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 2013  febbraio 28 Giovedì calendario

CONSULENZA PER I «VOLTAGABBANA». UNO STUDIO LEGALE SI OFFRE A NEOELETTI

«Assistiamo voltagabbana, le interessa?» Tutto avrebbe potuto immaginare Ilaria Capua, la ricercatrice forse più nota d’Italia, tranne di ricevere il giorno dopo l’elezione alla Camera nella lista Monti una lettera di questo tenore. Segno che, a dispetto dello tsunami grillino, c’è chi pensa che alla fin fine tutto potrebbe continuare come prima.
Certo, l’email è scritta in modo più asettico e burocratico di come l’abbiamo brutalmente sintetizzata. Il senso, però, è quello. Il mittente è uno studio multi-legale milanese con sedi sparse a Nizza a Madrid, Roma e Torino, Genova e Alessandria e così via. Si chiama studio «Aaron & Milton» e a vedere il sito internet tratta di tutto: dal diritto civile a quello matrimoniale, dal tributario all’amministrativo e poi compravendite, mutui costituzione di società, successioni, testamenti consulenze fiscali e chi più ne ha ne metta.
Chi sia Ilaria Capua è noto. Romana, da anni direttrice e anima del dipartimento di Scienze biomediche dell’Istituto Zooprofilattico sperimentale delle Venezie dopo lunghe esperienze all’estero, è famosa per avere scoperto per prima la sequenza genetica del primo ceppo africano dell’influenza aviaria e per averlo messo a disposizione di tutti i ricercatori del mondo su un database «open access», rinunciando alle ricche lusinghe delle multinazionali farmaceutiche ma guadagnandosi in compenso grandi spazi e grandi elogi su riviste quali Science e Nature o quotidiani quali il Wall street journal e il New York Times. Fino ad avere qualche settimana fa onore d’essere inserita dall’Economist nell’inserto speciale «The World in 2013» fra le persone più influenti del 2013 insieme con personaggi quali il presidente della Repubblica popolare cinese Xi Jinping, il creatore di Twitter Jack Dorsey, il presidente della repubblica birmana…
«Questa o quella per me pari sono» canta il duca di Mantova nel Rigoletto. E così, alla «Aaron & Milton» non si sono manco chiesti se la lettera potesse essere considerata offensiva dalla destinataria. In fondo, la storia dei salti della quaglia del Parlamento italiano è lunga. E va da Gabriele D’Annunzio, che tre anni dopo l’elezione con la destra si spostò all’estrema sinistra, fino ad Antonio Razzi o Domenico Scilipoti, gli «onorevoli» protagonisti dei salti della quaglia più celebri della scorsa legislatura. O Valerio Carrara, il dipietrista anti-berlusconiano che nel 2001 traslocò tra i berlusconiani prima ancora della prima seduta al Senato. O Clemente Mastella, che nel ’98 per sostenere il governo D’Alema abbandonò il centrodestra nel quale sarebbe rientrato successivamente in cambio di un seggio europeo. O ancora quel deputato anonimo che fu intercettato a sua insaputa dal collega Francesco Barbato alla fine del 2010 e consegnò alla storia (minore) del Parlamento questo dialogo: «Ormai è tutto... Tutto una tariffa, qua. È solo tariffa» «La tariffa tua quant’è?» «Al vostro buon cuore». «No, no, la tariffa la devi fare tu». «Al vostro buon cuore…».
Insomma, si sono chiesti i legali dello studio «Aaron & Milton», con questi precedenti (nella sola legislatura 1996-2001 cambiarono casacca 158 deputati e senatori) perché mai non offrire insieme con gli altri anche questo servizio? Ed ecco la lettera: «Nel complimentarci per la Sua elezione, siamo ad offrire la nostra consulenza giuridica. Come saprà il Regolamento della Camera dei Deputati Le consente tanto di prendere parte al costituendo Gruppo di Sua elezione, quanto di formare una componente autonoma nell’ambito del Gruppo Misto con un’autonoma dotazione di mezzi, uffici e personale».
«Qualora infatti Lei, anche unitamente ad altri colleghi, ritenesse più opportuno (per questioni di appartenenza politica, storica, indipendenza, riconoscibilità o per richiamare valori non confondibili nell’ambito di un gruppo troppo ampio) collocarsi al di fuori del Gruppo di Sua elezione, con il nostro supporto giuridico, lo potrà validamente fare sin dal primo giorno di lavori parlamentari (ai sensi dell’art. 14 comma 5 del Regolamento della Camera dei deputati)». Seguono le credenziali: «Il nostro studio ha già assistito in precedenza numerosi parlamentari in procedure similari». Come dire: siamo già pratici di banderuole. «In caso di un Suo interesse siamo a disposizione offrendo delucidazioni senza impegno e nella massima riservatezza. L’occasione è gradita per porgere distinti saluti, Aaron & Milton – Milano». Segue il telefono per agevolare l’onorevole nel caso avesse la fregola di fare il salto della quaglia subitissimamente.
«Non abbiamo dietro nessuno. Non facciamo politica», assicura Alfio Mambretti della «Aaron & Milton». E spiega che, così come «il nome dello studio è di fantasia, scelto da una società di consulenza», loro offrono «servizi». E «questo è un servizio». Già svolto «in passato per molti parlamentari, sia nazionali che regionali». Del resto, rivela, non hanno mandato quella lettera solo alla Capua ma a moltissimi deputati. Quanti? «Non lo so, se ne è occupato il commerciale».
Giusto. C’è o non c’è l’opportunità di farci un buon affare? Ai lettori che, leggendo in fretta, non se ne fossero accorti raccomandiamo di rileggere il passaggio in cui, tentando di adescare la deputata, alla quale va il merito di avere subito resa pubblica la lettera ricevuta, le viene segnalata la possibilità «di formare una componente autonoma nell’ambito del Gruppo Misto con un’autonoma dotazione di mezzi, uffici e personale». Come dire: perché rinunciare a tutti questi bei privilegi in più? Tanto, pagano gli italiani…
G. A. S.