22 febbraio 2013
APPUNTI PER GAZZETTA - IL COMIZIO DI GRILLO A SAN GIOVANNI
ROMA - Tensione, proteste e una lunga trattativa con le forze dell’ordine. Alla fine Beppe Grillo è stato costretto ad aprire l’accesso al palco del comizio di piazza San Giovanni anche alla stampa italiana. Nel pomeriggio i giornalisti si erano visti invece negare la possibilità di lavorare da vicino, "privilegio" concesso dal leader del Mvimento 5 Stelle solo alla troupe di Sky Tg24 e alla stampa straniera. Il "Sarà un piacere Day", la tappa finale dello "Tsunami Tour" a Roma, è iniziato dunque tra accuse e scintille.
UN VAFFA AI GIORNALISTI/BLOG
Ai cronisti non è stato neppure spiegato il motivo dell’iniziale divieto. Successivamente, dopo le rimostranze dei tanti cronisti, è stato spiegato che "lo staff di Milano ha concesso gli accrediti solo alla stampa straniera". Inutili le prime proteste di chi chiedeva di poter entrare per scrivere o utilizzare il computer in una zona coperta. L’atmosfera si è fatta quindi carica di tensione, infiammandosi ancora di più quando lo staff di Grillo ha chiamato i carabinieri. Una decina di militari sono stati fatti schierare per bloccare l’accesso. Un cronista parlamentare è stato trattenuto per qualche minuto. Ma è intervenuta la polizia per mediare e per spiegare agli organizzatori che c’è il rischio di creare problemi di ordine pubblico e che sarebbe opportuno, secondo quanto viene riferito, consentire ai cronisti di accedere nella zona vicina al palco in modo da poter seguire l’intervento di Grillo. Alla fine lo staff di Grillo ha dovuto adeguarsi a quello che nel frattempo si era trasformato in un ordine, lasciando libero l’accesso.
"E’ una cosa incredibile, lo fanno per impedire che possiamo rivolgere domande scomode", aveva urlato una cronista italiana agli organizzatori. Posizione resa poi ufficiale dal segretario della Federazione nazionale della stampa Franco Siddi. "Quando si nega ai giornalisti italiani e li insulta, accettando solo quelli stranieri, Grillo rivela solo i propri nervi scoperti", afferma. "E’ l’unico personaggio che si propone leader nell’irresponsabilità più totale, non essendo candidato alle elezioni né essendo titolato a ricevere incarichi pubblici. Non vuole giornalisti italiani perché potrebbero fargli domande scomode. Questo va ricordato sempre, anche quando raccoglie intorno a sé grandi folle come risulta naturale per chi è un artista istrionico e, quindi, sempre più da baraccone", aggiunge Siddi.
Durissima anche la reazione dell’ordine dei giornalisti. "La selezione della ’razza’. Ora la fa Grillo: al palco a San Giovanni potranno accedere solo i giornalisti stranieri e quelli di Sky. Una vergogna. I giornalisti non hanno diritti speciali, ma doveri da onorare. Il primo, in quel contesto, è raccontare ai cittadini la piazza di San Giovanni e quel che vien detto. La selezione degli amici o presunti tali è un rito deteriore di quella politica che Grillo depreca a parole, ma pratica con le sue scelte", afferma il presidente dell’Odg, Enzo Iacopino.
Solidarietà ai giornalisi italiani arriva dai colleghi stranieri. "Ci dispiace che il Movimento 5 Stelle, in questo momento importante per la vita politica italiana, non abbia rispetto per la libertà di stampa in Italia e per il lavoro dei media che devono coprire la campagna elettorale, come questo evento", dice Tobias Piller, presidente dell’Associazione Stampa estera.
La grande piazza romana intanto è gremita, malgrado il maltempo. Dinanzi alla chiesa di San Giovanni in Laterano è stato allestito il palco, mentre in strada sono presenti vari gazebo dove è possibile acquistare gadget del movimento, prendere informazioni sul programma e conoscere i candidati. In occasione della manifestazione la questura ha ordinato la chiusura della stazione San Giovanni della metro A.
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"Non avremo personaggi famosi, non avremo gruppi musicali. Parleremo solo di contenuti", è stato annunciato dal palco. Non dovrebbero quindi arrivare né Adriano Celentano, che ha dedicato al movimento una canzone, né il Nobel Dario, Fo che ha partecipato alla manifestazione di Milano.
(22 febbraio 2013)
BERSANI
"Io capisco benissimo chi è arrabbiato. Ne abbiamo viste di cotte e di crude ma dove vogliamo portare questo disagio e questa protesta? Andiamo fuori dall’euro?". Così Pier Luigi Bersani, all’Ambra Jovinelli, parlando del Movimento 5 Stelle
GRILLO SULLA HOME DEL NEW YORK TIMES PRIMA DI PISTORIUS
LA GRILLINA DI BOLOGNA
BOLOGNA - “In Parlamento siamo disposti ad essere responsabili, ma lo dovranno essere anche loro”. Loro, sono il futuro governo del Paese. Lei è Giulia Sarti, 26 anni, capolista alla Camera dell’Emilia Romagna, alla guida di una pattuglia di 14 aspiranti deputati e senatori grillini in marcia verso Roma. Il Pd, se vincerà le elezioni, “dovrà essere fedele a quello che ha promesso in campagna elettorale”. Se così sarà, allora i futuri onorevoli dei Cinque stelle, cento secondo i pronostici, saranno pronti a collaborare sui temi e sui programmi nelle aule di Palazzo Madama e di Montecitorio. E il loro alleati più naturali saranno inevitabilmente il partito di Pier Luigi Bersani e quello di Nichi Vendola.
