www.cinquantamila.it/fiordafiore 28/2/2013, 28 febbraio 2013
L’ultima udienza di Benedetto XVI • Napolitano in Germania non incontra chi offende l’Italia • Le idee di D’Alema per il prossimo governo • I mercati non sono davvero spaventati dalla situazione politica italiana • Chi sono i nuovi eletti • Le liquidazioni dei non eletti • In America tagli alle spese da mille miliardi di dollari • Liti tra archistar Benedetto XVI Ieri alle 10
L’ultima udienza di Benedetto XVI • Napolitano in Germania non incontra chi offende l’Italia • Le idee di D’Alema per il prossimo governo • I mercati non sono davvero spaventati dalla situazione politica italiana • Chi sono i nuovi eletti • Le liquidazioni dei non eletti • In America tagli alle spese da mille miliardi di dollari • Liti tra archistar Benedetto XVI Ieri alle 10.37 in piazza San Pietro, davanti a centocinquantamila persone, Benedetto XVI ha tenuto l’ultima delle sue udienze (348 in tutto): «Il “sempre” è anche un “per sempre”, non c’è più un ritornare nel privato. La mia decisione di rinunciare all’esercizio attivo del ministero, non revoca questo. Non ritorno alla vita privata, a una vita di viaggi, incontri, ricevimenti, conferenze eccetera. Non abbandono la croce, ma resto in modo nuovo presso il Signore Crocifisso. Non porto più la potestà dell’officio per il governo della Chiesa, ma nel servizio della preghiera resto, per così dire, nel recinto di san Pietro». Prima e dopo «Ci ha fatto sempre impressione il fatto che il Papa avesse avuto una vita (una lunga vita) prima; un’infanzia, un’adolescenza, una giovinezza. Le foto di Wojtyla attore sembravano epiche e stridenti. Ma adesso stiamo per assistere a quello che non avevamo mai visto: la vita del Papa dopo essere stato Papa. Il ritorno alla normalità - anche se questa normalità ci assicurano che non sarà visibile. Ma in ogni caso noi ormai sappiamo che da stasera nel mondo si aggirerà un essere umano che è stato Papa, e non lo è più» (Francesco Piccolo, CdS). Germania Napolitano in Germania non ha voluto incontrare Peer Steinbrück, candidato cancelliere della Spd, che commentando il voto italiano aveva detto: «Sono inorridito, in Italia hanno vinto due clown. Uno è il comico di professione Beppe Grillo, l’altro è uno che agisce sotto l’impulso del testosterone». Il Presidente ha spiegato: «Noi rispettiamo profondamente la Germania, per i suoi successi, per aver saputo risorgere dalle rovine e costruire una nuova Europa insieme all’Italia. La rispettiamo, ma naturalmente esigiamo rispetto». A Napolitano era piaciuto il commento di Wolfgang Schäuble, ministro delle Finanze tedesco («L’Italia è una democrazia, sceglierà secondo le regole della democrazia come Paese indipendente») che però, dopo poco, ha voluto dire la sua in altro modo: «Il risultato elettorale italiano ha disseminato i mercati di dubbi sulla formazione di un governo stabile. Quando nascono questi dubbi c’è pericolo di contagio. Lo abbiamo visto un anno fa, quando le elezioni in Grecia hanno determinato insicurezza politica. Altri paesi sono stati infettati». [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno] D’Alema D’Alema, intervistato da Maria Teresa Meli sul CdS, propone di superare così il momento politico: «Il primo problema è il funzionamento delle istituzioni e ritengo che le forze politiche maggiori debbano essere tutte coinvolte. E che quindi al centrodestra e al Movimento 5 Stelle vadano le presidenze delle due assemblee parlamentari, ovviamente sulla base della proposta di personalità che siano adeguate a ruoli istituzionali di garanzia». Poi: «Il Parlamento deve consentire che il governo possa funzionare ricevendo il voto di fiducia». Quindi: «Dobbiamo fare una legislatura costituente. Dobbiamo dimezzare il numero dei parlamentari, ridurre quello degli eletti, riformare radicalmente la struttura amministrativa del Paese, mettere mano ai costi della politica, combattere la corruzione, varare una seria legge sul conflitto di interessi. Poi io sono anche dell’opinione che occorra una nuova legge elettorale». Chi dovrebbe guidare questo governo? «Lo guiderà il partito che ha la maggioranza relativa al Senato e quella assoluta alla Camera. E che ha espresso come candidato premier Bersani». Mercati Ian Bremmer, capo di Eurasia, agenzia americana specializzata in analisi dei rischi internazionali, non prevede attacchi speculativi di particolare virulenza nei confronti dell’Italia per la situazione