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 2013  febbraio 27 Mercoledì calendario

I TROMBATI CHE NON RIVEDREMO PIÙ

[Da Marini a Bocchino, tutti quelli rimasti fuori dal Parlamento. Licenziati dai loro stessi elettori] –
Roma
Il terremoto sconquassa il palazzo fin dal vertice. Gianfranco Fini, il presidente, vola via, a casa. I visi più noti non si vedranno più tra le mura di Montecitorio se non come semplici ospiti, vedi Antonio Di Pietro , risucchiato da Antonio Ingroia nella sconfitta di Rivoluzione civile e scomparso con tutta l’Italia dei valori, un partito cancellato dalle urne del 24 febbraio. Nella voragine aperta da Beppe Grillo con il voto di queste ultime politiche cadono tanti parlamentari inamovibili della Camera e del Senato. Più che altro sono i Filistei, la truppa al seguito di leader affondati, perché qualche Sansone sopravvive, come Mario Monti, che nonostante la scarsa prestazione del suo partito resta a Palazzo Madama come senatore a vita. Ma il mezzo flop di Scelta civica catapulta tra i desaparecidos molti centristi. Come Roberto Rao , portavoce storico di Pier Ferdinando Casini. Il leader dell’Udc è stato salvato soltanto perché candidato in Senato. Non compare, invece, nelle liste degli eletti a palazzo Madama l’ex ministro della Giustizia
Giovanni Maria Flick , che si era candidato per il Centro democratico di Bruno Tabacci. Scompaiono tutti gli intrepidi futuristi che avevano seguito Fini nella pazza avventura di voltare le spalle a Berlusconi. Con queste elezioni perdono il seggio il fido Italo Bocchino , l’avvocatessa Giulia Buongiorno , Giuseppe Consolo ,ChiaraMoroni ei pasdaran Fabio Granata e Carmelo Briguglio . Fuori Flavia Perina , l’ex direttrice del Secolo d’Italia . Non ce la fa nemmeno Enzo Raisi , candidato a Bologna, dove Fli ha raggiunto un misero 0,2%. L’unico che si salva della frantumata pattuglia è Benedetto della Vedova . Torneranno tutti alla loro vita gli uomini che pensavano di fare la rivoluzione contro l’allora leader del Pdl.
Ma anche il Pd, il partito arrivato primo senza vincere, sconta il risultato sotto le aspettative in termini di uomini e donne persi sotto la ghigliottina di un voto sparpagliato. Non ce la fa Paola Concia , la deputata omosessuale già salvata dallo sbarramento delle primarie anche grazie a una petizione senza precedenti di colleghi e giornalisti. Perde in Abruzzo contro
Antonio Razzi del Pdl. Dall’Aquila arriva in Senato l’ex presidente della Provincia Stefania Pezzopane . Lascia per ora la politica Franco Marini , l’ex presidente del Senato,un altro addio celebre. È escluso dal Parlamento Giorgio Gori , già uomo ombra di Matteo Renzi durante la campagna elettorale per le primarie del Pd.
Lascia l’attività politica un ex Pdl passato con il deludente Monti e candidato al Senato, Giuliano Cazzola , che tornerà a fare il professore.
Ci sono poi gli esclusi due volte, quei deputati che erano già scomparsi nella scorsa legislatura a causa della clamorosa sconfitta della sinistra radicaleecologista, e che speravano in un ritorno glorioso sempre grazie ad Ingroia il distruttore.
Paolo Ferrero ( Rifondazione), Oliviero Diliberto ( Comunisti Italiani), Angelo Bonelli (Verdi) ci hanno provato ma non c’è statonulla da fare contro la dispersione di voti a favore del solito Grillo. Anche dall’area di centrodestra arriva qualche novità. Non accede alla politica nazionale Gianfranco Miccichè ,
leader di Grande Sud e già uomo forte del centrodestra in Sicilia. È polverizzato pure l’Mpa di Raffaele Lombardo , l’ex governatore.
Non si vedranno più nei palazzi in questa legislatura gli esponenti radicali. È fuori Emma Bonino con tutta la delegazione di Amnistia giustizia e libertà, compresa Rita Bernardini . Su Twitter gli espulsi vengono chiamati con nomi ben più irriverenti. E un tweet davvero poco istituzionale è partito ieri anche dal sito di palazzo Chigi: «Parlamento, ecco i trombati eccellenti», è stato scritto dalla pagina ufficiale, con una carrellata di foto degli eliminati in questione. Poco dopo il messaggio è stato cancellato con tanto di scuse dello staff del governo: «Un tweet partito erroneamente. Ci scusiamo con gli utenti». Tra i perdenti, sempre sul carro Monti, il ministro per gli Affari europei Enzo Moavero . Non si vedranno poi in Transatlantico altri politici notissimi che si erano autoesclusi dal voto: Massimo D’Alema , Walter Veltroni , Giovanna Melandri , Francesco Rutelli e l’ex sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano .


