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 2013  febbraio 28 Giovedì calendario

TESTO DI RIFERIMENTO PER I GRILLINI

Padre putativo e ideologico di Occupy Wall Street e degli indignados spagnoli – e, più in generale, di quelli dell’intero Villaggio globale; e, ancora, «partigiano della memoria» o grande vecchio della sinistra antiliberista. Dopo il boom planetario di Indignatevi! , intorno a Stéphane Hessel si scatenano, pure dalle nostre parti, gli «scontri di civiltà» e imperversano le guerre culturali. Il pamphlet di questo intellettuale ed ex diplomatico così figlio del Secolo breve, infatti, incontra un enorme interesse anche nella nostra Italia che, invece, novecentesca lo è sempre meno, polarizzando gli entusiasti e gli avversari; e, al tempo stesso, lancia «una certa idea di engagement » (fondata sull’appello alla resistenza etica e morale) che, specialmente qui da noi, va oltre i confini della sinistra tradizionale, intercettando le sue metamorfosi nella direzione del giustizialismo piuttosto che in quella della protesta senza se e senza ma contro la casta partitocratica.

E così il manifesto bestseller dell’indignazione diventa anche un livre de chevet per tanti militanti ed elettori del Movimento Cinque Stelle, mentre Il Foglio di Giuliano Ferrara lo ascrive alla categoria dello «snobismo rancoroso», accusandolo di non indignarsi, invece, per il terrorismo di Hamas. Dalle colonne del Corriere della Sera Pierluigi Battista si disse indignato dal successo di Indignatevi! («In poche pagine un concentrato di banalità assolute e senza scampo», così cominciava la sua stroncatura del volumetto hesseliano), considerato per di più «tautologico» nell’Italia dell’indignazione continua dallo scrittore e sceneggiatore Francesco Piccolo.

Il partito pro-Hessel ha potuto contare sul fuoco di copertura del Fatto quotidiano , su simpatie diffuse nella sinistra radicale e, soprattutto, sui grandi numeri della tiratura del suo j’accuse , senza riscuotere davvero l’apprezzamento dell’intellighenzia progressista riformista. E dire che, a dispetto delle polemiche e dei vocativi un po’ sparati dei titoli dei suoi altri libretti (come Impegnatevi! da Salani o Vivete! per Castelvecchi), il «gran borghese» (e decorato con la Legion d’onore) Hessel era, in cuor suo, un rispettabilissimo socialdemocratico. Certo, ça va sans dire , alquanto indignato...