nostra stella. Insieme a un rallentamento della sua attività: a oggi le osservazioni indicano infatti che il massimo del ciclo solare sarà meno intenso di quanto previsto, e il meno importante negli ultimi 100 anni. E gli astronomi sono in fibrillazione perché questo potrebbe indicare che ci stiamo avviando verso la fine del corrente Grand Maximum di attività solare e verso un nuovo minimo, con importanti ricadute anche sull’ambiente terrestre.
Ma per apprezzare dovutamente il fatto serve sapere che il Sole ha una sua vita e una sua evoluzione, pure nel breve periodo, e cambia letteralmente faccia. Dunque non è affatto un sistema quieto ma è un gas in ebollizione formato da particelle cariche, in rotazione ed immerso in un campo magnetico. Tutte queste circostanze concorrono a renderne ciclica l’attività, con un periodo di 11 anni circa, e non sono senza conseguenze per la vita terrestre.
A studiare i complessi rapporti tra il nostro ambiente e le perturbazioni solari è una nuova scienza, la meteorologia spaziale, che non solo registra e tiene sotto controllo tutti i fenomeni esplosivi dell’attività solare, ma anche ne descrive e quantifica gli effetti sullo spazio circumterrestre. Ad esempio, riesce a sapere in tempo reale se, quando e come si verificherà un’aurora boreale, uno degli effetti di quell’attività. La meteorologia spaziale si pone domande come: che sta accadendo sul sole oggi, quante macchie solari e da che parte sono comparse, quanto sono estese e cosa ne sta fuoriuscendo, ci sono esplulsioni di massa dalla corona in corso e dunque sarà pericoloso volare? E ci rivela se le condizioni sul Sole, nel vento solare (il flusso di particelle cariche che si espande dalla corona) e nel sistema magnetosfera-ionosfera-atmosfera influenzeranno il funzionamento dei satelliti, degli impianti tecnologici; e se avranno effetti dannosi sulla salute umana. Perché le esplosioni solari proiettano nello spazio enormi quantità di energia elettromagnetica (raggi X e gamma) e di particelle cariche (principalmente elettroni e protoni) di bassa e alta energia.
Non si tratta, però, quasi mai di eventi drammatici. In realtà la Terra è da sempre esposta al flusso di particelle cariche di bassa energia, ma il campo magnetico terrestre la protegge confinandola in una specie di bolla allungata in direzione antisolare, la magnetosfera. Che, nei fatti, fa da schermo al nostro pianeta quasi totalmente, ad eccezione di una fascia intorno ai poli, a latitudini intorno ai 60°. È qui che le particelle cariche possono penetrare lungo le linee di forza del campo dipolare fino all’alta atmosfera e, collidendo con gli atomi che la costituiscono, dare origine alle aurore, boreale e australe, collisioni di particelle cariche che possono ionizzare gli atomi neutri dell’atmosfera, oppure portarli ad uno stato più energetico. Il fenomeno è estremamente complesso e sono molte le ricerche che hanno cercato di comprendere le ragioni di quelle forme, di quei colori, di quella dinamicità, di quell’intensità, di quel pulsare che hanno affascinato uomini per secoli.
Da un lato, dunque, ci sono gli studi specifici sulla meccanica del fenomeno delle aurore polari, dall’altro gli scienziati tengono gli occhi puntati su come esse e il ciclo del Sole possano influenzare la vita dell’atmosfera. A partire dalle necessità dei piloti di aerei, o degli astronauti, degli addetti al controllo delle reti elettriche. E cominciando dal clima.
Gli scienziati puntano infatti a chiarire le relazioni di possibile causa-effetto tra le variazioni solari, la radiazione elettromagnetica, l’arrivo delle particelle cariche da una parte, e le modifiche degli strati dell’atmosfera con le conseguenze sul clima del pianeta, dall’altra. E la Nasa ha già pubblicato il report del National Research Council (NRC), "Gli Effetti della Variabilità Solare sul Clima della Terra" che presenta alcuni dei sorprendenti modi attraverso cui l’attività solare può influenzare il clima del nostro pianeta. Tra questi, proprio l’impatto della precipitazione di particelle energetiche solari sulla stratosfera, le modifiche della sua composizione chimica e gli effetti conseguenti. Un tema di ricerca estremamente attuale che coinvolge ricercatori europei ed italiani coinvolti nel progetto cooperativo Eu Cost Action ES1005 Tosca (Towards a more complete assessment of the impact of solar variability on the Earth’s climate) che coinvolge fisici, climatologi e astronomi di 18 paesi, tutti impegnati a dire l’ultima parola nel dibattutissimo tema di quanto le perturbazioni solari influenzino l’ambiente terrestre. Il progetto, iniziato nel giugno del 2011, durerà quattro anni. Se ne riparlerà a Vienna nei giorni tra il 7 e il 12 aprile 2013 in una sessione della prossima Assemblea dell’European Geophysical Union.