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 2013  febbraio 24 Domenica calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - L’ULTIMO ANGELUS DI BENEDETTO XVI


REPUBBLICA.IT
ROMA - ’’Cari fratelli e sorelle, grazie per il vostro affetto. Dio mi chiama a salire sul monte per dedicarmi ancora di più alla preghiera e alla meditazione. Ma questo non significa abbandonare la Chiesa": Benedetto XVI ha salutato una Piazza San Pietro affollata da più di centomila fedeli, secondo il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, e le forze dell’ordine, per l’ultimo suo Angelus. "Se Dio mi chiede questo è proprio perché io possa continuare a servirla con la stessa dedizione e lo stesso amore con cui l’ho fatto fino ad ora, ma in un modo più adatto alla mia età e alle mie forze", ha aggiunto il Papa, commosso, ma deciso, più volte interrotto dagli applausi. "Ringraziamo il Signore per il sole che ci dona’’, ha anche scherzato Benedetto XVI, sottolineando la tregua meteorologica, dopo le piogge di questi giorni su Roma.

IL TWEET DEL CARDINALE MAHONEY

JUST A FEW HOURS BEFORE MY DEPARTURE FOR ROME. WILL [...] FROM ROME, EXCEPT DURING THE ACTUALE CONCLAVE ITSELF. PRAYE

"Nella Quaresima - ha detto Benedetto XVI affacciato alla finestra del suo studio - impariamo a dare il giusto tempo alla preghiera, personale e comunitaria, che dà respiro alla nostra vita spirituale. Inoltre - ha proseguito il Papa a commento del racconto evangelico odierno sulla trasfigurazione - la preghiera non è un isolarsi dal mondo e dalle sue contraddizioni, come sul Tabor avrebbe voluto fare Pietro, ma l’orazione riconduce al cammino, all’azione. "L’esistenza cristiana - ho scritto nel Messaggio per questa Quaresima - consiste in un continuo salire il monte dell’incontro con Dio, per poi ridiscendere portando
l’amore e la forza che ne derivano, in modo da servire i nostri fratelli e sorelle con lo stesso amore di Dio. Cari fratelli e sorelle - ha aggiunto Benedetto XVI - questa Parola di Dio la sento in modo particolare rivolta a me, in questo momento della mia vita", ha detto il Papa. ’’Grazie, in preghiera siamo sempre vicini’’, ha detto salutando la folla per l’ultima volta.

Quattro maxi-schermi hanno consentito di seguire l’evento anche a chi non è riuscito a guadagnare una posizione favorevole. Rigidi i controlli delle forze dell’ordine. In presidio forze dell’ordine e protezione civile: la macchina organizzativa ha previsto lo schieramento di circa 2.000 uomini, tra agenti e volontari, la presenza di cecchini sui tetti e la bonifica dei tombini.

Addio su Twitter. ’’In questo momento particolare, vi chiedo di pregare per me e per la Chiesa, confidando come sempre nella Provvidenza di Dio’’, è stato l’ultimo tweet del Papa subito dopo l’Angelus.

Conto alla rovescia. Parte lunedì il conto alla rovescia per il Pontificato: il Papa incontrerà alcuni cardinali in udienze singole, probabilmente anche i tre cardinali che hanno svolto per Benedetto XVI le indagini sulla fuga di documenti riservati (Vatileaks), Julian Herranz, Josef Tomko e Salvatore De Giorgi. Annullato l’incontro con i vescovi delle Marche previsto in questo giorno per la visita ’Ad limina apostolorum’. Mercoledì 27, alle 10.30, l’ultima udienza generale di Benedetto XVI si svolgerà in Piazza San Pietro: previsto un grande afflusso di fedeli. Giovedì 28 febbraio, ultimo giorno del Pontificato, alle 11 in Sala Clementina avrà luogo il saluto personale ai cardinali presenti in Roma. Alle 17, infine, il commiato dai cardinali Tarcisio Bertone (segretario di Stato) e Angelo Sodano (decano del collegio cardinalizio), la partenza in elicottero dal Vaticano e l’accoglienza a Castel Gandolfo da parte del presidente e del segretario del governatorato, card. Giuseppe Bertello e mons. Giuseppe Sciacca, del sindaco e del parroco di Castel Gandolfo. In serata, il Papa saluterà i fedeli radunati davanti all’ingresso del palazzo apostolico della cittadina laziale. Alle ore 20 del 28 febbraio inizia la sede vacante. Benedetto XVI tornerà in Vaticano dopo circa due mesi, quando sarà completato il restauro del monastero ’Mater Ecclesiae’ dove risiederà. E quando sul soglio di Pietro siederà il prossimo Papa.


