Varie, 23 febbraio 2013
Habtamu Scacchi, 14 anni. Etiope, entrambi i genitori morti in guerra, adottato a 9 anni assieme a un fratellino minore dai coniugi Marco e Giulia Scacchi di Paderno Dugnano (Milano), «volto riflessivo, occhi intelligenti», ben inserito a scuola, scout, chierichetto in parrocchia, l’anno scorso, dopo aver chiesto più volte ai suoi «perché avete adottato proprio me, perché non un altro al posto mio?», e anche «dov’è l’Africa, quant’è lontana?», in tasca una cartina geografica era fuggito di casa e quando la polizia giorni dopo l’aveva trovato a Napoli - dove era arrivato in autobus, in treno e a piedi, mangiando quasi nulla, chiedendo l’elemosina e dormendo, di gennaio, nei campi - aveva raccontato che voleva tornare in Etiopia per riabbracciare i fratelli e gli zii, di cui aveva una gran nostalgia
Habtamu Scacchi, 14 anni. Etiope, entrambi i genitori morti in guerra, adottato a 9 anni assieme a un fratellino minore dai coniugi Marco e Giulia Scacchi di Paderno Dugnano (Milano), «volto riflessivo, occhi intelligenti», ben inserito a scuola, scout, chierichetto in parrocchia, l’anno scorso, dopo aver chiesto più volte ai suoi «perché avete adottato proprio me, perché non un altro al posto mio?», e anche «dov’è l’Africa, quant’è lontana?», in tasca una cartina geografica era fuggito di casa e quando la polizia giorni dopo l’aveva trovato a Napoli - dove era arrivato in autobus, in treno e a piedi, mangiando quasi nulla, chiedendo l’elemosina e dormendo, di gennaio, nei campi - aveva raccontato che voleva tornare in Etiopia per riabbracciare i fratelli e gli zii, di cui aveva una gran nostalgia. Sparito di nuovo di casa la notte di mercoledì 13 febbraio, trovato che penzolava da un albero, giovedì 21, a Biassono, distante una quindicina di chilometri da Paderno Dugnano (il suicidio risalirebbe a domenica 17). Un biglietto, lasciato sotto al cusicno, in cui diceva di volerla fare finita perché alla vita in Italia non riusciva ad adattarsi. Domenica 17 febbraio a Biassono, Lombardia.