Gianluca Di Feo, l’Espresso 1/3/2013, 1 marzo 2013
E lo scandalo elicotteri VOLA IN ONTARIO. Si indaga su cinque milioni pagati dall’Agusta dopo un contratto
E lo scandalo elicotteri VOLA IN ONTARIO. Si indaga su cinque milioni pagati dall’Agusta dopo un contratto. Mentre in Italia si passano al setaccio tutte le consulenze sospette – Un effetto domino minaccia il futuro dell’Agusta. L’arresto di Giuseppe Orsi potrebbe essere solo l’inizio di una catena di scandali internazionali. Le parole del giudice sulle «tangenti come filosofia aziendale» hanno fatto il giro del mondo e stanno rianimando inchieste che sembravano insabbiate. A partire dal Canada. Lì nell’Ontario è stata scoperta una storiaccia di ambulanze volanti, consulenze milionarie e lussi a go-go che ricalca i peggiori intrallazzi di casa nostra. I fatti sono semplici. La società Ornge, che gestisce il soccorso aereo per conto del governo regionale dell’Ontario, nel 2008 ha comprato 12 eli-ambulanze Agusta Aw139: velivoli ottimi, con dotazioni d’avanguardia, pagati 144 milioni di dollari canadesi (circa 105 milioni di euro). La Ornge è una società privata, finanziata però ogni anno con 150 milioni di dollari di denaro pubblico: è stata potenziata dopo l’epidemia di Sars che lì provocò 44 vittime per garantire assistenza rapida nella sterminata regione dei Grandi Laghi. Un’espansione affidata a Chris Mazza, top manager rampante e «visionario», con i capelli scolpiti nel gel come uno yuppie anni Ottanta e la passione per la bella vita. La sua compagna, un’ex istruttrice di sci d’acqua vagamente somigliante a Jodie Foster, è stata nominata vicepresidente della holding. E molte delle sue spese personali sono finite a carico dei contribuenti: dalle lezioni di discesa libera alle vacanze a Rio, dagli iPhone alle bottiglie di vodka. Solo nelle trasferte italiane il conto era saldato dall’Agusta: cene da 1.200 euro, bottiglie di vino da 250 euro, gite in barca e serate alla Scala, sempre in compagnia di Giuseppe Orsi. Poca cosa però rispetto a quello che è spuntato dopo. All’inizio del 2012 gli articoli del "Toronto Star" hanno messo in luce una serie di anomalie nei conti della società e costretto gli amministratori alle dimissioni. Si è scoperto infatti che, dopo la firma del contratto per gli elicotteri, l’Agusta aveva affidato una consulenza a una società legata a Mazza, alla sua compagna e alla figlia di un altro dirigente: ben 6,7 milioni di dollari canadesi (poco meno di 5 milioni di euro), di cui 4,6 versati subito. In Ontario sono state aperte due inchieste: una parlamentare e un’altra della polizia per "irregolarità finanziarie". È emerso che in cambio della consulenza milionaria i beneficiati avevano fatto poco o nulla: le ricerche di mercato eseguite per l’Agusta si erano limitate a qualche interrogazione su Google «contenuta in un paio di fascicoletti». Niente insomma che giustificasse quella cascata di quattrini. L’opposizione ha cavalcato la vicenda, nel tentativo di mettere alle strette il governo liberale, parlando esplicitamente di «tangenti». Ma l’azienda aeronautica italiana ha negato che ci sia stato qualunque illecito. E la maggioranza ha fatto quadrato intorno ai ministri che avevano protetto la carriera di Mazza. Mentre l’indagine della polizia resta top secret, le audizioni della commissione parlamentare hanno avuto grande eco sui media. Con una serie crescente di rivelazioni. Uno dei responsabili tecnici della compagnia canadese, Rick Potter, ha ricostruito come fosse riuscito a negoziare uno sconto di 10 milioni dall’Agusta, respingendo la richiesta di ulteriori soldi per alcune migliorie introdotte