“E’ ovvio che le alleanze con il Pdl e con la Lega saranno più difficili, ma quelli sono partiti che non hanno mai fatto veramente battaglie per il bene comune — taglia corto Giulia — Anche se magari ci sarà la possibilità di collaborare con alcuni di loro. Ribadisco la nostra intenzione è di non fare di tutta l’erba un fascio, di non essere ideologici. Mettere davanti a tutto i problemi del Paese. E’ molto più importante questo che mettere la nostra bandierina”. Mentre la sua collega Mara Mucci, seconda in lista ribatte: “Che senso ha fare un governo e farlo cadere subito dopo? Non avremmo cambiato niente!”.
Insomma, se qualcuno aveva creduto che i futuri onorevoli a cinque stelle assomigliassero a quel Grillo scalmanato, rosso e sudato che si vede nelle piazze, si è sbagliato. Dimenticatevi le urla, le offese, la violenza verbale. Questi saranno onorevoli ragionevoli, o almeno lo sperano. “Non possiamo essere solo noi i responsabili, ci dev’essere un’unità di intenti. Poi certo non possiamo dare la certezza che non ci saranno anche dai noi dei piccoli Scilipoti, ma li manderemo fuori”, continua la giovane grillina, che si è appena in
legge.
Il punto sta tutto lì, prosegue “nel dove fisseremo la linea”. Ovvero: nella quantità di compromessi che i parlamentari a cinque stelle saranno disposti ad accettare. Una cosa però è certa. “La gente deve capire che noi non siamo tutti come Grillo. L’intenzione non è quella di distruggere, ma di costruire. Una volta in Parlamento non saremo certo lì a urlare e a mandare tutti a fanculo. Sappiamo che bisognerà mediare, ma questo non significa tradire i nostri princìpi”.
(22 febbraio 2013)
GRILLO E LA PIAZZA
di FABIO BORDIGNON e LUIGI CECCARINI
La piazza "virtuale" e quella "reale". Il palco e la Tv. La radio e i giornali. La strategia multimediale messa in campo da Beppe Grillo copre in modo esaustivo l’intero spazio comunicativo. Soprattutto, permette di rivolgersi, in modo efficace, a un "pubblico" sempre più eterogeneo: dal punto di vista sociale e politico.
Grillo, alla fine, non andrà in Tv: perché Grillo, in Tv, c’è già. Ogni giorno, in ogni trasmissione, in ogni "confronto" tra candidati: grazie alle telecamere che lo inseguono, di città in città; alle fugaci battute scambiate con i giornalisti, apertamente sfidati e sbeffeggiati. (Oltre che, naturalmente, attraverso la web-tv dedicata allo Tsunami Tour.) La comunicazione politica del leader del M5S innova rispetto al recente passato e, in un certo senso, chiude il cerchio aperto dalla Seconda Repubblica.
La sua è una comunicazione "triangolare": blog e socialnetwork, territorio e piazze, televisione e giornali, senza un ordine preciso e con inter-scambi continui. La sua idea di democrazia (partecipata e deliberativa) si sviluppa sul web, ma poi si riflette offline: attraverso l’attività dei gruppi locali (i meetup) e la riscoperta della piazza. La piazza come luogo sacro. Perché da lì il messaggio rimbalza, comunque, su tutti i media. Rendendo superflua la presenza, fisica, negli studi Tv. Così, lo spazio offerto da Sky, in un primo momento accettato, diventa di scarsa utilità (se non controproducente). Ma va ricordato che Grillo, su Sky, e proprio in collegamento dal camper, c’era già stato qualche settimana fa.
La piazza di Grillo, tuttavia, è molto diversa da quella del Pci o della Dc, negli anni di Don Camillo e Peppone. I comizi-show del leader del M5S appaiono, piuttosto, in linea con il processo di spettacolarizzazione della politica italiana cui abbiamo assistito negli ultimi vent’anni. Una tendenza affermatasi nell’era del berlusconismo e della tele-politica, e che, proprio per questo motivo, rende la comunicazione di Grillo particolarmente attraente per la Tv.
* L’articolo propone una sintesi di un lavoro più ampio sul MoVimento 5 Stelle disponibile a questo indirizzo
La piazza viene interpretata, quindi, in modo del tutto nuovo: attraverso un attivismo "dis-intermediato", che salta il filtro delle organizzazioni tradizionali: il partito in primo luogo. Diventa espressione di una politica-spettacolo, esasperando l’idea di politica-pop. Martedì scorso davanti al Duomo, a Milano, oltre a Grillo e ai candidati a cinque stelle, sul palco c’era anche Dario Fo. Uomo di cultura, di spettacolo ma anche di impegno civile e politico. Da tanti anni. Il M5S ha ricevuto anche l’appoggio di Adriano Celentano, che ha scritto una canzone rendendola scaricabile sul suo blog, proprio nel giorno del comizio a Milano. Un manifesto elettorale: "se non voti ti fai del male, se non voti non cambia niente"!
Le piazze di Grillo attraggono un pubblico sempre più vasto e variegato sotto il profilo sociale ma anche dell’orientamento politico. Ex-elettori di destra e di sinistra. Della Lega. Astensionisti. Che oggi formano la sua base elettorale. La piazza è diventata il nodo centrale di una rete di canali comunicativi diversi: old e new-media. Non a caso, le performance del MoVimento, nei sondaggi, sono peggiorate, tra ottobre e dicembre, quando la visibilità mediatica di Grillo (televisiva e non solo) è stata oscurata da altri soggetti (in particolare dal Pd e dalle primarie). La presenza sui diversi mezzi di comunicazione, peraltro, ha permesso al M5S di connettersi con segmenti diversi della popolazione. Non solo perché la piazza e, ancora di più, la tv consentono di superare i limiti di internet: raggiungendo, ad esempio, le fasce meno giovani e meno istruite della popolazione. Ma anche perché consentono di rivolgersi a soggetti che esprimono modelli di coinvolgimento politico molto diversi.
