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 2013  febbraio 23 Sabato calendario

CASO RUBY, QUEL «BACIO FRANCESE» CHE STUZZICA I GIUDICI DI MILANO

Milano Chiamasi «bacio francese», secon­do i dizionari, l’effusione che porta a con­tatto reciproco le lingue dei partecipanti. E questo è da ieri il punto più alto raggiunto dal processo Ruby nell’individuare con certezza i contatti ravvicinati tra Silvio Ber­lusconi e le partecipanti delle sue feste ad Arcore. Finora nessuna delle innumerevo­li ragazze passate sulla sedia dei testimoni aveva ammesso di avere personalmente scambiato effusioni con il Cavaliere. A col­mare la lacuna arriva ieri una bella ragazza cubana di ventott’anni, Lisney Barisonte, di professione agente immobiliare, spesso ospite delle cene nella casa dell’ex presi­dente del Consiglio. Che al termine del suo interrogatorio risponde alla domanda chiave, che né i pm né i difensori le aveva­no posto, e che le rivolge il giudice Nunzia Gatto: ci sono stati gesti d’affetto tra lei e Berlusconi? E quali? «Un bacio labiale», di­ce la creola. La spiegazione non viene con­siderata esauriente. «Un bacio francese?», chiede il giudice. «Sì, un bacio francese», ri­sponde Lisney. Che si precipita a spiegare di non essere stata affatto forzata,che l’ini­ziativa anzi partì da lei, e che la cosa fu «di­vertente ». L’ammissione avviene nell’aula del pro­cesso- bis, quello che vede imputati di in­duzione alla prostituzione Nicole Minetti, Lele Mora e Emilio Fede. Basterà, quel­l’umido contatto evocato da Lisney, a con­vincere i giudici che ad Arcore si facesse sesso a pagamento come sostiene la Procu­ra? Più in là, giura la cubana, non si anda­va. È ben vero che si ballava, e una volta Ni­cole Minetti si esibì in biancheria intima. Ma tutto qui. E se è vero che c’erano quat­tro camere da letto e a volte qualche ragaz­za si fermava a dormire - Lisney compresa - la stanza da letto del Cavaliere era off limi­ts : «c’era una porta, e non è che la poteva­mo aprire... »