sui 12 elicotteri. Ma di fronte al suo entusiasmo per i risparmi, Chris Mazza lo accolse con freddezza e impose comunque di versare altri 7,4 milioni agli italiani. Poco tempo dopo questo pagamento extra, è stato firmato l’accordo di consulenza finito sotto inchiesta. La deposizione di Potter ha qualche elemento di interesse anche per gli inquirenti italiani. Il tecnico ha descritto la sua telefonata con Louis Bartolotta, il numero due dell’Agusta negli Usa che ha siglato la consulenza milionaria: «Gli ho chiesto: "Che diamine sta succedendo?". E lui mi ha risposto: "Facciamo sempre così". Io gli ho domandato: "Il tuo amministratore delegato e il tuo direttore finanziario sono informati?". E lui ha replicato: "Sì"». Questo è il tema centrale anche nelle indagini del pm di Busto Arsizio Eugenio Fusco. I carabinieri del Noe, durante le perquisizioni condotte per conto della procura di Napoli e di quella lombarda, hanno individuato numerosi contratti di consulenza quantomeno anomali. E ora vogliono capire se queste operazioni siano servite per alimentare pagamenti illeciti. Anche per questo hanno interrogato in gran segreto Alessandro Pansa, il neo amministratore di Finmeccanica che per oltre dieci anni ha diretto le attività finanziarie del gruppo. Pansa è stato sentito per parecchie ore come testimone in una deposizione cominciata in tarda serata e proseguita fino a notte. Si è parlato soprattutto della vicenda indiana e delle procedure che hanno portato alla nomina di Orsi nel 2010. Negli ordini di cattura si ipotizza che parte della provvista creata per la gara degli elicotteri indiani sia stata dirottata sulla Lega Nord, principale sponsor di Orsi. Negli altri verbali sono stati anche evocati fondi versati da Agusta a favore di Comunione e liberazione, sottolineando gli stretti rapporti tra il manager degli elicotteri e Roberto Formigoni. A ben vedere, la storiaccia dell’Ontario ricorda da vicino un’istruttoria lombarda. Indagando su Formigoni, i pm milanesi nel 2005 si erano imbattuti in parecchi pagamenti transitati sui conti dell’imprenditore Marco Giulio Mazarino De Petro, all’epoca intimo del leader ciellino. E ne avevano individuato uno di 50 mila euro effettuato dall’Agusta: soldi versati subito dopo l’acquisto di un’eliambulanza da parte di Avionord, società a capitale misto pubblico-privato che gestiva il soccorso per conto della Regione, proprio come fa l’Ornge in Ontario. Esattamente come in Canada, il denaro era stato bonificato come compenso per una consulenza affidata a De Petro: una ricerca di mercato sulle prospettive internazionali delle ambulanze volanti. Il procedimento è stato poi trasferito alla procura di Busto Arsizio, dove ha sede il colosso degli elicotteri, che ha ridotto il reato a false fatturazioni nei confronti di Orsi. Ma il giudice ha ritenuto che - nonostante De Petro non avesse documentato in alcun modo le sue ricerche di mercato - non ci fossero prove per ritenere fittizia la consulenza e dopo una breve udienza nell’ottobre 2011 ha assolto Orsi, diventato nel frattempo numero uno di tutta Finmeccanica. I parallelismi tra Ontario e Lombardia non finiscono qui. Le audizioni della commissione d’inchiesta canadese sono andate a esplorare anche le relazioni milanesi del governo di Toronto e il viaggio del ministro locale Sandra Pupatello, accolta al Pirellone da Formigoni per studiare la costruzione di una fabbrica Agusta nella regione dei Grandi Laghi. Frequentazioni così strette che il Celeste sfruttò persino un viaggio in India per incontrare il premier dell’Ontario, Dalton Mcguitny. Storie parallele, chissà se mai diventeranno convergenti.