Andrea Greco e Francesco Viviano, la Repubblica 23/2/2013, 23 febbraio 2013
CECCUZZI: “LASCERÒ LA CORSA A SINDACO” LO SCANDALO MPS SCUOTE IL PD DI SIENA
SIENA
«Lunedì si ritira». Nell’entourage di Franco Ceccuzzi, candidato sindaco del Pd a Siena, l’avviso di garanzia per concorso in bancarotta per dissipazione sul crac Amato piove come un meteorite. Porta sospiri, sconforto e qualche lacrima. Il vincitore delle primarie del partito che ha sempre retto la città del Palio è abbattuto e provato. Molto. Anche per «tutti i fastidi creati al partito in un momento delicato come questo». Ora silenzio, ci sono le elezioni. Lunedì alle 15 a urne appena chiuse Ceccuzzi terrà la conferenza stampa dove, salvo un’affermazione Pd alle politiche che qui pochi sperano, uscirà dall’agone per le comunali di fine maggio. «Prendo qualche ora per riflettere — ha detto — personalmente ho già maturato un orientamento, su cui sto ragionando con il partito nell’interesse prioritario di Siena e dei senesi». Il partito, già. Quel partito che avrebbe già deciso che è meglio cercare di ricompattarsi su un altro candidato, magari con nuove primarie. Si sonda l’ex deputato Pd Fabrizio Vigni, presidente di Sienambiente. Si cerca un esterno, che potrebbe conciliare le due anime divise — laica e cattolica — che spodestarono Ceccuzzi da sindaco nel 2012.
Tra chi con passione lo accompagna tra settimane difficili, accreditandolo come uomo del rinnovamento (lui che fu testimone di nozze e socio politico di Giuseppe
Mussari, ma infine lo abbandonò puntando su Alessandro Profumo presidente Mps) l’idea del complotto serpeggia: «Lunedì l’uscita del papello, palesemente falso, del patto Ceccuzzi-Verdini per spartirsi poltrone in Toscana, ora nel pieno della campagna questi avvisi da Salerno, indagine chiusa a metà 2012 con 37 avvisi». I suoi tre legali sarebbero «basiti». I colpi bassi, comunque, erano nel conto di questa campagna senese, invelenita dall’affaire Mps. Può essere che proprio gli interrogatori dei pm locali - che indagano Mussari e altri 13 fra ex manager e intermediari della banca - abbiano portato elementi nuovi sul fido da 19 milioni di
Mps Capital Service alla Amato Re, immobiliare nata ad hoc per una speculazione edilizia con cui, si legge nelle indagini del Nucleo polizia tributaria della Gdf di Salerno, «gli indagati dissipavano il patrimonio alienando lo storico pastificio Amato, anche al fine di porlo al riparo dai creditori nell’ambito di procedure fallimentari ».
L’impresa fallì il 20 luglio 2011. Nei nuovi avvisi di garanzia, oltre a Mussari e Ceccuzzi, ci sono l’ex deputato Udeur Paolo Del Mese (presiedente Commissione finanze di Prodi) e l’ex manager Mps Marco Morelli. Tutti chiamati a rispondere al pm Vincenzo Senatore, il 28 a Salerno. A Ceccuzzi è attribuito un ruolo di mediazione tra Mussari e Del Mese (accusato d’essere a libro paga degli Amato). «Ma io non conoscevo le condizioni della Amato ribatte lui -. E dopo quella cena del 2006 non ebbi più rapporti. Se l’accusa è basata sulla partecipazione a una cena conviviale in casa Amato, con 40 invitati e le mogli... non certo un summit». Ma a Siena vi è chi ricorda i legami stretti con Del Mese, che in extremis inserì anche le 17 contrade del Palio nella legge 296/2006, che dispensa qualche centinaio di soggetti dal pagare l’Ires. «Mussari comunque non l’ho risentito. Non ci sentiamo più». Mussari, il passato che ritorna. E i suoi detriti ora portano a valle la rivincita di Ceccuzzi sotto la Torre del Mangia.