Grillo è ben consapevole che il successo del M5S, nel voto di domenica, si lega anche alla capacità di mobilitarsi come partito "pigliatutti". Di tenere insieme l’ala sinistra e l’ala destra del suo elettorato (ormai di dimensioni equivalenti). Così, cerca il dialogo con gli imprenditori veneti e richiama temi cari alla destra (sull’immigrazione e sulle tasse). Allo stesso tempo, sceglie di chiudere lo Tsunami tour "occupando" un luogo simbolo della sinistra: Piazza S. Giovanni, a Roma, magari dicendo "qualcosa di sinistra".
(22 febbraio 2013)
POLEMICA CON BENNATO (REPUBBLICA.IT)
Come se quarant’anni non fossero passati. Ritorna l’Edoardo Bennato duro e polemico, che non la manda a dire. "Al diavolo il grillo parlante che predica la sua morale, che predica perchè vuol bene al pubblico pronto a pagare". Il riff di chitarra elettrica ricorda il successo dei Rokes "E’ la pioggia che va" ma anche "Ragazzo triste" di Patty Pravo, remoti anni Sessanta. Bennato, immancabili occhiali scuri, inveisce nel megafono mentre con il tacco suona il tamburello. "Al diavolo il grillo parlante che incassa denaro contante, contando sul vostro sacro furore".
Sta parlando di Beppe Grillo, nel video postato su Youtube a poche ore dal voto? Difficile credere che non sia così, nonostante la nota insofferenza di Bennato nei confronti di temi direttamente "politici". E infatti il pur variegato mondo dei grillini reagisce compatto, rispondendo al cantautore sulla sua pagina web e sui commenti in coda al video su Youtube. Una lista che si allunga a vista d’occhio, man mano che il video accumula visualizzazioni.
E questa volta è lo stesso Bennato a essere mandato al diavolo senza tanti complimenti. Accusato di essere un artista finito. Un falso democratico sensibile all’odore dei soldi e alle sirene del potere (da qui, si sottintende, la sua ostilità nei confronti di Grillo). Fan storici minacciano di gettare nell’immondizia la
sua intera discografia. Altri lo giustificano, chiamando in causa il vecchio album del 1977 "Burattino senza fili", in tutta evidenza richiamato nel nuovo brano. Insomma, il cantautore di Bagnoli starebbe parlando della favola di Pinocchio e non dell’Italia del 2013. Rivolto ancora al grillo parlante, chiudendo la canzone, Bennato lo avverte: "Pinocchio non ti crederà".
(22 febbraio 2013)
Il sindaco di Firenze risponde alle domande dei lettori dal suo studio di Palazzo Vecchio. Per dire che il Paese è un bambino che non c’è e vedrà la luce a partire dal 24 febbraio. Grillo non va demonizzato, bisogna condividerne alcuni temi, come tagli alla politica e agenda digitale. E il Pd, sulle donne, è avanti a tutti. Conduce Laura Montanari
BERLUSCONI NON VA A NAPOLI
ROMA- Silvio Berlusconi al comizio di chiusura della campagna elettorale del Pdl organizzato a Napoli non ci è andato per una "forte congiuntivite". Al suo posto è stato trasmesso un videomessaggio: "Siamo in campo per riagguantare quei nostri sostenitori che ci avevano votato nel 2008 e che si sono sentiti delusi", esordisce nel video. Il Cavaliere ripropone lo slogan della "sinistra comunista": "Il partito di Bersani e di Vendola, il Pd, lo conoscete, sono ancora legati all’ideologia comunista che è sempre l’idelogia più disumana e criminale della storia dell’uomo". Fa un appello agli indecisi: "I voti dei moderati dati a Monti, Fini e Casini o saranno dispersi o andranno addirittura a Bersani e Vendola". Accomuna i Democratici al movimento di Grillo: "C’è una pastetta tra la sinistra e la sinistra estrema proposta da Grillo, fatta di esponenti dei no tav, centri sociali e black bloc. Chi ha la testa sulle spalle non può votare per il Movimento 5 Stelle. I voti dei moderati devono stare con i moderati". E spiega che la decisione di chiudere la campagna elettorale a Napoli è "un atto d’amore nei confronti di una città e di una regione che ci sono sempre vicine".
A fine giornata il Cavaliere appare in televisione, al Tg5. E lancia un messaggio sulla questione delle pensioni minime. "Bisognerà pensare ai pensionati facendo come abbiamo fatto e cioè quando portammo più di un milione pensionati ad un aumento delle pensioni che consente di sopravvivere", dice l’ex premier.
Il Cavaliere questa mattina ha inveito nuovamente contro Mario Monti e il centrosinistra. Del Professore ha detto di averlo sostenuto, "ma poi lui è cambiato, si è rivelato cattivo e amante del potere". Ed è colpa del presidente del Consiglio se "i tedeschi sono entrati a gamba tesa" nella campagna elettorale italiana, perché "Monti li ha abituati male". La sinistra, invece, "dalla coalizione di Bersani e Vendola a Ingroia, è un’armata brancaleone cattiva e spietata che ci sottometterebbe, è pericolosa per la nostra libertà".