(24 febbraio 2013) © Riproduzione riservata


ORA PER ORA - REPUBBLICA.IT
Applausi, bandiere e striscioni: "Grazie Padre". Quattro maxi schermi, trasporti potenziati, duemila agenti schierati e fedeli di tutto il mondo in una piazza San Pietro blindata per l’ultimo Angelus, alle 12, di Papa Benedetto XVI. Vaticano. Una piazza gremita di persone "Oltre 10mmila" come ha riferito il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi. La folla di persone è arrivata fino a piazza Pio XII. Oggi è la prova generale: è il penultimo impegno pubblico romano del pontefice, poi verrà l’udienza generale di mercoledì mattina prima dell’addio di giovedì, quando, alle 17, l’elicottero papale - salutato dalle campane di Roma - si alzerà in volo con destinazione Castel Gandolfo: dal Palazzo Pontificio Benedetto XVI si affaccerà per salutare i fedeli, poi si immergerà nella preghiera e dalle 20 inizierà la Sede Vacante. A incoraggiare i fedeli anche un timido sole che ha allontanato la minaccia della pioggia.

L’ARRIVO DEI FEDELI IN PIAZZA SAN PIETRO
GLI STRISCIONI DEI PELLEGRINI: "GRAZIE PAPA"

ore 12.48 Il Papa su Twitter: "Pregate per me e per la chiesa"
"In questo momento particolare, vi chiedo di pregare per me e per la Chiesa, confidando come sempre nella Provvidenza di Dio". Così il Papa su Twitter dopo l’ultimo Angelus.

ore 12.43 Piazza San Pietro si sta svuotando, fiume di persone in via della Conciliazione
Un fiume di persone si è riversato in via della Conciliazione a Roma dopo l’ultimo Angelus di Papa Benedetto XVI. Piazza San Pietro si sta lentamente svuotando mentre rimangono assiepati alcuni gruppi di fedeli, tra cui molti stranieri. In tanti scattano foto prima di lasciare la piazza per ricordare un evento storico e - dicono - irripetibile. Il flusso di persone che sta abbandonando San Pietro è diretto sul lungotevere dove il traffico è rallentato.

ore 12.20 Padre Lombardi: "Presenti oltre 100mila fedeli"
Sono oltre 100 mila i fedeli presenti oggi all’ultimo Angelus di Benedetto XVI. La stima prudente è del portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi. Si può notare, tuttavia, grazie alle riprese dall’alto, che la folla occupava anche Borgo Santo Spirito e Borgo Sant’Angelo, oltre a piazza San Pietro, piazza Pio XII e la metà circa di via della Conciliazione.

ore 12.18 La piazza saluta Benedetto XVII con "Viva il Papa"
Un ultimo saluto per Benedetto XVI, nel suo ultimo Angelus dalla piazza: ’’Viva il Papa’’. E’ questo il tributo che i fedeli hanno fatto al Pontefice. Poi lentamente la piazza ha cominciato a chiudere gli striscione e abbassare le bandiere.

ore 12.16 Papa: "Nella preghiera siamo sempre vicini"
’’Grazie, in preghiera siamo sempre vicini’’. Sono le ultime parole dette da Papa Benedetto XVI all’Angelus

ore 12.15 Papa: "Grazie per affetto e preghiera"
’’Vi ringrazio per l’affetto e per la condivisione, specialmente nella preghiera, di questo momento particolare per la mia persona e per la Chiesa’’, ha detto papa BenedettoXVI rivolgendo il saluto ai pellegrini di lingua italiana. ’’So - li ha salutati il Papa - che sono presenti molte diocesi, rappresentanti movimenti, numerosi rappresentanti di associazioni, istituzioni, come pure tanti giovani, anziani e famiglie. A tutti - ha concluso - auguro una buona domenica e una buona settimana. Nella preghiera siamo sempre vicini. Ringraziamo il Signore per un po’ di sole che oggi ci dona".