politica: «Una situazione complicata caotica. Ma proprio perché tornare a votare subito sarebbe fare un altro favore a Grillo, credo che le forze politiche strutturate si daranno da fare e che a Roma avremo relativamente presto un governo. Debole, di minoranza, ma pur sempre un governo. E questo basterà ai mercati. Nessuno si aspettava dall’Italia altre riforme radicali. La pulizia in casa è già stata fatta. Man mano che i giorni più tesi della campagna elettorale e delle discussioni post-voto si allontaneranno, i mercati si ricorderanno in modo sempre più chiaro che l’Italia, sul piano economico, non è la Grecia né la Spagna: ha una struttura produttiva molto più solida» (Gaggi, CdS). Eletti Identikit dei nuovi eletti: tra i 109 della Camera l’età media è di 33 anni, i più vecchi ne hanno 39, i più giovani 25, e più di un terzo è donna; tra i 54 nuovi al Senato, il 44% è donna, età media 46 anni. I laureati sono tra il 65 e il 72%. Secondo un’indagine della Coldiretti, con un’età media di 48 anni, i nuovi parlamentari italiani sono più giovani degli eletti di Francia, Germania, Spagna e Gran Bretagna e Usa. Analizzando nel dettaglio i dati degli eletti alla Camera, le liste con il minor numero di laureati risultano essere quelle del Pd (67%) e della Lega (40%). Il picco è toccato dall’Udc, con il 95% di laureati, seguito da Scelta Civica con Monti (78%). Terzo posto per i grillini, con 78%. In media, sempre a Montecitorio, nel centrodestra risultano esserci più imprenditori (14%), avvocati e magistrati (14%). Alto anche il numero dei dirigenti pubblici e privati (10%). Nel centrosinistra spiccano gli impiegati 32%, i politici di professione (10%) e i sindacalisti (3%). Il Movimento 5 Stelle, in questo senso, porta una chiave diversa di lettura. Il 15% degli eletti è al di fuori della forza lavoro: pensionati, studenti, casalinghe. Nel M5S alto anche il numero di impiegati (35%), seguito dal Pd (33,2%). Tra i grillini si vedono anche tanti liberi professionisti (23,8%), a fronte di quelli di Scelta civica (12%). Il record di medici spetta invece al centrosinistra, (10,3%), superato solo dai montiani (15%). I professori: se ne trovano il 3,4% nel centrosinistra, l’8,3% in Scelta civica e il 7,1% nel Movimento 5 Stelle (Frenda, CdS). Non eletti I non rieletti riceveranno una liquidazione che è pari all’80% dell’indennità lorda (10.435 euro alla Camera; 10.385,31 al Senato) moltiplicato per gli anni di mandato effettivi, o frazione superiore ai sei mesi, tutto esentasse. Quindi: a Paola Concia 41mila euro, a Gianfranco Fini 250mila euro, aFranco Marini 174mila euro, a Italo Bocchino 141mila euro, ad Antonio Di Pietro, Flavia Perina e Giulia Bongiorno 58mila euro, A Guido Crosetto 100mila euro. Indennità anche per chi ha rinunciato di sua volontà: 217mila euro a D’Alema, 157mila euro a Beppe Pisanu, 141mila euro per Dell’Utri e Claudio Scajola, 100mila euro per Rutelli eccetera. Sequestration Negli Stati Uniti alla mezzanotte di oggi scatterà la “sequestration”, cioè i tagli automatici di bilancio - 1.200 miliardi di dollari di spese in meno in dieci anni, 85 nel solo 2013 - che dovevano scattare il primo gennaio e poi rinviati, ma solo per due mesi, dal compromesso di Capodanno tra Barack Obama e il Congresso sull’aumento delle tasse. Il presidente accusa i repubblicani di aver rifiutato un compromesso che avrebbe evitato i tagli indiscriminati, la destra replica che è il presidente a lasciare che vengano attuati tagli indiscriminati. Architetti Polemica tra gli architetti di fama mondiale. Libeskind su “Architects’ Journal” ha criticato aspramente quei colleghi che si mettono al servizio di «regimi autoritari» (Rem Koolhaas che in Cina sta facendo la China Central Television, Herzog & de Meuron per lo Stadio nazionale, Massimiliano Fuksas per l’aeroporto di Shenzen, Vittorio Gregotti per la new town di Jiangwan eccetera). Risponde Gregotti: «Se c’è un esempio di rispecchiamento del potere è proprio quello di Libeskind. Tutti i suoi progetti sono espressioni al servizio del potere finanziario, esempi di adesione al potere, sono come architettura stalinista». Insiste Fuksas: «È molto meglio lavorare con l’emiro di Abu Dhabi e sperimentare un modello di città sostenibile, come fa Norman Foster, piuttosto che impegnarsi in Citylife, che è la peggiore speculazione immobiliare italiana da Craxi in poi, realizzata all’ex Fiera di Milano, come ha fatto Libeskind» (Panza, CdS).