Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  febbraio 21 Giovedì calendario

A ROMA NON CI VADO PIÙ VOGLIO UNA REGIONE CHE SI FACCIA SENTIRE ANCHE IN EUROPA


[Roberto Maroni ]

Sono le prime elezioni della Lega senza Umberto Bossi. Quindi se vanno male la colpa sarà solo di Roberto Maroni, candidato alla presidenza della Regione Lombardia che otto mesi fa ha fatto fuori il cerchio magico del fondatore. Se invece vanno bene e Maroni diventa presidente della regione, il merito sarà della coalizione che lo sostiene, cioè del Pdl.
A proposito di alleanze: aveva una faccia un po’ così quando Maurizio Crozza, imitando Silvio Berlusconi, le ha detto a «Ballarò»: «Bobo, ci sei cascato di nuovo…».
(silenzio)
Poi tanto lei dice il contrario di quello che dice il Cavaliere...
Abbiamo firmato un programma di 50 paghe e su quello non c’è alcuna discussione. E il condono tombale in quelle 50 pagine non c’è.
Cinquanta pagine sono tante.
Quello di Romano Prodi del 2006 era di 281. Ma con questo non solo si vince, si governa.
Oltre al programma cosa serve per vincere?
Un fisico bestiale. Sono fuori a cena tutte le sere, mi offrono tutti piatti fantastici e invece sono costretto a mangiare il meno possibile. Poi bisogna dormire poco: a me bastano 3 ore, ma nel mio letto.
Queste sono le prime elezioni che la Lega affronta senza Bossi.
È un giudizio importante per me, però sono il candidato più forte che la coalizione potesse esprimere.
Che peso avranno le inchieste della magistratura sul Pirellone?
Non lo so, vedremo, certo è che paghiamo un prezzo molto alto. Ma io sono stato scelto perché sono la garanzia che ciò che è successo con l’assessore Domenico Zambetti, che ha comprato i voti della criminalità organizzata, non si ripeterà più.
Tuttavia della vecchia giunta ha fatto parte anche la Lega.
Certo, ed è stata una buona esperienza con persone capaci e competenti che, però, non sono state in grado di frenare l’infiltrazione della criminalità organizzata in Lombardia.
Quindi la ’ndrangheta c’è, in Lombardia. Allora aveva ragione Roberto Saviano?
No, un momento, io mi infuriai con Saviano perché in tv disse che in Lombardia la ’ndrangheta interloquisce con la Lega. Io pretesi di andare in video e smentirlo. E lo rifarei.
Perché, non è vero?
No!
Ma come fa a dire che in Lombardia c’è la ’ndrangheta e contemporaneamente dire che il partito più rappresentativo ne è immune?
Non lo dico, lo urlo. E ho te prove. Il nostro candidato a Rho, Marco Tizzoni, ha perso le elezioni per 380 voti e da una intercettazione si è scoperto che aveva rifiutato l’offerta della criminalità che gliene aveva offerti 500.
Non è una prova, è un indizio.
Il secondo indizio sono io, che da ministro dell’Interno, in tre anni, ho sequestrato beni alla criminalità organizzata per 25 miliardi di euro, il 600 per cento in più rispetto ai tre anni precedenti.
Manca il terzo indizio per fare la prova.
Nessuno della Lega è coinvolto in vicende di criminalità organizzata.
Lei è in Parlamento dal 1992, adesso si candida alla guida della Lombardia. Tra 5 anni che fa, torna in Parlamento?
Io non andrò mai più a Roma. Io mi gioco tutto in Lombardia, mica come Gabriele Albertini che è candidato pure a Roma.
E poi che farà? Si ritira?
Preparerò la successione al vertice della Lega.
Scalda il posto per Matteo Salvini?
Non c’è solo Salvini. Ci sono anche Luca Zaia, Roberto Cota e Sonia Viale. Comunque deciderà il congresso.
Che cosa succede se Lombardia, Piemonte e Veneto vengono governati dalla Lega?