ore 12.13 La folla dei fedeli arriva fino a piazza Pio XII
Arriva fino a piazza Pio XII la folla di fedeli che si accalca per ascoltare l’ultimo Angelus di Papa Benedetto XVI. A via della Conciliazione alcune persone si affrettano correndo per non perdere la preghiera del Pontefice e ascoltare da più vicino le sue parole. Sulla strada, ovunque, ci sono decine di vigili, addetti della Protezione civile, operatori della Croce Rossa e della società di servizi Ama. Tra la gente, soprattutto famiglie ma anche tante giovani coppie.

ore 12.10 Ancora applausi dai fedeli, il Papa interrotto più volte
Papa Benedetto XVI viene interrotto durante l’Angelus almeno due volte dagli applausi dai fedeli in piazza. Particolarmente forte è l’acclamazione quando fa riferimento alla sua scelta. Il pontefice ha sorriso e risposto: ’’Grazie grazie’’.

ore 12.09 Papa: "Ringraziamo il Signore per il sole che ci dona"
"Grazie, ringraziamo il Signore per questo sole che ci dona’’, ha detto Papa Benedetto XVI all’Angelus rivolto ai fedeli in piazza. Dopo la pioggia di ieri questa mattina a Roma è spuntato il sole.

ore 12.08 Lungo applauso della folla
Un lungo applauso ha salutato Papa Benedetto XVI quando si è affacciato alla finestra. Pochi secondi prima la folla scandiva il suo nome, accompagnato da applausi. I fedeli hanno scelto di assieparsi sotto i due maxi schermi collocati ai due lati del Colonnato, mentre è vuota la parte vicina al Sagrato, dove sono collocati altri due maxi schermi, leggermente più piccoli. Un elicottero sorvola l’area del Vaticano.

ore 12.06 Papa: "Dio mi chiama sul monte, ma non abbandono la chiesa"
"In questo momento della mia vita", "il Signore mi chiama a ’salire sul monte’, a dedicarmi ancora di più alla preghiera e alla meditazione. Ma questo non significa abbandonare la Chiesa, anzi, se Dio mi chiede proprio questo è perché possa continuare a servirla con la stessa dedizione e lo stesso amore con cui l’ho fatto finora, ma in un modo più adatto alle mie forze’’, ha detto il Papa.

ore 12.05 Papa: "Pietro voleva restare sul monte Tabor, ma Dio non volle"
"Quando Pietro salì sul monte Tabor a pregare e voleva restarci, pregando fu ricondotto ’’al cammino, all’azione’’. Lo ha ricordato il Papa, che ha scelto di rinunciare al pontificato prendendo questa decisione nella preghiera e davanti a Dio. Lo ha detto all’Angelus, commentando il Vangelo della Trasfigurazione.

ore 12.02 Papa: "Preghiera non è isolarsi dal mondo"
La preghiera non è un isolarsi dal mondo e dalle sue contraddizioni’’ ma ’’l’orazione riconduce al cammino, all’azione’’. Lo ha detto Papa Benedetto XVI all’Angelus aggiungendo che senza la preghiera ’’tutto l’impegno dell’apostolato si riduce ad attivismo’’.

ore 12.01 Papa ai fedeli: "Grazie per il vostro affetto"

ore 11.44 La finestra del papa viene aperta
Viene aperta la finestra dell’appartamento pontificio e applausi

ore 11.20 Tante parrocchie e bandiere di tutto il mondo
In piazza San Pietro sono tante le parrocchie di tutta Italia e migliaia i pellegrini di tutto il mondo che sventolano bandiere soprattutto di paesi sudamericani, come Argentina, Brasile, Ecuador, Cile e Honduras. Presenti anche i dipendenti dell’Idi.

