Angela Frenda, Corriere della Sera 28/02/2013, 28 febbraio 2013
ECCO I NUOVI ONOREVOLI: PIU’ LAUREATI, IMPRENDITORI ED (EX) DISOCCUPATI — È
la domanda che tutti, più o meno, si stanno ponendo in queste ore: come cambierà il nuovo Parlamento?
I nuovi eletti hanno firmato ieri, ma l’incognita principale, è chiaro, è rappresentata dall’ondata di grillini che approderà alla Camera e al Senato. Si tratta di 109 eletti a Montecitorio: l’età media è di 33 anni, i più vecchi ne hanno 39, i più giovani, e sono in 5, ne hanno 25, e più di un terzo è donna. E 54 al Senato, di cui il 44% è donna, età media 46 anni e un massimo di 59 anni. Anche scorrendo le professioni ci si accorge che non si è più davanti ai soliti noti. Non ci sono politici di professione, ma questo si sa, è la forza del movimento. Tra Camera e Senato prevalgono gli impiegati e i liberi professionisti, ma ci sono anche disoccupati, o meglio ex disoccupati. Tanti, poi, gli ingegneri e gli informatici.
Un quadro che coincide con quanto anticipato da uno studio del Centro italiano studi elettorali, diretto da Giuseppe D’Alimonte e pubblicato dal sito Lavoce.info qualche giorno fa. Un’analisi anche delle strategie di selezione politica. Se dunque nel vecchio Parlamento il 65 per cento dei deputati possedeva una laurea, adesso i laureati saranno compresi tra un 65 e un 72 per cento. Ma, analizzando più nel dettaglio i dati degli eletti alla Camera, sorpresa, le liste con il minor numero di laureati risultano essere quelle del Pd (67%) e della Lega (40%). Centrosinistra al 70%, centrodestra al 65%. Il picco però è toccato dall’Udc, con il 95% di laureati, seguito da Scelta Civica con Monti (78%). Terzo posto per i grillini, sempre con un 78%. Tra l’altro, secondo un’indagine della Coldiretti, con un’età media di 48 anni i nuovi parlamentari italiani sono i più giovani eletti nelle assemblee di Francia, Germania, Spagna e Gran Bretagna e Usa.
Per quanto riguarda invece la professione dei nuovi eletti, rimangono le differenze tradizionali della selezione politica dei partiti della Seconda Repubblica. In media, sempre a Montecitorio, nel centrodestra risultano esserci più imprenditori (14%), avvocati e magistrati (14%). Alto anche il numero dei dirigenti pubblici e privati (10%). Nel centrosinistra spiccano gli impiegati 32%, i politici di professione (10%) e i sindacalisti (3%). Il Movimento 5 stelle, in questo senso, porta una chiave diversa di lettura. Il 15 per cento degli eletti è al di fuori della forza lavoro: pensionati, studenti, casalinghe... Uno spicchio di società finora mai così rappresentato. Queste stesse categorie nel centrodestra sono il 7,5%, mentre nel centrosinistra il 6,6%.
Nel M5s alto anche il numero di impiegati, il 35%, seguito a ruota dal Pd (33,2%). Ma tra i grillini si vedono anche tanti liberi professionisti (23,8%), a fronte di quelli di Scelta civica (12%). Il record di medici spetta invece al centrosinistra, (10,3%), superato solo dai montiani (15%). E anche i professori, categoria un tempo ben rappresentata dal centrosinistra, questa volta sembra invece aver preso strade diverse. Se ne trovano il 3,4% nel centrosinistra, l’8,3% in Scelta civica e il 7,1% nel Movimento 5 stelle. Infine, un elemento: nel M5s zero politici, che nel centrosinistra sono il 9,5% e nel centrodestra il 5%.
Angela Frenda