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 2013  febbraio 25 Lunedì calendario

SU TWITTER LA SINISTRA PESA DI PIÙ MPS, LAVORO E TASSE LE PAROLE GUIDA

ROMA — Sono state anche le prime elezioni social della nostra storia. Le foto delle tsunami tour di Beppe Grillo hanno riempito la bacheca di Instagram ben prima che il resto del mondo se ne accorgesse. Il professor Luigi Zingales ha usato Facebook per svelare a tutti che Oscar Giannino non ha preso il master nella sua università. Ma è stata Twitter la vera piazza virtuale della campagna elettorale: il luogo dove commentare le infinite apparizioni tv dei leader e far partire a volte dei veri tormentoni di controinformazione come il goliardico #sucamelamonti, scatenato da una adolescente di Napoli contro la proposta di Mario Monti di ridurre
la vacanze scolastiche. Cosa resta di tutti questi tweet? Una montagna di dati, che in queste ore gli specialisti di affrettano a consultare per cercare di dar loro un senso. E che un senso possano averlo lo dimostra la decisione dello staff di Mario Monti di comprare in esclusiva il responso di Voices from the Blog: si tratta di una società nata come spin off dell’università di Milano che ha il record piuttosto notevole di aver azzeccato i vincitori degli ultimi due Sanremo, delle elezioni americane e delle primarie del centrosinistra, solo analizzando Twitter.
Cosa vuol dire, per esempio, che l’hashtag largamente più presente (ovvero il tema di discussione su Twitter), sia stato #Berlusconi con volumi circa sei volte superiori a quelli di #Bersani? “Vuol dire che con le sue #proposteshoc Berlusconi
è stato il vero protagonista della campagna elettorale” spiega Emanuela Zaccone, di Aida Monitoring, una società che ha monitorato tutti i tweet in tempo reale.
Più o meno dagli stessi dati gli analisti di Expert System, tramite una tecnologia semantica,
hanno estratto le parole più significative associate ad un milione tweet che parlavano di politica fra il 18 gennaio e il 22 febbraio e il risultato è una classifica che recita nell’ordine: Monte Paschi, lavoro, tassa, pagare, giovane, casa, Imu e Europa (il primo
posto della banca senese indica chiaramente l’impatto che ha avuto sulla opinione pubblica lo scandalo).
Allargando l’analisi da Twitter al resto del web, e quindi non solo agli altri social network ma anche ai blog e ai siti di notizie, il motore di ricerca
iStella in collaborazione con una società catalana, ha ricavato un indice di popolarità dei candidati premier che invece da una settimana vede in testa Beppe Grillo e solo terzo, ma in rimonta, Pierluigi Bersani.
Ma lo studio che va più in profondità è quello realizzato da un team di ricercatori della northeastern university di Boston in collaborazione con la Fondazione ISI di Torino. In questo caso solo Twitter ma con strumenti di analisi davvero notevoli. Come per esempio il fatto che le conversazioni vengono seguite nel tempo, profilando l’orientamento politico di chi twitta e ricavando anche la posizione geografica. Il risultato sono delle mappe di coalizione dove si vede chiaramente
da dove partono i messaggi e soprattutto si possono misurare i volumi di ciascuno schieramento. E quindi si vede un centrosinistra attorno al 30, un centrodestra molto al di sotto del 30, un Grillo sopra il 15 che se la batte con un Monti più tonico del previsto, e Giannino davanti a Ingroia.
Saranno questi i dati finali dello spoglio? Tutti i ricercatori a una domanda simile si tirano indietro: questi sono solo studi preliminari, dicono, stiamo imparando a dare un senso ai dati. Anche perché proprio dalle mappe fatte tra Boston e Torino si nota chiaramente una cosa: tutto questo twittare di politica riguarda soprattutto Roma, Milano e poche altre città. Insomma una avanguardia del paese reale: oggi vedremo quanto
sono distanti.