ore 11.05 Folla in piazza San Pietro
Piazza San Pietro affollata a pochi muniti dall’ultimo Angelus di Papa Benedetto XVI. Quattro maxischermi consentiranno di seguire l’evento anche a chi non riuscirà a guadagnare una posizione favorevole. Rigidi i controlli delle forze dell’ordine.

ore 11 In piazza anche minuta dell’Ecuador
In piazza San Pietro, in attesa dell’ultimo Angelus di papa Benedetto XVI ci sono anche una cinquantina di ecuadoregni della Comunità di San Mario. ’’Siamo qui per ringraziarlo - spiega uno di loro - perché abbiamo fede in Benedetto XVI’’. Espongono un cartello con su scritto ’’Santidad te agradecemos por tu pontificado’’.

ore 10.45 Unitalsi garantisce assistenza ai disabili
In occasione dell’ultimo Angelus di Benedetto XVI l’assistenza ai tanti disabili a Piazza San Pietro è garantita da oltre 50 volontari dell’Unione nazionale italiana trasporto ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali (Unitalsi) presenti con due postazioni: una su via della Conciliazione, l’altra nell’area antistante il Sant’Uffizio. Inoltre, è attivo tutti i giorni il numero verde 800.062.026 che sarà un punto di riferimento per le persone disabili per informazioni sulla città di Roma, per segnalare problematiche e situazioni di disagio e per ricevere aiuto nel muoversi per potere accedere alle cerimonie pontificie fino all’elezione del nuovo Pontefice.

ore 10.42 Presente in piazza anche Pietro Orlandi
Presente in piazza anche Pietro Orlandi, fratello di Emanuela la ragazza scomparsa nel giugno del 1983. Fino all’ultimo Angelus del Papa, il fratello ha sperato in un gesto, una parola del pontefice rivolta a sua sorella. Insieme a una decina di persone ha esposto uno striscione e cartelli con le lettere per comporre il nome "Emanuela".

ore 10.30 I 450 Papa Boys con rosari benedetti
Venti rosari benedetti dal Papa sono stati portati ieri sera da un cerimoniere di Benedetto XVI ai Papaboys che dal giorno dell’annuncio delle sue dimissioni pregano, ininterrottamente, 24 ore su 24, nella chiesa di Santa Maria delle Grazie alle Fornaci, nei pressi della Città Vaticana. Lo riferiscono il presidente nazionale dei Papaboys Daniele Venturi e la portavoce Loredana Corrao, i quali, insieme a 450 giovani, si trovano in piazza San Pietro per l’ultimo Angelus di Papa Benedetto XVI. Martedì alle 15 porteranno sotto la statua di San Pietro, davanti alla basilica, la croce dei giovani regalata da Papa Giovanni Paolo II nel 1985. ’’Faremo - annunciano - una grande preghiera in latino’’.

ore 10.15 Piazza San Pietro si sta riempiendo di fedeli
Piazza San Pietro sta gradualmente riempiendosi di fedeli per l’appuntamento delle 12 con Papa Benedetto XVI, che guiderà oggi l’ultimo Angelus del suo Pontificato.

ore 9. 54 Quattro maxischermi in piazza San Pietro
Quattro maxi-schermi sono in funzione in piazza San Pietro: due sono stati collocati ai lati del Sagrato e due all’inizio dei due lati del Colonnato. Sui maxi-schermi vengono mandate le immagini della stessa piazza in cui stanno affluendo pellegrini e turisti.

ore 9.50 Attesa Angelus, aperta via della Conciliazione
A due ore dall’inizio dell’Angelus, l’ultimo di Papa Benedetto XVI, via della Conciliazione è ancora aperta. I vigili urbani in servizio in piazza Pio XII, hanno spiegato che la chiusura della strada, all’altezza di via Traspontina, scatterà ’’ad esigenza’’ ovvero se le condizioni lo richiederanno.

(24 febbraio 2013)

CONTESTAZIONI - REPUBBLICA.IT
LONDRA - Non bastava il caso Mahony, sul conclave che dovrà eleggere il nuovo Papa piove un’altra grana che stavolta arriva dal Regno Unito. Uno degli "elettori" del pontefice, il cardinale scozzese Keith O’Brian, è stato accusato di "comportamento inappropriato" da tre sacerdoti e un ex sacerdote in Scozia. A svelare la notizia sono il Guardian e l’Observer.