(22 febbraio 2013)
BERSANI ALL’AMBRA JOVINELLI
ROMA - Nell’ultimo giorno di campagna elettorale, Pierluigi Bersani si rivolge a Mario Monti con un appello alla coesione e critica duramente Beppe Grillo. Mentre Nanni Moretti, sul palco della chiusura di campagna elettorale del Pd all’Ambra Jovinelli di Roma, rivolge un monito al partito: "Mi ripeto un po’ e dico la stessa cosa che dissi nella piazza san giovanni nel settembre del 2002. Se dovessimo vincere, ecco questa volta fatela una legge sul conflito di interessi. Ma non contro una persona, ma per tutti, per mettere sullo stesso piano coloro che partecipano alle elezioni" (video).
Il discorso di Bersani. Nel suo intervento conclusivo all’Ambra Jovinelli, il segretario Pd si mostra fiducioso sull’esito delle elezioni: "Il popolo delle primarie ci farà vincere, gli altri non ce l’hanno". E chiede scusa ai suoi sostenitori: "Le primarie, poi le primarie per i parlamentari, poi subito la campagna elettorale. Uno stress micidiale. Vi chiedo scusa. Ma come sa bene un grande partito popolare, non si costruisce niente senza sacrificio". Il segretario Pd attacca il populismo: "Ci siamo messi in gioco - spiega - perché abbiamo visto il rischio di passare da un populismo all’altro. Populista è il contrario di popolare. Ma quando ci sarà lo sguardo delle telecamere sui nostri gruppi parlamentari si vedrà che abbiamo un pattuglione di giovani e il 40 per cento di donne. Certo, è stato difficile. Ma cambiare senza qualche strappo nella giacca non è possibile".
Bersani, il "marone" e il "vasco". "In campagna elettorale ne hanno dette di tutti i colori, quante balle hanno raccontato - prosegue Bersani all’Ambra Jovinelli -. Per me l’oscar lo vince la balla sulla moneta lombarda, mi è piaciuta molto quella, che io ho battezzato il ’marone’. In Emilia Romagna si son fatti il ’Vasco’".
"Monti ci riconosca la lealtà". "Noi quel che diciamo facciamo: abbiamo detto ’sosterremo Monti’ e l’abbiamo sostenuto lealmente. Certo se ogni tanto lo riconoscesse...tanto per dire....".
"Con Grillo si va in Grecia". "Io capisco benissimo chi è arrabbiato. Ne abbiamo visto di cotte e di crude, ma dove vogliamo portare questo disagio e questa protesta? Andiamo fuori dall’euro? Sì, così andiamo in Grecia. E non tra sei mesi, ma domani mattina" dice Bersani a proposito del Movimento 5 Stelle.
Appello agli incerti, anche del Pdl. "C’è ancora dell’incertezza. Anche in queste ore, c’è una fascia di popolazione significativa che sta oscillando sull’andare o no a votare e su cosa votare" osserva Bersani, che si si rivolge anche ai delusi del Pdl: "C’è un elettorato in buona fede che ha creduto in Berlusconi e adesso comincia ad avere qualche problema. Dico a questi: noi non snobbiamo questo disagio. Non stiamo parlando dei miliardari, a noi non interessano i miliardari. Stiamo parlando del ceto popolare. Noi siamo credibili, non abbiamo bisogno del nemico, Berlusconi ha bisogno del nemico".
"Moralità, pubblica e privata". "La prima scossa deve venire dal lato della moralità, pubblica e privata. Se uno che governa dice la parola ’onestà’, la gente può crederci".
"No all’uomo solo al comando". "Chi non risponde mai a una domanda non va bene, chi non mi dice come faccio a tirarlo via non va bene, perché Bersani si sa come tirarlo via - prosegue il leader del centrosinistra -. C’è morta della gente per avere la democrazia, non si può accettare l’uomo solo al comando. Dopodiché, fare scouting vuol dire che siamo pronti a discutere (col Movimento 5 Stelle, ndr), ma sulla democrazia il Pd non molla un millimetro. Perché ne abbiamo già viste troppe in questo Paese. Non si vince alludendo alle macerie perché sulle macerie campano solo i miliardari".
"Smacchiare il giaguaro, operazione lunga". All’Ambra Jovinelli il segretario del Pd sfoggia sul bavero della giacca un gadget creato appositamente per la chiusura della campagna elettorale: una spilla con la scritta "anche io smacchio il giaguaro". Distribuita anche in sala, la spilla va a ruba. "Noi stiamo proponendo una svolta più profonda di un governo e una legislatura. Stiamo cercando di chiudere 20 anni che lasciano uno strascico profondo. Non è che il giorno dopo non è scomparso il contagio e gli effetti di Berlusconi e della Lega. Smacchiare è un’operazione lunga, non si smacchia in un giorno solo".
Il centro non fa "faville". L’ultimo giorno di campagna elettorale di Bersani comincia a Unomattina, dove parla di Monti. "Non sempre riesco seguire i ragionamenti, a volte gli arzigogoli del Professore sul Pd. Io rimango fermo sulla mia posizione, noi chiediamo il 51% alla Camera e al Senato ma intendiamo usarlo come fosse il 49%, con spirito collaborativo. Certamente alludiamo anche a forze centrali che possano discutere con noi. Non so quali siano le intenzioni di Monti dopo questa esperienza, il Paese però ha bisogno di elementi coesivi".
Poi, con tono di sfida, aggiunge: "Non è che Monti deve dire a me cosa bisogna fare. Ho sempre pensato che il centro non avrebbe fatto faville, di certo non può incrociare qualche sommovimento profondo nel Paese".
