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 2013  febbraio 28 Giovedì calendario

COME SI DICE IN LATINO FULMINE A CIEL SERENO?

«Salsi colui che ‘nnanellata pria»... I versi danteschi a proposito di Pia dei Tolomei appaiono affiancati, nei rimari, a «né ci addemmo di lei, sì parlò pria», a «pontano igualmente; e però pria», a «che n’avea fatto iborni a scender pria»... E naturalmente a «State contenti, umana gente, al quia».
Così, spontaneamente, si intrufolano nell’alta trattatistica sulla «volgar lingua» di Pietro Bembo, tornata alla moda in seguito alla sua magnifica mostra padovana. Già. Non soltanto ogni congiuntivo o imperativo presente sembra oggidì soppiantato da un imperfetto illogico: andasse, mangiasse, dormisse, invece di vada o mangi o dorma. E dunque, «sentisse un po’» invece di «senta un po’». Anche ingiustificati abusi del futuro, su pessimi esempi francesi (ad esempio: «il Bembo morirà nel 1547») invece di un normale passato remoto. Ma forse qualche reminiscenza di latinucci scolastici tuttora giace nel nostro inconscio.
E riporta le considerazioni del Bembo alla nostra attualità, alla nostra identità nazionale (addirittura).
Già. La costruzione articolata del fraseggio, nell’italiano contemporaneo, viene soprattutto rispettata, istintivamente, ove si rifà a un «latinorum» appreso da bravi insegnanti in buone scuole. Ovviamente di élite, come ai tempi del Bembo, e delle sue Prose della volgar lingua, non ancora insidiate da un inglese soprattutto tecnologico (e non più letterario, poetico).
Ohimè, che tasto. Mezzo millennio fa, si trattava di «inventare il Rinascimento», scrivendo e parlando una favella naturale e domestica ispirata e autorizzata da un Trecento illustre: Dante, Petrarca, Boccaccio. Tutti fiorentini o comunque toscani, accanto a una prosa e poesia latina, in un bilinguismo disinvolto. Come quando gli avi latini leggevano e parlavano il greco. Dunque, nelle classi più agiate, licenze e consensi per eziandio, oggimai, rande, cape, guari, acciò. O salsi, appunto: e addemmo, iborni, eccetera.
E nel Rigoletto, vari secoli dopo: «Pur mai non séntesi, felice appieno».
Al contrario delle continue riduzioni dei lessici nell’amalgama delle masse. Ma lo si ripeteva già nell’Ottocento: il padrone comanda perché possiede più vocaboli, beato lui.

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Prossimi, probabili, titoli.
«Le mie prime trasgressioni». «Altre globalizzazioni ». «Salse multietniche». «Che è successo?». «Un pool alternativo». «Mamma era siciliana». «Il nostro presidente». «Enigmi a Voghera». «La punta dell’iceberg». «Un colpo gobbo». «Sono sereno». «Dark in consolle». «Neo-grunge in tacchi a spillo». «Un noir premeditato». «La Maria Nacchera». «I “distinguo” carsici». «La Maria Squacquera». «Non ho capito». «Multietnici caratteristici». «Famme capì». «Rificolone apuane». «Mareggiate psichedeliche». «Un commissario a Voghera». «La Cencia da Bucoritto». «Microcosmi e metafore». «Tutto a posto». «Indignazioni e insofferenze». «A suo agio». «Occupy vaffanculo». «Palla al piede». «Che succede?». «La fabbrica affascinata ». «Sapori e saperi». «Dove la fate, voi?». «Post-minimalismi italiani». «Un percorso generazionale». «Un passo retrospettivo ». «A gamba tesa». «I settori dello sviluppo ». «I fattori della crescita». «Il calvario del weekend». «Metafore e metamorfosi».

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Complessi e complessini.
«I Confesso». «I Bufera». «I Periferia». «I Territorio». «I Nautica». «I Complicità». «I Prestigiosi». «I Pole Position». «I Via Crucis». «I Falso Allarme». «I Mezze Calze». «I Sentenza Eseguita». «I Botta & Risposta». «I Che Festa Di Colori». «I Dissacranti», «I Devastanti », «Gli Irriverenti». «Gli Insofferenti». «Gli Inadempienti». «Gli Insubordinati». «Gli Indisciplinati». «Gli Sfacciati». «Gli Sfigati ». «I Celesti». «I Fragranza». «I Magmatici». «I Claustrofobici». «I Presenze Inquietanti ». «Gli Sdoganati». «I Diversamente». «I Think Tank». «I Choosy»...

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«Siamo collegati con TUTTO IL MONDO. Ed ecco a Voi L’ITALIA COME, COME, CO-ME... EEE’... TALE... E... EH... QUALEEE!...»

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Ma come si dirà, in latino, «fulmine a ciel
sereno»?