Secondo il Guardian, i quattro hanno sottoposto la loro segnalazione, con riferimento a un periodo che risale a fino 33 anni fa, al Nunzio apostolico in Gran Bretagna, Antonello Mennini, chiedendo le dimissioni immediate del porporato. Un portavoce del cardinale ha fatto sapere che le affermazioni degli ’accusatori’ sono state contestate. O’Brien ha 74 anni e si dovrebbe ritirare il mese prossimo.

A quanto emerge, uno dei denuncianti ritiene che O’Brian avesse sviluppato nei suoi confronti un rapporto definito "inappropriato" e che ciò lo abbia costretto ad anni di assistenza psicologica. I quattro, si legge ancora sulla versione online del quotidiano, affermano di essersi rivolti al Nunzio già prima dell’annuncio delle dimissioni di Benedetto XVI, l’11 febbraio scorso. L’Observer riferisce che i quattro farebbero parte della diocesi di St Andrews e di Edimburgo di cui è titolare O’Brien. Inoltre, i denuncianti temono che una partecipazione del primate scozzese all’elezione del Papa vorrebbe dire che la Chiesa ha ignorato le loro rivendicazioni.

Il primo caso - secondo quanto riporta l’Observer - risale al 1980 quando uno degli accusatori era "un seminarista 18enne al Drygrange college a St Andrews, dove O’Brien era il suo direttore spirituale", e dove, secondo il domenicale, l’attuale cardinale gli avrebbe fatto delle "avance inappropriate dopo la preghiera della notte". All’epoca, l’uomo, ha spiegato di essere "troppo terrorizzato per denunciare il caso". Venne ordinato sacerdote, ma si spogliò dell’abito talare quando seppe che O’Brien era stata nominato vescovo.

Per quanto riguarda gli altri tre ’denunciati’, tutti ancora sacerdoti, il primo ha riferito di di essere stato oggetto di "un contatto inopportuno" da parte di O’Brien nella sua prima parrocchia; il secondo ha spiegato che nel 1980 fu invitato a passare un settimana con l’attuale cardinale nella sua residenza e qui, ha detto, di essere stato vittima di un comportamento inadeguato dopo una bevuta a notte fonda; l’ultimo sacerdote ha dichiarato che quando era un giovane prete O’Brien utilizzava la vicinanza durante le preghiere serali per "contatti inappropriati".

Ieri il cardinale scozzese, in un’intervista alla Bbc, aveva confermato la sua intenzione di partire per Roma il prossimo martedì per partecipare al conclave. L’intervista aveva suscitato clamore per alcune sue dichiarazioni sulla opportunità per i preti di sposarsi: "Se lo vogliono dovrebbero poterlo fare", aveva detto il cardinale. In passato invece, O’Brian aveva manifestato posizioni molto conservatrici, in particolare rispetto all’omosessualità che aveva condannato come immorale e contro i matrimoni gay che aveva definito "dannosi".

(23 febbraio 2013)

LE ACCUSE DI BERTONE
Un tentativo di condizionare il Conclave. La Segreteria di Stato della Santa Sede attacca la stampa, parlando di una volontà di influenzare l’opinione dei cardinali, con la diffusione di "notizie spesso non verificate, o non verificabili, o addirittura false, anche con grave danno di persone e istituzioni".

"Nel corso dei secoli - continua il testo - i cardinali hanno dovuto far fronte a molteplici forme di pressione, esercitate sui singoli elettori e sullo stesso Collegio, che avevano come fine quello di condizionarne le decisioni, piegandole a logiche di tipo politico o mondano". "Se in passato sono state le cosiddette potenze, cioè gli Stati, a cercare di far valere il proprio condizionamento nell’elezione del Papa, oggi si tenta di mettere in gioco il peso dell’opinione pubblica, spesso sulla base di valutazioni che non colgono l’aspetto tipicamente spirituale del momento che la Chiesa sta vivendo".