L’attacco a Grillo. Parlando in prospettiva del rapporto con i grillini, Bersani chiarisce: "Quando dico scouting dei parlamentari eletti con Grillo non intendo compravendita di parlamentari come ha fatto Berlusconi, voglio dire che verificheremo se discuteranno dei problemi del Paese o aspetteranno gli ordini da fuori". E critica duramente il leader del M5S, che vieta il palco del suo comizio romano ai giornalisti italiani: "A differenza di quello lì che urla, io non scappo dalle domande. Sono figlio di un meccanico, lui è un miliardario. Siamo di gran lunga il primo partito: noi ci guardiamo in faccia, facciamo le primarie, stiamo fra la gente. Non mi preoccupa quando mi insulta, ma mi preoccupa quando dice ’Andiamo fuori dall’euro’, se vince uno così siamo nei guai dal giorno dopo, andiamo oltre la Grecia".
I primi cento giorni. Quanto alle prime misure di governo in caso di vittoria, Bersani precisa: "Ci saranno alcune lenzuolate. C’è bisogno di un colpo secco in qualche direzione, moralità, lavoro, liberalizzazioni. Civismo e lotta alla corruzione, cittadinanza ai figli degli immigrati e un piano di piccole opere: sistemiamo le scuole, qualcosa di concreto". Sul piano fiscale, il segretario Pd precisa che non punta alla patrimoniale: "Una patrimoniale sulla ricchezza mobile - spiega- non intendo metterla semplicemente perchè non si sa a chi farla pagare. Ci sono in Italia 800 persone che guadagnano più di un milione di euro: vogliamo far pagare tutto a loro? L’operazione, piuttosto -conclude - è far emergere, far tracciare la ricchezza".
(22 febbraio 2013)
MONTI A FIRENZE
FIRENZE - La vera sfida è "populisti contro riformatori". Così Mario Monti a Firenze, dove il candidato premier di Scelta Civica chiude la campagna elettorale. Monti dice "no" al "populismo distruttivo che vorrebbe approfittare della rabbia legittima degli italiani per sfasciare tutto e chiudere la nostra grande nazione all’Europa e al mondo. La grande sfida è populisti contro riformatori e Scelta Civica è la casa dei riformatori. Cinismo, rassegnazione, populismo e demagogia sono i veri nemici da battere".
Firenze e il nuovo rinascimento italiano. Monti ricorda come Firenze sia stata "la capitale del Rinascimento e io sono profondamente convinto che l’Italia debba rinascere. E che oggi con questo voto possa prendere il via un percorso di rinascita fondato sulle stese basi del rinascimento: cultura, lavoro, talento".
"E’ nei momenti di difficoltà, anche in occasioni di calamità naturali, che gli italiani fanno emergere energie insospettabili per ripartire e superare i momenti brutti". E’ il messaggio che Monti esprime ai suoi interlocutori in occasione della visita privata al Museo dell’Opera di Santa Croce a Firenze, che custodisce preziose opere d’arte tra cui il Crocifisso di Cimabue. Monti ha ammirato il capolavoro Medioevale dopo il restauro a distanza di 46 anni da quando lo vide l’ultima volta.
Nel 1966, Monti si trovava come militare di leva a Firenze e in quell’occasione, nei giorni successivi all’alluvione, vide come era ridotto anche il Crocifisso di Cimabue. Ai suoi intelocutori il presidente del Consiglio dimissionario sottolinea l’importanza del complesso di Santa Croce come "tempio delle memorie degli italiani" da far vivere non solo come museo ma anche come simbolo dell’unità nazionale.
"La società civile non resti fuori a protestare". Poi, al Teatro della Pergola, Monti lancia il monito: "Non vorrei che la finestra che il mondo politico ha aperto si chiudesse e che la società civile continuasse a restare fuori, a protestare, a lagnarsi, senza cogliere questa occasione per rimboccarsi le maniche ed entrare nel mondo della politica. Queste elezioni sono una svolta storica".
"I giovani che votano oggi per la prima volta hanno sentito parlare solo di declino dell’Italia come destino inevitabile a cui non era possibile sottrarsi. Un ventennio perduto frutto di una classe politica inamovibile che ha scoraggiato tutto il Paese e chi per età dovrebbe essere colmo di entusiami e sogni".
Negli ultimi venti anni, aggiunge il Professore, "i cittadini sono stati troppo spesso trattati da sudditi. L’Italia può rinascere se mette al centro i cittadini". "Oggi l’Italia è fuori dalla tempesta - ricorda Monti -, ma deve essere rimessa in movimento. Non siamo finiti come la Grecia, e ora destra e sinistra, dopo essere scappati e aver chiamato un marziano da fuori, cercano di convincere gli italiani che i sacrifici sono stati inutili e vogliono ricacciare il Paese nella seconda Repubblica".
La benedizione della Ue. Ed ecco Monti estrarre l’asso nella manica: la Ue. "La Commissione europea stamattina ha reso noto che per l’Italia è prevista l’uscita dalla recessione a partire dalla metà del 2013. Il tunnel c’era, era lungo, lo sapevamo, ci si sforzava di vedere una luce anche per dare speranza, ma ora sono autorevoli istituzioni terze a intravederla". "Due - prosegue Monti -, la Commissione Europea ha detto che l’Italia ha corretto il deficit di bilancio nei tempi stabiliti che anche nei prossimi anni rispetterà gli obiettivi. Abbiamo raggiunto un equilibrio non precario dei nostri conti pubblici, voglio trasformare questo in meno precarietà per i giovani".
