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 2013  febbraio 25 Lunedì calendario

DALLE POLTRONE DI CILIEGIO AI FIORI COSÌ LA SISTINA SI TRASFORMERÀ PER ELEGGERE IL NUOVO PONTEFICE

CITTÀ DEL VATICANO — Arredatori, falegnami, elettricisti, tecnici e florivivaisti. È la task force di una quarantina di addetti da giorni pronta a scattare per preparare la Cappella Sistina, dove sarà eletto il nuovo Papa. Sotto gli “sguardi” degli immortali affreschi michelangioleschi saranno sistemate 116 poltrone di legno di ciliegio, ognuna per ogni cardinale elettore con il relativo nome e cognome, e 12 tavoli di legno grezzo coperto da un panno beige e satin bordeaux, suddivisi per due file lungo le pareti di destra e di sinistra, sotto i cicli degli affreschi quattrocenteschi. Davanti all’altare, sotto il Giudizio Universale, i tavoli per gli scrutini e per l’esposizione del Vangelo. Al centro, una pedana alta 50 centimetri da terra, collocata all’altezza del secondo gradino dell’altare lungo la quale i cardinali cammineranno per deporre la scheda. La novità rispetto al Conclave del 2005 sarà l’uso di candelotti colorati per alimentare la stufa dove uscirà la fumata bianca o nera, al posto dei tradizionali legni o cartoni bagnati.
Tutta la Cappella e gli spazi circostanti
saranno protetti da sofisticati sistemi di controllo per preservare la privacy del Conclave. Responsabile dei lavori, l’ingegner Paolo Sagretti. Chi invece, per ragione del suo ufficio, dovrà vigilare sulla tutela della Sistina, sarà Antonio Paolucci, il direttore dei Musei Vaticani, al suo primo Conclave, che confessa: «Sono un novizio anche io in materia di eledel
papali. Oggi le autorità pontificie mi diranno finalmente cosa devo fare per preparare la Cappella Sistina. Sono curioso ed emozionato perché un Conclave è sempre un momento storico, ed allestire il luogo dove sarà eletto il Papa non può lasciare indifferenti».
Appena si saprà la data
Conclave Paolucci darà immediatamente il via ai lavori d’arredo, chiudendo la Sistina ai visitatori.
«Sarà un passo obbligatorio», — dice — perché la Sistina dovrà essere isolata durante la preparazione e, ovviamente, nel corso del Conclave quando i 116 porporati elettori sazioni
ranno chiusi a chiave dopo l’esortazione “Extra omnes!” (Fuori tutti) pronunziata dal maestro delle celebrazioni pontificie, monsignor Guido Marini. Ma tutte le altre gallerie — assicura Paolucci — «resteranno aperte ed i visitatori potranno sempre accedervi anche durante il Conclave ». Un inevitabile sacrificio per quanti, al ritmo di oltre 5 milioni all’anno, visitano i Musei vaticani, vivendo nella Sistina il momento topico del tour d’Oltretevere. Succede, più o meno, da oltre 5 secoli, da quando, il 2 novembre 1513, fu svelato l’ultimo gigantesco affresco, quel Giudizio Universale che — insieme alle storie bibliche della volta — Michelangelo realizzò “oscurando” gli altri capolavori dipinti nel ‘400 sulle pareti laterali da grandi artisti come Botticelli, Perugini, Ghirlandaio, Pinturicchio e tanti altri. Da allora, la Sistina (dal nome di Sisto IV che la fece costruire dal 1478 al 1480), ha ospitato anche 24 Conclavi. Il prossimo sarà il 25esimo. Ma è solo dal 1996 che è la sede ufficiale del Conclave. Lo stabilì Giovanni Paolo II elevando, inoltre, a residenza dei cardinali elettori
l’Ospizio di Santa Marta, un moderno palazzo con 120 alloggi, dove abitano ecclesiastici e funzionari della Santa Sede. «Per il prossimo Conclave chi vi abitava si è sistemato fuori dal Vaticano presso parenti e amici. I 120 mini appartamenti saranno assegnati per sorteggio ai cardinali elettori», spiega Ambrogio Piazzoni, vice prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana, secondo il quale “i lavori alla Sistina dureranno circa 2-3 giorni».