Un tentativo di respingere quanto emerso in queste ore sul caso Vatileaks, sulle lotte di potere e danaro nelle stanze del Vaticano e sul dossier consegnato a Ratzinger dai tre cardinali incaricati di indagare sulla fuga di notizie. E anche le ricostruzioni sulla vicenda di monsigno Ettore Balestrero, numero due di Bertone, allontanato dalla Curia ufficialmente per una promozione come nunzio in Colombia.

Padre Lombardi attacca i media. Un prima critica alla stampa era già arrivata questa mattina con una dichiarazione del portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, ai microfoni di Radio Vaticana. Mentre la Chiesa Cattolica vive con sofferenza la fine di un grande Pontificato, "non manca chi cerca di approfittare del momento di sorpresa e di disorientamento degli spiriti deboli per seminare confusione e gettare discredito sulla Chiesa e sul suo governo, ricorrendo a strumenti antichi, come la maldicenza, la disinformazione, talvolta la stessa calunnia, o esercitando pressioni inaccettabili per condizionare l’esercizio del dovere di voto da parte dell’uno o dell’altro membro del Collegio dei cardinali, ritenuto sgradito per una ragione o per l’altra", ha detto padre Lombardi.

L’incontro con Napolitano. Una polemica esplosa, sulle agenzie di stampa, proprio mentre il Papa incontrava il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Un colloquio intenso anche per il rapporto di rispetto fra Napolitano e Benedetto XVI. "Pregherò per l’Italia", ha detto il Papa Ratzinger. Sia il Papa, sia il presidente, sia sua moglie Clio che lo accompagnava sono apparsi molto commossi in quest’ultimo incontro, alla vigilia della "rinuncia" di Benedetto XVI, che lascerà giovedì 28 febbraio. Signor Presidente, ha trovato il tempo di venire a salutarmi", ha detto il Papa. "No, è lei mi ha dato opportunità di rivederla", ha risposto Napolitano. Il Papa ha "ancora una volta espresso al Presidente e alla Signora" Clio "gratitudine per la loro amicizia e i migliori auspici per il bene dell’Italia, in particolare in questi giorni e in questo tempo di scelte impegnative".

LO SPECIALE

Benedetto XVI: "Il Maligno vuole sporcare la creazione". Uscendo dal silenzio nella breve riflessione con la quale ha concluso gli Esercizi Spirituali, ha parlato ai cardinali di curia. "Il Maligno vuole sempre sporcare la creazione per contraddire Dio e per rendere irriconoscibile la sua verità e la sua bellezza", ha detto Benedetto XVI che ha aggiunto: "Il ’molto bello’ del sesto giorno - espresso dal Creatore - è permanentemente contraddetto dal male di questo mondo, dalla sofferenza, dalla corruzione". Un tema quello dello ’spirito del male’ e dell’egoismo che ricorre più volte nei messaggi del Pontefice, dal giorno in cui ha annunciato le dimissioni.

(23 febbraio 2013)

DAL SITO DEL GUARDIAN


When Pope Benedict XVI tendered the first papal resignation in almost 600 years, the more hopeful of his flock said it would help the Roman Catholic church make a break with its recent past and usher in a new era of missionary vibrancy untainted by intrigue and scandal.

The headlines of the past fortnight, however, have shown quite how unlikely that is. Not only has anger built over the role of several compromised cardinals in the choosing of a papal successor, but increasingly lurid claims have emerged about why Benedict chose to stand down in the first place.

A major new controversy, therefore, is the last thing that the Vatican needs. Rather than heralding a bold new dawn, the most unexpected and unpredictable conclave in centuries looks increasingly likely to be overshadowed – just as much of Benedict’s papacy was – by scandal.

The clerical sex abuse scandals that dominated Benedict’s eight years as pope have left several prelates due to take part in conclave facing questions over how they handled the affairs.

They include Cardinal Justin Rigali, the former archbishop of Philadelphia, who retired in 2011, five months after the archdiocese was stunned by an abuse scandal, and Cardinal Timothy Dolan, the archbishop of New York, who last week was questioned over the abuse of children by priests in his former archdiocese of Milwaukee. Lawyers are interested in knowing when Dolan learned of the allegations and when he made them public.