QUEI BIG ESCLUSI TRA BOCCIATURE E RIPESCAGGI [L’addio forzato al seggio, da Crosetto a Storace fino a Samorì] –
Chi per un punto solo, chi non ci ha mai sperato davvero, chi invece ci spera ancora, appeso al filo di una rinuncia o di un ripescaggio last minute . Decine di comizi, migliaia di strette di mano e centinaia di sigarette al giorno (con un controllino in ospedale per «overdose da nicotina») non sono serviti a Guido Crosetto .
Shrek , coordinatore di Fratelli d’Italia, non riesce a varcare la soglia di Palazzo Madama. E con lui si accomodano in panchina anche i due leader di Grande Sud e Mpa, Gianfranco Miccichè e Raffaele Lombardo , i due viceré che hanno consegnato la Sicilia a Silvio Berlusconi senza conquistarsi un seggio. Niente da fare nemmeno per Francesco Storace .
Una doppia delusione per Epurator , autore anche della rincorsa generosa ma perdente nelle Regionali del Lazio.
Saranno giorni bollenti, invece, con occhi alle agenzie e telefonini sempre a portata di mano per gli «esclusi» appesi ai big che dovranno scegliere tra diversi scranni. È il caso di Amedeo Laboccetta in Campania, Eugenia Roccella in Lazio 1, Giuseppe Pizza in Lazio 2, Bernabò Bocca in Friuli,Gilberto Pichetto Fratin in Piemonte 1.
Speranze pure per Domenico Scilipoti , l’ex dipietrista poi Responsabile, che «ringrazia gli elettori della Calabria» ma guarda con attenzione al Cavaliere: se opterà ancora una volta per il seggio in Molise al cultore dell’agopuntura si spalancherà il portone del Senato.
Masticano amaro gli esclusi sicuri. È il caso della pluri campionessa olimpica di fondo Manuela Di Centa , prima promossa, poi bocciata per un riparto dei seggi maligno nel suo Friuli. E di altri deputati in (vana) cerca di riconferma. Il premio di maggioranza al Pd, assegnato su base nazionale a Montecitorio, ha messo per il momento fuorigioco anche chi sembrava in posizione di garanzia. Come Maurizio Paniz e l’ex sottosegretario alla Giustizia Maria Elisabetta Alberti Casellati in Veneto, Mariella Bocciardo , Renato Farina e l’ex sottosegretario Stefano Saglia in Lombardia. Osvaldo Napoli e Margherita Boniver in Piemonte.
Niente da fare per Melania Rizzoli , Romana Liuzzo e Fiorella Ceccacci Rubino , tutte e tre nel Lazio. Così come per Domenico Gramazio e Mario Baccini . Nonostante il successo in Campania due big restano fuori: Peppino Calderisi e Mario Pepe . Anche gli alleati del Pdl hanno le loro spine per la prossima legislatura. Dentro Fratelli d’Italia restano a piedi Agostino Ghiglia in Piemonte, Riccardo De Corato e Viviana Beccalossi in Lombardia, Giuseppe Cossiga in Sardegna. E nel Carroccio, che esce dalle urne con numeri striminziti, restano al palo il sindaco di Adro Oscar Lancini , il vice presidente della Lombardia Andrea Gibelli , il presidente della Provincia di Biella Roberto Simonetti e la maroniana doc Sonia Viale in Liguria.
Poca fortuna pure per gli outsider Gianpiero Samorì e
Vittorio Sgarbi . Tutti quanti sperano di riprovarci la prossima volta. Tra cinque anni, o magari prima.