C.Pe., il Fatto Quotidiano 25/2/2013, 25 febbraio 2013
“ALL’INIZIO ERA COME FARE SURF IN UN LAGO”
Platone diceva che “dev’essere stato un uomo saggio a inventare la birra”. Chissà cosa avrebbe pensato di Teo Musso, fondatore di Baladin, unico marchio italiano a produrre birra artigianale in bottiglia fino al 2003, oggi una delle più importanti realtà del Paese con pub di proprietà e l’unica bionda 100% italiana, grazie alla coltivazione sperimentale di luppolo, la “Nazionale”.
Possiamo definirla un saggio?
Sono solo un piccolo produttore che ha voluto dare una lettura personale alla birra.
É stato il primo.
Ho cominciato nel 1986, a Piozzo, in provincia di Cuneo, dove abbiamo le coltivazioni, la produzione e dal 2007 anche Casa Baladin. All’inizio è stato come fare surf in un lago.
Poi ha vestito la birra come il vino.
La presentazione è importante. Ma la vera rivoluzione è stata quella di fare birre vive e profumate.
Analisi a posteriori: come si fa a sfondare?
Io ho avuto fortuna, sono figlio di viticoltori delle Langhe, nel 1986 avevo la rivoluzione sotto ai miei piedi. In Piemonte stava muovendo i primi passi Slow Food, si diffondeva la cultura della qualità dei prodotti ed essendo in anticipo sugli altri mi sono potuto permettere di commettere degli errori.
Che numeri fate?
Nel 2012 abbiamo prodotto 11 mila ettolitri di birra con 11 dipendenti. Distribuiamo in 13 paesi ma vendiamo solo il 10% all’estero e non vogliamo andare oltre il 20. Il mio obiettivo è cambiare la mentalità degli italiani.
Ambizioso.
Il nostro target sono gli appassionati di vino, abbiamo portato la birra in bottiglia nei ristoranti e aperto nostri locali. Ma non vogliamo superare il centinaio di pub “amici” che spillano la nostra birra. L’85% della produzione resta in bottiglia.
Troppo grandi, qualità più bassa?
In realtà facciamo prodotti migliori oggi di quando abbiamo cominciato.
Di cosa è più fiero?
Di aver avvicinato il mondo femminile alla birra. É una cosa che mi piace un casino.