Anais Ginori, la Repubblica 26/2/2013, 26 febbraio 2013
STRAUSS-KAHN E LA SCRITTRICE “L’HO SEDOTTO PER RACCONTARLO” IL LIBRO CHE DIVIDE LA FRANCIA
PARIGI
Tra i pochi che hanno visto il libello c’è chi, come il critico del
Nouvel Observateur,
parla di un «oggetto letterario notevole » e chi, invece, da
Le Monde
a
L’Express,
lo stronca come un pasticcio sgrammaticato nel quale si confondono tante, troppe elucubrazioni sulla libertà sessuale con l’esca di qualche pruriginosa rivelazione. Ormai se ne vedono e scrivono così tante che non c’è da scandalizzarsi per una scena nella quale una donna si fa leccare con gusto le ciglia dipinte di mascara, mordere l’orecchio tanto da finire al pronto soccorso o s’interroga se concedersi a un incontro plurimo.
Non sono insomma i dettagli scabrosi, né l’incerta qualità narrativa del testo, a provocare tanto clamore in
Belle et Bête,
in uscita domani ma preceduto da un sapiente battage pubblicitario e ora da una richiesta di sequestro preventivo in tribunale. Firmato dalla filosofa del diritto Marcela Iacub, nel ruolo de
La Bella,
racconta una breve ma intensa relazione con
La Bestia,
identificato nella persona di Dominique Strauss-Khan, inesauribile fonte d’ispirazione, mai chiamato per nome nel libro, qui ribattezzato “mezzo uomo e mezzo maiale” ma anche, in un crescendo animalesco, “sublime porco”, “caprone”, “cagnolino”.
I riferimenti all’ex direttore del Fondo monetario sono chiari e circostanziati, e la stessa Iacub ha posato in copertina del
Nouvel Observateur,
aggiudicatosi l’esclusiva dell’anticipazione, con un titolo senza equivoci: “La mia storia con Dsk”. L’opera, appena centoventi pagine al prezzo di 13,50 euro, è da ieri nelle mani dei giudici: dovranno decidere se autorizzare il blocco della pubblicazione entro domani, come chiesto dagli avvocati del reo confesso “libertino” — lui preferisce essere chiamato così — che denuncia la violazione della privacy.
L’ultimo sequestro di un libro in Francia risale al 1996, e aveva tutt’altro contenuto. Si trattava di un saggio sui problemi di salute di François Mitterrand, a lungo tenuti segreti quando era all’Eliseo. È possibile che i legali di Dsk ottengano, se non il blocco delle vendite, di costringere l’editore Stock ad apporre una bandella riparatrice sulla copertina (sfondo blu con un maialino e un paio di scarpe femminili). Le prenotazioni dei librai sono ovviamente alte, il titolo è pronto a balzare in cima alle classifiche nonostante il personaggio sia stato ampiamente
esplorato. È in preparazione persino un film con Gérard Depardieu protagonista.
L’inarrestabile caduta agli inferi di quello che fino a due anni fa era il possibile candidato socialista all’Eliseo continua ad affascinare e tormentare i francesi. È diventata quasi un’ossessione nazionale, sebbene Dsk non abbia più alcun incarico pubblico, sia ormai separato dalla moglie, e occupi gran parte del suo tempo a occuparsi dell’inchiesta in cui è imputato per sfruttamento della prostituzione. In una lettera inviata a Jean Daniel, fondatore del
Nouvel Observateur,
Strauss-Khan si è detto “disgustato” dall’opera di Iacub, una donna che «seduce per scrivere un libro, ammantandosi di sentimenti amorosi per sfruttarli finanziariamente». Il tema è stato rilanciato nelle pagine di
Le Monde
con una petizione di alcuni intellettuali, dal titolo polemico “Pronti a tutto?”, sull’uso commerciale di vicende piuttosto intime.