E’ la rivincita del Prof sulle tante critiche di Berlusconi al suo "disastroso" operato. "Berlusconi deve essere contento perché abbiamo realizzato l’obiettivo da lui prefissato. Lui dovrebbe essere il più lieto della diligenza con cui la sua volontà è stata tradotta in atto".
Quattro punti per rilanciare l’Italia. "Oggi che abbiamo le carte in regola, posso andare a Bruxelles chiedendo, se necessario, un po’ di disavanzo pubblico", osserva Monti, traducendo la possibilità di spesa in quattro punti, le quattro azioni concrete per rimettere in moto il Paese. "Non è una promessa elettorale - sottolinea Monti - ma un impegno che posso prendere dopo il lavoro fatto. Voglio un impegno straordinario per lottare contro la disoccupazione e la precarietà. Per questo propongo un pacchetto d’urto di quattro componenti da attivare subito". Per Monti, le riforme del mercato del lavoro "creano crescita e l’Europa è pronta a riconoscerle se può ascrivere gli sforzi fatti in una traiettoria di continuità".
Primo. "Tagliare il costo del lavoro per le nuove assunzioni a tempo indeterminato ed eliminare da subito dall’irap il costo del lavoro dei nuovi assunti e dimezzare a carico dello stato i contributi previdenziali relativi ai nuovi assunti". Secondo: "Moltiplicare i contratti di apprendistato eliminando i contributi sociali a carico del datore lavoro per le imprese con più di 9 dipendenti". Terzo: "Raddoppiare il numero dei posti fruibili negli asili nido anche con delle facilitazioni finanziarie". Quarto: "Un nuovo contratto a tempo indeterminato più flessibile per tutti i nuovi assunti".
Berlusconi o l’immoderatezza. Riferendosi chiaramente alla "visione" di Silvio Berlusconi, Monti rimarca: "C’è una rappresentazione volgare e Inaccettabile delle donne da parte chi si proclama in difesa dei valori della famiglia". "Il ruolo della donna deve cambiare prima di tutto nelle nostre menti di uomini - prosegue Monti -, ma anche in quelle di donne spesso troppo rassegnate".
"Noi siamo l’opposto di un vizio, di una virtù, nella quale sono eccellenti molti politici - aggiunge il Professore, con un nuovo riferimento al Cavaliere -: guardare i sondaggi, vedere cosa la gente vuole, offrire una promessa, indipendentemente dal chiedersi se sia possibile mantenere la promessa e se dare quella cosa fa bene o fa male al Paese".
E ancora, tornando sulla proposta di Berlusconi di cancellare l’Imu e restituire quanto versato dagli italiani nel 2012 per l’imposta, con tanto di lettera recapitata agli italiani: "Possiamo essere allettati dalla riduzione di una tassa, ma non ci possono essere vie di fuga personali. Come potete votare per chi è la personificazione stessa dell’immoderatezza?".
Destra o sinistra, voto inutile. Quanto al centrosinistra, "non può essere utile il voto per una sinistra ancora prigioniera di gabbie ideologiche e di un’idea antica del Paese e del mondo". Voto inutile anche a una "destra che torna a promettere una società dove tutto è consentito, un Paese all’insegna del liberi tutti e del liberale nessuno, delle tante libertà che mortificano gli italiani". No a destra e sinistra, dunque, che "faticano a tagliare i costi della politica e offrono ora, in campagna elettorale, ticket gratuiti e rimborsi fiscali perché vogliono guadagnarsi un altro giro sulle spalle dei cittadini italiani e dei loro figli".
Grillo non passerà. Indiretto ma duro il riferimento a Grillo. "A chi dichiara di bombardare le istituzioni e di dichiarare guerra all’Europa, rispondo ’non riuscirà’. Abbiamo difeso la nostra posizione in Europa e nessun italiano, io credo, è disposto a consegnarsi a chi ha dimostrato di non accettare il dibattito, la critica e il confronto democratico".
No a rabbia e false promesse. "I cittadini possono votare per la rabbia, riempiendo le piazze - osserva ancora Monti -. Se la rabbia non si trasforma in cambiamento del Paese, ma in un referendum per l’uscita dall’Euro, dove vanno? Tra poco torneranno in piazza con proteste simili a quelle che si vedono nelle piazze greche. Oppure i cittadini possono votare illusi da promesse false. Poi dovranno rimpiangere quel voto, perché erano false. Oppure, peggio, se quelle promesse portano a una dissipazione collettiva in un falò dei sacrifici fatti, per poi richiamare un tecnico che tolga l’Italia dal quel fuoco".
"Non voglio restare per forza". Monti si avvia alla conclusione. "Io conservo l’atteggiamento di una persona che non sentiva il bisogno di diventare presidente del Consiglio, né di una persona che vuole a tutti i costi restare nella cosa pubblica o nella politica. Sono della convinzione che abbiamo superato un’emergenza, che quello che abbiamo fatto ci riporti alla casella zero se arrivano ora politiche sbagliate"
(22 febbraio 2013)
CANCELLIERI
CORRIERE.IT DA PIAZZA SAN GIOVANNI
ROMA - Piazza San Giovanni, a Roma, è stracolma a circa un’ora dal comizio di Beppe Grillo, previsto per le 21. Decine di migliaia di persone (cinquantamila, secondo gli organizzatori) sono in attesa sotto la pioggia per la chiusura dello Tsunami Tour: i militanti del Movimento 5 stelle hanno affollato tutta l’ampia piazza e le strade limitrofe, e la gente continua ad arrivare. Atmosfera pacifica e entusiasta tra i sostenitori: «Tutti a casa, mandiamoli tutti a casa» è lo slogan che ha più riprese si alza sotto il palco. Lo speaker ha annunciato che in streaming sono collegate 80 mila persone.
