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 2013  febbraio 23 Sabato calendario

COREANI GENI IN MATEMATICA L’ITALIA DUE ANNI INDIETRO

UN ENNESIMO spettro si aggira per le scuole: è lo spettro delle rilevazioni internazionali sull’alfabetizzazione matematica delle elementari e delle medie, dalle quali si ricava che i bambini italiani sono indietro rispetto a tutti gli orientali e anche a molti occidentali (Russia, Usa, Inghilterra).
AUREA mediocrità, si potrebbe dire. In realtà, la differenza tra noi e gli Stati Uniti è di pochi punti, mentre gli Stati Uniti inseguono la Corea a più di 100 punti, e il Giappone a più di 60. Si tratta dunque di una disfatta generalizzata del sistema educativo occidentale nei confronti di quello orientale. Basta visitare una scuola non solo in Italia, ma anche negli Stati Uniti, per accorgersi che lo studio in generale, e quello della matematica in particolare, è considerato come un’amara medicina da prendere a dosi omeopatiche. Attenzione, perché i poveri bambini si possono stancare o annoiare! E allora, per distrarli, forniamo loro dosi massicce di favole, giochi, televisione, cinema e Internet, spruzzate di qualche buona ora di religione! E, naturalmente, solo interrogazioni programmate, per evitare ogni possibile trauma!
Ma poi non lamentiamoci che non possiedono (più?) la concentrazione richiesta dallo studio di una materia complessa come la matematica. Non lamentiamoci se di fronte ai paesi emergenti, nei quali i bambini sanno che dovranno lottare per la vita, i nostri si aspettano che tutto piova loro dal cielo. E si preparano a diventare i “bamboccini” delle superiori e i “bamboccioni” delle università, degni fratelli maggiori di quelli più piccoli. Nella loro inadeguatezza matematica, gli scolari e gli studenti, più che colpevoli, sono vittime: di programmi antiquati e orrendi, di metodi di insegnamento aridi, e di una mentalità antiscientifica in generale, e antimatematica in particolare, che caratterizza il nostro paese a tutti i livelli. Li educhiamo all’anacronismo, persino nei licei scientifici: non lamentiamoci poi che vengano fatti a fette dai coetanei delle Tigri asiatiche. Ognuno ha ciò che si merita, anche se forse gli studenti italiani non si meriterebbero ciò che hanno.