Ivo Romano, La Stampa 23/2/2013, 23 febbraio 2013
ADDIO JEPPSON MISTER 105 MILIONI
A Napoli i tifosi lo chiamavano Jeppsòn, con l’accento sull’ultima sillaba, come da abitudine popolare. Oppure, «o Banco ‘e Napule», a evidenziarne lo status da primo calciatore della storia pagato a peso d’oro. Per lui, l’affetto della gente e la legge del mercato. Destino obbligato, per Hasse Jeppson - svedese, attaccante di razza, morto ieri a Roma, a 87 anni – essere ricordato come oggetto di un colpo estivo ancor prima che come centravanti dal gol facile. Del resto, suo malgrado, è stato un precursore. Una valanga di quattrini, 105 milioni di lire, per il suo acquisto dall’Atalanta (la sua prima squadra italiana), nel 1952, la prima volta del Napoli nei panni di robusto iniettore di danaro sul mercato del calcio, come sarebbe poi accaduto con Savoldi (mister Due Miliardi) e con Maradona. E poi, primo acquisto elettorale, gran colpo di Achille Lauro, sindaco della città, Comandante spietato ma con sacche di bontà, in cerca di consensi allargati, quasi plebiscitari.
Jeppson di Napoli s’era innamorato, diceva che l’odore del mare lo riportava a Kungsbacka, la sua città natale. Da lì era partito: il luogo natìo, la prima squadra, mentre ancora si dibatteva nella scelta tra calcio e tennis, il suo secondo amore, coltivato per anni, tra tornei sotto falso nome e discussi flirt, come quello con Silvana Lazzarino. Poi, un paio di club in Svezia, un successo tra i bomber, l’approdo in nazionale (12 presenze, 9 gol, un terzo posto al Mondiale in Brasile segnando 2 reti all’Italia). Breve parentesi inglese (al Charlton), prima dell’Atalanta: una stagione, tanti gol (22). Quindi, l’estate d’oro, col passaggio milionario al Napoli: 4 campionati (112 partite, 52 reti), l’ultimo in fase calante, che spense la passione di Lauro (per questo il Comandante ne disertò le nozze con la napoletana Emma Di Martino), infine la carriera chiusa con il Torino 1956/57 (19 partite e 7 gol).