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 2013  febbraio 23 Sabato calendario

IL SENSO DELLE DONNE PER LA FINANZA

Le donne spiega lo studio riservato di una grande società finanziaria e d’assicurazione americana, la Prudential capiscono poco di complessi investimenti. Stentano ad afferrare il crescente livello di sofisticazione dei nuovi strumenti». La Barclays Bank inglese, quella che è stata pizzicata con le mani appiccicose nel barattolo dei tassi d’interesse, nota «le donne sono più facilmente stressate dalle difficoltà dei mercati» e quindi tendono a «perdere il controllo della situazione». Basta fare un piccolo salto indietro nel tempo, non più di una generazione, per ritrovare esattamente queste affermazioni a proposito di donne al volante, il ben noto “pericolo costante”. E se le signore di oggi potessero conoscere il vero pensiero dei maschi scoprirebbero che sotto la vernice della correttezza e del quieto vivere molti di loro pensano ancora esattamente la stessa cosa.
Il mondo della finanza e degli investimenti è rimasto forse il solo, e ultimo, bastione, nel quale apertamente si possa dire che le donne siano indietro. Derivati, hedge fund, etf, spyder, put e cali, margini e futures, sarebbero misteri per le donne di oggi come per le nostre nonne e bisnonne erano lo spinterogeno, il differenziale, il doppio carburatore e il rapporto di compressione. Se ormai tutti, o quasi, siamo stati costretti a capire che cosa demonio sia lo “spread” (la differenza fra gli interessi sui buoni del tesoro che i vari governi devono pagare per riuscire a venderli), che cosa significhi andare “corti” o “lunghi” su un titolo di Borsa è conoscenza ancora di pochi. Ma come in tutta quella cartaccia sussiegosa che passa per raffinata expertise economica, sovente scritta in caratteri microscopici per rendercene impossibile la lettura, e si è tradotta in catastrofi epocali quando non in truffe miliardarie, se si approfondisce un poco lo studio di queste ricerche e si prova a leggerle alla rovescia, ci si rende conto che la verità delle “donne al volante degli investimenti” è molto diversa.
Quello che i venditori di pacchi e paccotti finanziari lamentano è il fatto che le donne sono molto più difficili da convincere e che la loro allergia a prodotti come derivati, hedge fund eccetera è sana, intelligente diffidenza per tutto quello che è troppo bello per essere vero, e dunque probabilmente non è vero. Le donne che hanno risparmi, piccoli o grandi, da investire, spiegano, hanno l’irritante difetto di voler capire e di studiare. Consumano ore in Internet, dove abbondano analisi oggettive di titoli, obbligazioni, fondi. Tormentano brockers, agenti, venditori, consulenti facendosi ripetere le spiegazioni che non capiscono, senza fingere conoscenze che non hanno e che i maschi fingono di avere per fare i furbi. Poi spesso scavalcano le banche e le finanziarie investendo individualmente. Ci sono più “day trader” femmine, clienti che trattano titoli direttamente via rete anche giorno per giorno, che maschi. E mentre appena il 40 per cento dei maschi sono soddisfatti del rendimento dei propri risparmi affidati a un esperto, il 70 per cento delle donne che hanno agito da sole rispondono di avere avuto risultati positivi dalle proprie scelte.
Naturalmente non esiste una formula infallibile per guadagnare in Borsa, per ottenere mutui e crediti alle condizoni migliori o per mettere i "pochi e maledetti" almeno al riparo da terremoti e frane. Se ci fossero, come già diceva John Fitzgerald Kennedy, tutti quelli che cercano di vendere prodotti finanziari agli altri li utilizzerebbero per diventare miliardari e
smettere di lavorare. Un po’ come quelli che vendono i numeri del lotto, se davvero sapessero prevedere i vincenti li giocherebbero per conto loro, guardandosi bene dal confidarli a noi.
Sembra però emergere, in un mondo bancario che ci fa sentire come il Pinocchio invitato dal Gatto e dalla Volpe a sotterrare i suoi zecchini d’oro, un “modo femminile” di muoversi per amministrare i propri soldi o quelli di famiglia, anche oltre i conti della spesa e le bollette.
È soltanto una coincidenza, forse, ma in Europa l’unico capo di governo che stia investendo bene i soldi del proprio Paese è una donna. Quella un po’ robusta e corta di gamba, la ricordate?