Al di là del giudizio su Dsk, c’è chi crede non sia lecito infilarsi nel letto di un ex potente per conoscerne e poi descriverne
le più abiette perversioni. In un mondo abituato a ogni tipo di reality show, l’accusa può sembrare persino superflua ma alimenta in queste ore le discussioni negli ambienti editoriali e giornalistici, tanto più che spinge all’estremo un genere, quello dell’autofiction, molto frequentato dagli autori francesi. Non è certo la prima volta che un’opera letteraria mette in scena fatti privati. Negli ultimi anni, si è sviluppato un filone narrativo, dai racconti di incesto di Christine Angot fino alle scorribande sessuali di Catherine Millet. Non è la prima volta che la realtà alimenta o sostituisce la fantasia, in un’evoluzione del romanzo che
ne avrebbe decretato la fine secondo alcuni critici. La parola “autofiction” è comparsa in Francia negli anni Sessanta e si collega idealmente ai primi scritti intimi di Colette e Marguerite Duras.
Con relativa modestia, Iacub si autoproclama “kamikaze della verità”, paragonandosi addirittura a Voltaire: a ogni epoca i suoi lumi. La filosofa cinquantenne, di origine argentina, direttrice di ricerca al Cnrs e autrice di una rubrica iconoclasta su
Libération,
è conosciuta e apprezzata per i suoi studi sul senso del pudore, la pornografia, il rifiuto delle norme sessuali. È abituata a far discutere, come quando ha preso posizione in
favore della libertà di prostituirsi. Ha conosciuto Dsk proprio grazie al suo precedente libro,
Une société de violeurs?,
pubblicato subito dopo l’arresto del socialista a New York, nel quale accusava le femministe di moralismo e di voler promuovere un “neopuritanesimo”. Strauss-Khan le aveva allora mandato, riconoscente, una lettera. Era seguito uno scambio di sms fino al fatidico appuntamento, preceduto dal seguente messaggio: «Tu che ami scrivere, dimmi cosa vorresti che ti facessi più tardi».
La verve letteraria di Iacub, si è scoperto, ha avuto altri, imprevisti effetti collaterali. La scrittrice ha appuntato
molti dettagli degli incontri con Dsk. Una relazione durata pochi mesi, dal gennaio all’agosto 2012. Con un procedimento retorico, Iacub descrive il suo amante come un essere “insensibile”, “brutto”, “meschino”, “senza alcuna cultura”, per poi chiosare: “Eppure ero pazza di te”. Dsk assurge nel libro ad archetipo del seduttore seriale, incapace di controllarsi. Iacub non è infatti mai stata interessata al politico, l’economista reputato, l’uomo pubblico. Vuole scoprire invece le sue pulsioni più inconfessabili, nella convinzione che occorra nobilitare la parte più animalesca di ognuno di noi, in un elogio della libido, del desiderio puro. A modo suo, la filosofa si schiera con Dsk. Plaude la passione che il suo “sublime porco” ha per le donne “bruttine”, descrivendolo come un “antiaristocratico”, o addirittura un convinto democratico.
Belle et Bête
non risparmia neanche l’ex moglie Anne
Sinclair che, a proposito delle accuse di stupro all’ex marito, avrebbe detto: «Non c’è niente di male a farsi fare una fellatio da una cameriera».
Ce n’è abbastanza per creare l’ennesimo caso letterario che tanto piace ai francesi. Il dibattito sui limiti dell’autofiction si annuncia senza fine tra le eterne fazioni del micromondo editoriale parigino. La stessa Christine Angot, capofila del genere, ha pubblicato un articolo per dissociarsi. «Io racconto la vita che mi viene incontro — ha precisato — non vado a cercare un’esperienza per farci un libro». Qualche anno fa, Emmanuel Carrère si era pentito di aver usato la sua allora fidanzata per un “gioco erotico” pubblicato a puntate su
Le Monde.
In quel caso, tutto era stato premeditato. Iacub ha deciso che avrebbe pubblicato un libro sin dal primo incontro con Dsk. Una trappola che evidentemente ha funzionato, con la complicità di molte altre parti in commedia. I giudici decideranno nelle prossime ore, mentre i lettori attendono impazienti. Nessuno è davvero
innocente.