Closer to home, Cardinal Seán Brady, the primate of All Ireland, has come under pressure not to attend conclave next month. The prelate has faced calls to resign over his failure in the 1970s to report the activities of a serial abuser and his apologies have done little to quell the anger. Last week Christine Buckley of the Aislinn Centre for abuse survivors in Dublin told journalists Brady would express his apology best "by not going to Rome". Her appeal, however, will not be heeded; Brady has confirmed he will take part in conclave as planned.

Amid all these names, there is one in particular that has attracted most anger: the American Cardinal Roger Mahony, whose transgressions have emerged more recently and caused outrage among Catholics in Los Angeles, where he is archbishop emeritus. Last month, a court ordered the release of files relating to over 120 priests accused of child sex abuse which showed that Mahony, along with other officials, had protected the clerics. He was publicly reprimanded by his successor as archbishop of Los Angeles and stripped of his public and administrative duties.

But, in spite of incredulity at the grass roots, he has steadfastly insisted on his right to vote in conclave, claiming he has been "scapegoated" and unfairly disgraced. On Friday night, before he was due to be questioned under oath about a visiting Mexican priest accused of abusing 26 children, he posted a message on Twitter that read: "Just a few short hours before my departure for Rome. Will be tweeting often from Rome, except during the actual Conclave itself. Prayers!" His determination has infuriated Catholics in the US: thousands have signed a petition demanding Mahony recuse himself from the conclave – or, in its words, "stay home!"

It also appears to have caused consternation in the Catholic establishment in Italy, with the influential magazine Famiglia Cristiana running a poll asking readers if the American cardinal should attend or not. The answer was no.

In recent days conclave has not been the only cause of controversy. Benedict’s surprise resignation has generated intense speculation over the internal machinations of the Vatican, with the latest report claiming he chose to quit after reading of a network of gay prelates in the church, some of whom were vulnerable to blackmail. According to La Repubblica, the pope decided to resign in December after receiving a report into the so-called Vatileaks affair which claimed that one of many "factions" within the church was a group of priests "united by sexual orientation".

Last week the pope’s spokesman Federico Lombardi declined to confirm or deny the claims. But on Saturday he went on the attack against what he said was a rumour mill working overtime to discredit the church.

Writing on the website of Vatican Radio, he condemned the "gossip, misinformation and sometimes slander" that had been swirling in the wake of the announcement.

"Those who consider money, sex and power before all else and are used to reading diverse realities from these perspectives, are unable to see anything else, even in the Church, because they are unable to gaze toward the heights or descend to the depths in order to grasp the spiritual dimensions and reasons of existence," he wrote. "This results in a description of the Church and of many of its members that is profoundly unjust."
CARDINAL O’BRIEN

Cardinal Keith O’Brien is the leader of the Roman Catholic church in Scotland and has acquired a reputation for speaking his mind on homosexuality, abortion and secularism. In 2007, he compared the rate of abortion to "two Dunblane massacres a day" and last year called for women who want terminations to be shown ultrasound scans of their unborn baby. The Northern Irish-born 74-year-old is never short of an inflammatory remark, but it was his outburst on homosexuality last November that led gay rights lobby group Stonewall to award him its Bigot of the Year prize.

O’Brien was appointed archbishop of St Andrews and Edinburgh in 1985 and was initially thought to be somewhat liberal, defending the rights of gay teachers to work in Catholic schools. In 2003 Pope John Paul II made him only the third Scottish cardinal since the Reformation. He was part of the conclave to appoint Pope Benedict and will take part in the appointing of his successor next month.

In recent years O’Brien has been known for a more strident tone. He has vigorously opposed civil partnerships and says gay marriage is "like slavery". He also attacked the government over the 2008 embryo bill, calling it "monstrous" and "evil". Last week, to general surprise, he said he believed priests should be allowed to marry: "It’s a free world and I realise that many priests have found it very difficult to cope with celibacy as they have lived out their priesthood and felt the need of a companion, a woman, to whom they could get married and raise a family of their own."

Born in County Antrim, O’Brien moved to Scotland as a boy. He was ordained in 1965 and trained as a teacher, working as a science teacher, then as spiritual director in two seminaries. He suffers heart problems and has a pacemaker.