Piero Negri, La Stampa 26/2/2013, 26 febbraio 2013
QUALI SONO I FILM DELL’ ANNO?
Chi è il vero vincitore dell’ottantacinquesima edizione dei premi del cinema americano, che da quest’anno si chiamano ufficialmente Oscar e non più Academy Award?
Gli oltre seimila aderenti alla Academy of Motion Picture Arts and Sciences hanno scelto «Argo», diretto da Ben Affleck, come miglior film dell’anno. Ma i premi consegnati nella notte tra domenica e lunedì (ora italiana) nel Dolby Theater di Hollywood si sono distribuiti abbastanza equamente tra i principali contendenti. A «Vita di Pi» di Ang Lee sono state assegnate quattro statuette, tra cui quella per la miglior regia, mentre i riconoscimenti ai migliori attori, a Jennifer Lawrence («Il lato positivo»), Daniel Day Lewis (Lincoln»), Anne Hathaway (non protagonista, «Les Misérables») e Christoph Waltz (non protagonista, «Django Unchained») hanno valorizzato un po’ tutte le pellicole più attese.
Chi ha perso, allora?
I perdenti sono almeno due: Kathryn Bigelow, che dopo i sei Oscar di «The Hurt Locker» (2009), con «Zero Dark Thirty» ha raccolto un solo premio, molto minore, e Steven Spielberg. Il suo «Lincoln», pur partendo da 12 nomination, ha ottenuto solo due premi e a lui è sfuggito quello per la miglior regia. Mail rapporto tra il popolare cineasta e l’Oscar è sempre stato piuttosto tormentato. Le sette nomination come miglior regista ottenute in carriera (per «Incontri ravvicinati del terzo tipo», «Predatori dell’arca perduta», «E.T.», «Schindler’s List», «Salvate il soldato Ryan», «Munich», «Lincoln») gli hanno fruttato solo due Oscar. Nel 1985, poi, Spielberg fu protagonista di un caso quasi unico: il suo «Colore viola» ottenne 11 nomination ma non quella per il miglior regista e infine portò a casa una sola statuetta.
Che stagione è stata, quella del 2012, per il cinema americano?
Considerando i film selezionati dall’Oscar, è sembrata decisamente segnata dall’appuntamento elettorale negli Usa: «Argo», che ha come eroe l’agente della Cia, realmente esistito, che nel 1979 in Iran portò in salvo sei funzionari dell’Ambasciata americana, e «Lincoln», che racconta la vita del Presidente che abolì la schiavitù, rileggono due momenti chiave della Storia americana in senso democratico, eroico e libertario. Non a caso, l’amministrazione Obama si è lasciata coinvolgere direttamente dalla contesa: la First Lady ha annunciato in collegamento da Washington il nome del film vincitore e il segretario di Stato John Kerry ha esultato per i tre Oscar di «Argo» di Ben Affleck: «È bello vedere il dipartimento di Stato e il servizio diplomatico sul grande schermo», ha twittato.
Ma Ben Affleck non è un attore?
Lo è, avendo interpretato una cinquantina di film. Ma è anche uno sceneggiatore premiato con l’Oscar: nel 1998, a soli 25 anni, vinse la statuetta con il collega Matt Damon come co-autore di «Will Hunting - Genio ribelle». Per anni, anche a causa del bell’aspetto, di alcune storie d’amore molto pubbliche e qualche scelta errata nei film da interpretare, è stato un po’ sottovalutato. Ma il terzo film da lui diretto, dopo «Gone Baby Gone» e «The Town», l’ha definitivamente lanciato anche come autore.
Come è andata per i film stranieri?
Ancora una volta, come accade dal 2006, quando ce la fece «La bestia nel cuore» di Cristina Comencini, l’Italia non è riuscita a entrare neppure nella cinquina dei nominati. Come ci si attendeva, ha vinto «Amour» di Michael Haneke, di produzione austriaca, diretto da un regista austriaco nato in Germania, con due protagonisti francesi, Emmanuelle Riva e Jean Louis Trintignant. Il film, poetico dramma sull’amore e la morte tra due anziani coniugi ex musicisti, è stato molto premiato, anche a Cannes 2012, dove ha vinto la Palma d’oro.
L’Oscar ignora l’Italia?
QUALI SONO I FILM DELL’ ANNO? -
Nelle 26 edizioni dell’Oscar comprese tra il 1957, quando fu istituita la categoria del film miglior film straniero, e il 1982, quando «Tre fratelli» di Francesco Rosi ottenne la nomination, l’Italia vinse sette volte e in altre 13 occasioni entrò in cinquina. L’età d’oro del nostro cinema finì allora: Giuseppe Tornatore nel 1990 con «Nuovo cinema paradiso», Gabriele Salvatores nel 1992 con «Mediterraneo» e soprattutto Roberto Benigni con i tre Oscar per «La vita è bella» (1999) non sono più la regola, ma eccezioni. Per il resto del mondo, il cinema italiano è quello degli Anni 60 e 70, come in fondo dimostra anche l’omaggio agli spaghetti-western di Quentin Tarantino e del suo «Django Unchained», premiato quest’anno con due Oscar.
E i singoli candidati italiani?
L’unico italiano in gara era Dario Marianelli, per la colonna sonora di «Anna Karenina»: è stato sconfitto da Mychael Danna, autore delle musiche di «Vita di Pi». Marianelli era stato premiato nel 2006 per «Orgoglio e pregiudizio». Gli ultimi a vincere, lo scorso anno, sono stati Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo, per la scenografia di «Hugo Cabret».