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 2013  febbraio 23 Sabato calendario

INCUBO INFLAZIONE NEI SOGNI DI PECHINO

In Cina i prezzi delle case tornano a salire. Singapore, Malaysia e Thailandia battono abbondantemente le stime di crescita. Due notizie, quelle uscite nelle ultime ore, che confermano come l’Asia orientale resti la locomotiva del mondo, a maggior ragione nel giorno in cui la Commissione europea ha previsto un altro anno di recessione nell’Eurozona. Eppure a Pechino la ripresa dell’immobiliare viene seguita con preoccupazione da Governo e banca centrale. Il timore si chiama «overheating», surriscaldamento, in una parola «bolla». È da tre anni che la Cina la teme e non a caso ha varato diverse misure per raffreddare il mattone, dalla stretta ai mutui, all’aumento dei tassi fino a vere e proprie limitazioni alle compravendite di immobili. Il mercato però sta ripartendo lo stesso, con i prezzi giunti al terzo mese consecutivo di crescita. Il segnale di per sé è positivo, perché conferma la ripresa in corso nella seconda economia mondiale. La nuova leadership cinese, che tra un mese si insedierà con il passaggio di consegne tra Hu Jintao e Xi Jinping, non vuole però debuttare ritrovandosi di nuovo nella trappola dell’inflazione. È quindi possibile che nei prossimi mesi la Banca centrale di Pechino cambi politica e ricominci a restringere il credito come aveva fatto prima della grande crisi mondiale.
L’altro timore che accomuna la Cina agli altri Governi asiatici, e in generale ai Paesi emergenti, è che l’eccesso di liquidità pompato dalle banche centrali del mondo avanzato finisca per surriscaldare le economie domestiche. Aspettiamoci dunque nuove barriere all’ingresso di «hot money», di denaro proveniente dai mercati finanziari occidentali, come è già avvenuto nella prima fase della crisi globale.