MOmenti di tensione con i giornalisti
di Alessandro Trocino
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PALCO OFF LIMITS - Momenti di tensione per la decisione di tenere il palco off-limits alla stampa italiana. Dopo circa tre ore, però, e una trattativa tra i giornalisti italiani e lo staff di Beppe Grillo, con la mediazione di polizia e carabinieri presenti sul posto, è stato dato il via libera all’ingresso dei cronisti nell’area stampa nei pressi del palco di Piazza San Giovanni. Inizialmente potevano entrare solo i media stranieri e Sky Tg24.
MOMENTI DI TENSIONE - La decisione, improvvisa, di escludere la stampa italiana aveva creato momenti di tensione quando per frenare i giornalisti, fotografi e cameraman inferociti che protestavano «vogliamo lavorare», gli organizzatori hanno fatto schierare una decina di carabinieri per garantire l’ordine pubblico. Un cronista è stato spintonato.
Stampa cacciata Stampa cacciata Stampa cacciata Stampa cacciata Stampa cacciata Stampa cacciata
LA POLIZIA MEDIA - Ma è intervenuta la polizia per mediare e per spiegare agli organizzatori che c’è il rischio di creare problemi di ordine pubblico e che sarebbe opportuno, secondo quanto viene riferito, consentire ai cronisti di accedere nella zona vicina al palco in modo da poter seguire l’ntervento di Grillo. «Siamo pronti a cedere gratuitamente il segnale a chiunque ne faccia richiesta». ha detto il direttore di Sky TG24 Sarah Varetto, dopo la decisione dei grillini.
METRO CHIUSA - In occasione del comizio la questura di Roma ha disposto la chiusura della stazione San Giovanni metro A. I viaggiatori possono utilizzare le stazioni Manzoni e Re di Roma. Sempre per il comizio elettorale del Movimento 5 Stelle, è chiusa via San Giovanni in Laterano; le linee bus 53-85 e 117 sono deviate in via Labicana.
100 PULLMAN IN ARRIVO - Da fuori Roma sono attesi circa 100 pullman, stando alle richieste pervenute al Campidoglio, che sosteranno nel parcheggio della fermata Cinecittà della metro A.
SICUREZZA - Sono circa 100 gli agenti di polizia locale di Roma Capitale mobilitati per la chiusura della campagna elettorale di Beppe Grillo. In piazza San Giovanni sono stati installati 40 bagni chimici e sono al lavoro 50 operatori dell’Ama. Per quanto riguarda l’Ares 118, è stato installato un posto medico avanzato e sono operative sei ambulanze, un’automedica di coordinamento e 10 squadre di soccorritori.
Carlotta De Leo
CANCELLIERI - VOTATE TUTTI
ROMA - "Votate, votate, votate, invito tutti ad esprimere le proprie idee qualunque esse siano. Gli italiani con il voto esprimono i loro desideri e quale deve essere il Paese che vogliono". Il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri risponde così alla domanda sul rischio di una crescita del partito degli astenuti che, alle scorse elezioni, aveva raggiunto circa il 20 per cento. A chi le ha chiesto se il suo nome farà parte della rosa dei candidati al Quirinale, la Cancellieri ha tagliato corto: "Ora pensiamo alle elezioni".
Ma in che clima si arriva all’appello "votate votate" dopo le minacce di ieri al deputato pd torinese Stefano Esposito, e le tensioni alimentate dai grillini sui sospetti di brogli?
"Al di là di tutto credo che il clima sarà sereno. Perché poi il Paese nei momenti importanti sa ritrovare la serenità. "Votate, votate, votate, invito tutti ad esprimere le proprie idee. Gli italiani con il voto esprimono i loro desideri e quale deve essere il paese che vogliono. Siamo serenamente pronti ad affrontare le elezioni e il clima sarà come sempre molto democratico e molto libero. Mi auguro che tutto si svolga nel migliore dei modi, il Viminale è un palazzo di vetro e tutto sarà alla luce del sole con la massima trasparenza, chiarezza, e comunicazione ai cittadini". "Ognuno è libero - ha aggiunto il ministro sempre l’invito al voto - di esprimere o no la preferenza. Ma credo che il voto sia importane per il cittadino, con queste elezioni decidiamo che Paese vogliamo. E quindi è bene che tutti dicano che Paese vogliono perché la democrazia è questa".
A proposito del voto all’estero, e degli studenti Erasmus, il ministro ha ammesso la mancata soluzione del problema.
"Purtroppo andava modificata la legge ma non ne abbiamo avuto il tempo. La modifica della legge prevede anche delle partecipazioni delle sedi consolari impegnative e quindi con previsione anche di organizzazione dei consolati diverse. Ma se avessimo cambiato la legge probabilmente la questione del voto Erasmus non sarebbe accaduto. Nel senso che occoorre far sì che tutti i cittadini italiani all’estero anche queli temporanei possano esprimere le loro volontà accedendo alle nostre sedi consolari all’estero. Ma questo richiede una legge e una organizzazione ad hoc del ministero degli Esteri". "Le sezioni elettorali nei consolati sono il modo più trasparente - ha aggiunto Cancellieri - rispetto alla spedizione delle schede presso le case, che possono arrivare anche a chi non ha voglia di votare. Tutto questo anche alla luce di quei ragazzi che non hanno potuto votare e questa resta una ferita ancora aperta". Il ministro ha poi anticipato che sul voto all’estero avrebbe voluto "fare la sperimentazione informatica, più sicura della trasmissione di posta, e infatti a proposito di questo sono preoccupata dello sciopero in Sud Africa, in quanto rischiamo di perdere quei voti".
