Valerio Maccari, Affari&Finanza, la Repubblica 25/2/2013, 25 febbraio 2013
IWATCH, IPHONE ECONOMICI, APPLE TV LA MELA SI RIGENERA CON L’INNOVAZIONE
[Dopo la scomparsa del fondatore nell’ottobre 2011 la casa di cupertino era sprofondata in una crisi di idee che comincia a farsi sentire sui bilanci: ora riparte alla carica con una raffica di novità e di invenzioni a partire dall’orologio-cellulare] –
Roma
Nuovi iPad, nuovi iPhone, ma anche una tv/console e perfino lo smartwatch da indossare al polso come un orologio in grado di svolgere funzioni tipiche di smartphone e tablet. Sotto pressione per il calo di valore azionario, la Apple accelera sull’innovazione, preparandosi a lanciare importanti novità nel corso dell’anno. Si parte da aggiornamenti e revisioni radicali dei prodotti chiave di Apple, dall’iPhone (di cui arriverà la versione low-cost) alla workstation MacPro, che dopo quasi tre anni senza novità rilevanti sarà completamente ripensata. Ma Apple, nelle aspettative della stampa e degli analisti, dovrebbe presentare nei prossimi dodici mesi anche dispositivi radicalmente nuovi, per espandere la gamma di prodotti in direzioni non ancora esplorate da Cupertino, e che garantiscano agli azionisti la prospettiva di nuovi mercati in crescita, controbilanciando la saturazione nei settori dei tablet e soprattutto degli smartphone. Tutto questo dovrebbe allontanare i fastidiosi presagi che cominciano a farsi sentire con un rallentamento di utili e fatturato e con un semi-tonfo del titolo in Borsa (-27% negli ultimi sei mesi). L’iWatch è l’esempio più evidente. Non annunciata ufficialmente, la notizia che Apple si fosse messa a lavoro su un dispositivo indossabile è arrivata da una fonte interna di Cupertino, fatto inusuale per l’azienda che fa della segretezza industriale uno dei suoi punti cardine. Per questo, sono in molti a ritenere che le informazioni sull’iWatch
siano trapelate con il consenso della stessa Apple, preoccupata di dimostrare di essere in grado di agganciare il trend dei dispositivi “indossabili” meglio e prima dei suoi competitori. L’interesse per il weareable computing, i dispositivi smart da indossare, è sempre più diffuso. Gli smartwatch già godono del favore dei consumatori, dal WimmOne di Wimm Labs allo SmartWatch di Sony fino a Pebble, una start-up nata grazie al passaparola e al crowdfundingsulla Rete grazie al quale ha racimolato dieci milioni di dollari. Soldi che ha investito nella realizzazione di quello che la società definisce “il primo vero smartwatch al mondo”. Venduto al prezzo di 299 euro, non è però uno strumento indipendente: per le funzioni smartsi connette allo smartphone via Bluetooth per le funzioni relative a chiamate, Sms, e-mail, notifiche e app. L’iWatch di Apple sarebbe più potente: secondo numerose indiscrezioni, la società ha intenzione di mettere sul mercato un dispositivo complesso, probabilmente in grado di lavorare almeno parzialmente in autonomia. Partendo dai particolari non ufficiali emersi nell’ultimo mese, l’iWatch dovrebbe avere un display Oled – una tecnologia efficiente sia nei consumi che nelle prestazioni – da 1,5 pollici, e un processore centrale di tipo Atom, realizzato in collaborazione con Intel, ottimizzato per impiegare poca energia. Anche l’iWatch potrebbe dipendere – per funzionalità più estese, come la ricezione di telefonate – dall’iPhone, cui si collegherebbe attraverso lo standard Bluetooth. Il sistema operativo potrebbe essere una versione apposita di iOs, sulla falsariga della penultima edizione dell’iPod nano. Proprio questo modello costituisce il precedente ideale dell’iWatch: piccolo, di forma quadrata, il vecchio iPod nano – ora sostituito da una versione più grande – è stato un oggetto di culto, spesso montato su fasce da polso per essere utilizzato proprio come un orologio, anche se l’unica funzione “smart” accessibile era la possibilità di conservare e fruire di canzoni e video. Per quanto possa sembrare un progetto quasi “di colore”, che richiama alla mente i gadget spionistici dei film di azione di un tempo, il nuovo iWatch appare in realtà come un prodotto solido e realizzabile. Tanto che indiscrezioni vogliono che anche Samsung, il competitore principale di Apple, sia al lavoro su un GalaxyWatch, un orologio smart basato sul sistema operativo Android. La stessa Google, come ormai noto, ha intenzione di lanciare già il prossimo anno gli occhiali smart che dovrebbero aprire un nuovo mercato dei dispositivi mobili indossabili. Apple tiene d’occhio anche questa partita, come dimostrato dai brevetti in questo senso già depositati dalla compagnia. Ed è pronta ad estendersi anche nei salotti, potenziando ed espandendo anche la sua linea dedicata alla tv, che ora presenta solo il dispositivo Apple Tv, e che potrebbe ricevere importanti aggiornamenti nei prossimi mesi, o addirittura essere estesa con uno SmartTv targato Apple. Non è ancora possibile stimare il valore del mercato che questa nuova ondata di dispositivi mobili, che sembrano inseguire sempre più da vicino i consumatori, puntando a una vicinanza anche fisica, possano generare. Per Apple si tratta di dimostrare di essere in grado di innovare e aggiungere nuovi business a quelli – tutti sopra al miliardo per valore – attualmente gestiti dalla casa. Una dimostrazione importante, visto la pressione cui è sottoposta da investitori e azionisti. Che, da un lato, vogliono accedere alla riserva cash di Apple – come dimostra la class action intentata da uno dei fondi che partecipa all’azionariato – e dall’altra sono preoccupati dalla prospettiva di saturazione del mercato di smartphone di fascia alta e di tablet. Nei quali, fra l’altro, la pressione competitiva sempre maggiore ha portato a un netto ridimensionamento dei margini medi. Ma solleva perplessità anche la capacità del segmento computer di Apple a resistere al declino ormai inesorabile dei personal computer. L’iWatch potrebbe permettere alla compagnia di soddisfare anche un’altra richiesta degli investitori: quella di entrare nel mercato degli smartphone low-cost, con un modello da circa 199 dollari per agganciare un segmento che quest’anno dovrebbe valere – nelle stime di Piper Jeffrey – 135 miliardi di dollari. A detta di alcuni osservatori, l’iWatch potrebbe infatti addirittura sostituire l’iPhone low-cost. Una mossa inaspettata, ma tutto sommato prevedibile: Cupertino è sempre la casa del think different.