Stenio Solinas, il Giornale 25/2/2013, 25 febbraio 2013
DONNE DI FRANCIA
[Quelle «madame» disinvolte che cavalcano sesso e potere A Parigi non si rinuncia mai a coniugare lenzuola e politica. E da Valérie Trierweiler a Rachida Dati, a condurre il gioco sono soprattutto le signore] –
Da dove cominciamo? Per esempio da quel presidente della Repubblica, Felix Faure si chiamava, che alla fine dell’Ottocento morì d’infarto all’Eliseo mentre la sua amante gli faceva un servizietto orale… Oppure, saltando avanti di mezzo secolo, dalla pubblicazione della torrida Histoire d’O, firmata da Pauline Réage, il cui vero nome era Dominique Aury, amante segreta del morigerato Jean Paulhan, l’uomo che in Francia incarnava la dignità letteraria di Gallimard. E che dire, ancora negli anni Sessanta del Novecento, della coppia Catherine e Alain Robbe- Grillet, specializzata in sadomasochismo, letterario e no, partouzes, scambismo, voyeurismo riversati in romanzi a chiave e regolamenti di conti privati scritti a beneficio del lettore pubblico? Per non parlare delle «ragazze di Madame Claude», prostitute eleganti al servizio della politica al tempo di Pompidou ( grande presidente, ma chiamarsi così…), della figlia segreta, Mazarine il suo nome, di un altro presidente con l’ossessione della dinastia dei Medici e dei cardinali di Francia, «le florentin» era il soprannome, Mitterrand il cognome… E poi? Ah sì, la moglie divorziata di Jean-Marie Le Pen che posava nuda su Playboy France, la «puttana della Repubblica», alias l’amante del ministro socialista Roland Dumas, le memorie libertine in forma di romanzo di Valery Giscard d’Estaing, la figlia top model di Dominique de Villepin, il rivale politico che Sarkozy avrebbe voluto «appendere a un gancio da macellaio», che porta via la fidanzata, top model anch’essa, all’icona del machismo (?) Johnny Depp… Continuiamo o ci fermiamo qui? Cosa volete che siano gli ultimi pettegolezzi letterari su Dominique Strauss- Kahn, per un Paese che conta fra le sue glorie il marchese de Sade e che non ha mai rinunciato a coniugare il sesso con la politica e la cultura anche quando non c’entrava niente? Nel 1958, Il riposo del guerriero di Christiane Rochefort venne pubblicizzato con la fascetta: «Il libro che ha fatto arrossire la signora de Gaulle». Ah, la France.
Provinciali, noi italiani politicamente ci arrabattiamo in festicciole en travesti, l’infermiera e la poliziotta, a volte la magistrata, qualche nipotina, ma nulla che abbia l’allure e la grandeur di ciò che si pratica oltralpe. Dove comunque a gestire il gioco sono più le donne che gli uomini: il maschio traccerà pure il solco, ma la semina e il raccolto sono prerogative femminili. Senza Cécilia, Sarkozy difficilmente sarebbe divenuto presidente della Repubblica, senza presidenza della Repubblica, difficilmente Carla Bruni sarebbe divenuta madame Sarkozy… Per entrare all’Eliseo, François Hollande ha dovuto aspettare che la sua compagna Ségolène Royal fallisse nell’impresa, e quando c’è riuscito si è ritrovato al fianco Valérie Trierweiler, una che ogni due per tre ci tiene a far sapere che, di fatto, è comunque lei la «première dame».
Provinciali, noi italiani abbiamo un orizzonte erotico- politico limitato: veline, travestiti, cose così… La Francia, invece. Sì, Strauss-Kahn finì nella polvere per una cameriera, ma nulla ci toglie dalla testa che nell’indignazione contro la sopraffazione del denaro e del potere a danno del lavoro e del bisogno ci fosse anche l’arrière-pensée della caduta di stile… Ma come, il principe dei libertini che se la fa con la colf! Non è chic, non c’è nulla di intellettualmente agréable. Dal marito di una delle donne più ricche di Francia, erede di un nome che è anche un patrimonio culturale ( suo nonno, Paul Rosenberg, è stato il mercante d’arte di Picasso e di Matisse), era lecito aspettarsi, che so, una violenza sessuale a giornaliste, scrittrici, esponenti politiche, magari nello stesso ambito familiare, prima la madre, poi la figlia, come infatti era avvenuto, ma la mammy di colore, quel horreur… È anche per questo forse che Marcela Jacub, filosofa e scrittrice, è volata in soccorso, a modo suo naturalmente, e Belle et Bête, il libro in cui racconta la storia di lei, la bella, appunto, e di lui, la bestia, il porco, insomma, riporta il tutto nell’impero dei sensi intellettuale, lì dove la Francia e i francesi si muovono con disinvoltura, il combinato disposto dove il sesso, l’intelligenza, il potere e il denaro mettono in scena la ronda dell’amore.
Del resto, è questo tipo di fantasia ad agitare i cuori transalpini. Noi italiani provinciali ci limitiamo a fare sesso, loro fanno cultura. In un divertente film di un po’ d’anni fa, Les bronzés, Gli abbronzati, la cosa era evidente. Un gruppo di francesi in vacanza al mare, ansie da corna, gelosie e ripicche sentimentali, grandi discorsi e teorizzazioni su coppia aperta, chiusa, eterosessualità, bisessualità, omosessualità… Alla sera, tutti lì con l’orecchio incollato al muro ad ascoltare nella camera accanto, i rantoli della femmina e del maschio italiani mentre si rotolavano con gioia sulle lenzuola. Semplici pagani, non libertini intellettuali.
Poi,certo, c’è la sfida, l’alzare sempre più in alto l’asticella del proibito. Più in alto anche come obiettivo, non solo come trasgressione. Rachida Dati, per esempio, attualmente in corsa per fare, l’anno prossimo, il sindaco di Parigi. Ragazzamadre al tempo in cui era ministro della Giustizia, è in causa per il riconoscimento del figlio. Il padre sarebbe un Desseigne, ovvero il simbolo della Francia miliardaria. Visto da queste altezze, l’affannarsi di Valérie Trierweiler contro il suo giornale, Paris Match, reo di fotografarla senza il suo permesso, fa sorridere e sa di parvenu. Ma come, sei arrivata all’Eliseo e lasci messaggi d’insulti sulla segreteria del tuo direttore? Sì, perché lei vorrebbe essere première dame e giornalista allo stesso tempo, il che dimostra che il giornalismo più che un lavoro è un’ossessione.