La Cancellieri, anticipando polemiche sugli scrutini del voto, ha precisato che i dati del Viminale sono sempre ufficiosi (anche se molto seri) essendo ufficiali solo quelli convalidati dalle Corti d’Appello. "Il mio augurio è che la sera del lunedì intorno alle nove si possa avere il primo dato attendibile e il secondo verso mezzanotte l’una".
Come s’è organizzato il Viminale per prevenire il rischio-maltempo, essendo la prima volta nella storia repubblicana che si vota d’inverno? "Abbiamo allestito - ha spiegato Cancellieri - presso ogni Prefettura una postazione di sicurezza al quale fa capo il comandante provinciale del vigili del fuoco con collegamenti diretti con i comuni in modo che, a fronte di qualunque segnalazione arrivi di difficoltà o strade interrotte, ci sia un pronto intervento per garantire l’accesso al seggio".
Intanto, aspettando la nuova perturbazione che toccherà l’Italia a partire da domani, il Dipartimento della Protezione Civile, d’intesa con le regioni interessate, ha emesso una nuova allerta meteo. Gli esperti prevedono temporali anche molto intensi, accompagnati da fulmini, forti raffiche di vento e mareggiate, su Sardegna, Lazio, Umbria, Campania, Abruzzo e Molise. Dalla mattinata di domani, inoltre, si attendono nevicate su Liguria e Toscana, al di sopra dei 200-400 metri e, a partire dal pomeriggio su Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia, con apporti al suolo da deboli a moderati a quote di pianura, ed elevati sui settori montuosi
(22 febbraio 2013)
INSTANT POLL
Se c’è una cosa che unisce tutti i partiti, da destra a sinistra, è la paura. La paura che Beppe Grillo faccia ’boom’. Tra tutti, però, colui che, per diversi motivi, ha più da perdere dalla slavina a cinque stelle che sta per abbattersi sull’Italia Mario Monti, che lo ripete a piè sospinto da diversi giorni: "Il successo che temo è quello di Grillo", è il mantra.
E la Rai esegue - Luigi Gubitosi, ad della Rai, ha colto il messaggio e sta cercando, in un ultimo disperato tentativo, di correre ai ripari. Vietando gli ’instant poll’. In una circolare interna inviata allo stato maggiore di Viale Mazzini, come riporta Dagospia, così scrive per motivare la scelta: "E’ una situazione elettorale che a ridosso del voto si presenta ancora più incerta soprattutto per effetto della dinamica che riguarda il Movimento 5 Stelle e il suo impatto sul sistema politico complessivo".
La smentita - Sul tema è poi intervenuto il vice direttore generale di Viale Mazzini, Antonio Marano, che ha specificato: "La Rai conferma che lunedì 25 febbraio, oltre alle proiezioni di Camera e Senato già comunicate a tutte le direzioni di testata dalle ore 16 circa, dalle 15 darà anche gli istant poll sia delle indiscrezioni politiche che delle regionali".
Vietati gli instant poll - Gli instant poll, da non confondere con gli exit poll, sono dei sondaggi istantanei eseguiti tramite intervista in un brevissimo lasso di tempo. La motivazione è dirompente, la logica facilmente intuibile: gli instant poll, fatti sin da subito dopo le 15 di domenica a ritmo costante e incessante, potrebbero influenzare quegli elettori indecisi e che ancora non sono andati a votare. E’ il cossiddetto bandwagon effect, ossia l’effetto traino che una eventuale imponente affermazione dei grillini potrebbero convincere molti elettori a votare M5s.
ORE 20.40
PALCO GRILLO VIETATO ALLA STAMPA CONSIGLIATO DA 8736 UTENTI
BERLUSCONI SALTA LA PIAZZA
CONSIGLIATO DA 591 UTENTI
MORETTI CON BERSANI
CONSIGLIATO DA 1095 UTENTI
MONTI PROPONE TERAPIA D’URTO
CONSIGLIATO DA 30 UTENTI
LA CANCELLIERI: VOTATE TUTTI
CONSIGLIATO DA 23 UTENTI
L’OCCHIO DI BERLUSCONI
(ANSA) - "Non si è risparmiato negli ultimi due mesi e alla fine la paghi. E’ da qualche tempo che non sta bene, che accusa disturbi visivi, e ha una fastidiosissima congiuntivite con una nevralgia molto forte. Poi oggi il fatto nuovo, il distacco posteriore del vitreo. Se uno trascura l’occhio le conseguenze possono essere inimmaginabili. Gli ho dovuto imporre il riposo, lui non voleva".
SILVIO BERLUSCONI FA L’OCCHIOLINOSILVIO BERLUSCONI FA L’OCCHIOLINO
Lo ha detto Alberto Zangrillo, medico personale di Silvio Berlusconi e primario al San Raffaele di Milano, a La Zanzara su Radio 24. "Bisogna evitare traumi e affaticamento - dice Zangrillo - ma speriamo che non debba andare in Kenya dopo le elezioni. L’ho sempre votato, spero vinca". "Deve tornare a fare una vita normale - prosegue ancora Zangrillo - perché ha dormito non più di due, tre ore per notte. Io gli dico basta con questa vita ma è inutile. Lui dice no".
"Mi ha sorpreso come un uomo di 76 anni - dice Zangrillo - possa avere un vigore straordinario con ritmi che uno come me con 20 anni di meno non potrebbe sostenere. Se si rimette, potrebbe attraversare a nuoto lo Stretto come ha fatto Grillo? Ha il corpo strutturato, come uno sportivo".