Intanto si tratta di giunte di coalizione insieme al Pdl e in questo senso aggiungerci anche il Friuli Venezia Giulia. Ogni giunta applica il programma grazie al quale ha vinto le elezioni. Ma forse mi voleva chiedere della macroregione...
Sì.
La macroregione è un progetto sostenuto dal rettore del Politecnico, Giovanni Azzone, che ha auspicato che Milano sia il centro di una grande regione che va da Torino a Trieste. Macroregione è l’unione dei territori che, cooperando insieme, possono realizzare più velocemente progetti infrastrutturali, mettere in comune politiche virtuose, abbattere costi e avere più voce nelle trattative con Roma e Bruxelles.
Ma a Bruxelles ci va il ministro della Repubblica italiana, mica l’assessore della Lombardia.
E chi l’ha detto? La macroregione del Nord ha una presenza importantissima nel settore agricolo e non c’è dubbio che, per esempio, su questo argomento il Nord debba avere un filo diretto con l’Europa.
Se potesse scegliere tra l’euro e l’adesione alla Ue, che cosa preferirebbe?
Scelgo di tenermi l’Europa e di rinunciare all’euro, come la Gran Bretagna. A noi questa Europa antidemocratica non piace: vogliamo il suffragio universale e la rappresentanza delle regioni, non degli stati.
Si tiene l’euro e magari lo affianca con una moneta complementare?
Avverto un sottile sarcasmo nella domanda. Leggo dal Sole 24 Ore del 16 febbraio. Titolo: «Unindustria Bologna rilancia la moneta complementare». Testo: «L’industria bolognese rilancia l’idea di una moneta complementare per offrire un’alternativa concreta alla fame di liquidità delle imprese, alla scarsità di credito offerto dalle banche e alle turbolenze dei mercati finanziari». Svolgimento: noi faremo la moneta complementare,
Nelle ultime settimane c’è stata un’ondata di avvisi di garanzia e arresti che hanno coinvolto le maggiori industrie del Paese. È una nuova Tangentopoli?
No, è un attacco al sistema industriale italiano che ha lo scopo di costringerci a vendere i nostri gioielli.
Finmeccanica...
Embè? E allora?
L’ex amministratore delegato, Giuseppe Orsi, è in carcere e lo aveva indicato lei per quel ruolo.
A parte il fatto che le accuse a Orsi sono ancora da dimostrare e spero che accada molto presto...
Andiamo al punto: la Lega ha preso tangenti dalla Finmeccanica?
No.
E lei personalmente?
No, e chi lo sostiene è un mascalzone che dovrà risponderne in sede civile e penale.
Nel solo 2012 il presidente della regione Roberto Formigoni ha fatto 109 nomine. Lei che criterio seguirà per le nomine nelle società pubbliche?
Farò scegliere i manager dai cacciatori di teste. Nessun figlio di e nessun raccomandato.
In Lombardia c’è il buono scuola e la concorrenza tra pubblico e privato in sanità. Li manterrà o li smantellerà?
Manterrò il buono scuola e la concorrenza in sanità, ma siccome il livello di discrezionalità è molto ampio, sarà costituita un’autorità che controllerà ogni mia decisione.
Il suo slogan è: «Prima il Nord». Prima di chi?
Prima di Roma.
«Roma ladrona» ormai è lo slogan di Beppe Grillo, lei, dopo 20 anni in Parlamento, dopo Francesco Belsito, dopo il «cerchio magico», non lo può più usare.
Grillo cavalca l’antipolitica dicendo che bisogna buttare le bombe su Montecitorio... Diventerà politico ancora più politico degli altri. Verrà fagocitato.
Lo dice per esperienza?
Scommetto che alle prossime elezioni prenderà il 3 per cento perché oltre alla protesta non c’è nulla. Grillo non costruisce niente.
Non ci sono più i leghisti di una volta...
Per fortuna.