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 2013  febbraio 22 Venerdì calendario

APPARTAMENTI, LIBRI E DVD: GLI AFFARI DELLA «GRILLO SPA»


Storie di palanche, per dirla alla genovese, e di ottimi investimenti. Storia di un tesoretto, tenuto rigorosamente al riparo dai comizi, dai palchi e dai fan. Storia di Beppe Grillo, il gran fustigatore dei vizi capitali italiani che, forse, proprio trasparente, come vorrebbe far credere, non è e non è mai stato. Tutto cominciò alla fine degli Anni Settanta in cui esordì come presentatore a Fantastico assieme a Loretta Goggi. Sbocciò il successo e, con il successo, i primi veri e tanti soldi, che il fratello Andrea cominciò a gestirgli. Anche perché Beppe non si fidava, come non si fida ancora oggi di nessuno. Così, impegnato nel mondo dello spettacolo si sbarazzò dell’aziendina di fiamme ossidriche di suo padre, la Cannelli Grillo, ceduta agli stessi operai che ci lavoravano e si diede agli investimenti. Un attico in corso Europa a Genova, poi trasformato in un centro benessere, quindi l’acquisto di una villa al Pevero, in Costa Smeralda e di tre appartamenti nel residence Marineledda nel golfo di Marinella, vicino di casa, a suo tempo, dunque di Silvio Berlusconi. Investimenti sempre in tandem col fratello, da cui rileverà la maggioranza assoluta, 99 per cento, dell’immobiliare Gestimar di Genova, che nel 2006 ha denunciato 12 appartamenti in provincia di Genova, per un reddito imponibile di 53.530 euro ma che ha anche usufruito del berlusconiano condono tombale, guarda caso, uno dei bersagli preferiti nelle varie satire di Grillo.
Si possono avere belle case e non belle auto? No di certo. E dunque ecco che il comico-imbonitore comincia circa sei anni fa la sua formidabile collezione: Porsche, Chevrolet Blazer, una Maserati, una Ferrari 308 bianca e una Ferrari Testarossa che terrà parcheggiata davanti alla discoteca Davidia di Genova, coperta da un telone. La svolta per le sue finanze arriva con l’apertura, il 26 gennaio 2005, del blog internettiano e con il tour teatrale Beppegrillo.it: il primo caso di uno spettacolo che promuove l’indirizzo di un sito. Grillo ha dichiarato nel 2006 un reddito imponibile di 4.272.591 euro, mentre il settimanale statunitense Time nel 2008 promuove il suo diario internet tra i 25 più influenti del globo. Un palco virtuale da cui il nostro finto povero arringa in media, oltre 200mila persone al giorno. Nella dichiarazione 2006 a Grillo arrivano dalla Marangoni, l’agenzia, che ha sempre seguito i suoi spettacoli, 3.942.038 euro, 512.132 euro provengono dalla Siae, 69.784 dalla Casaleggio associati, l’agenzia che gestisce il suo blog, 45mila dalla Feltrinelli (con cui ha pubblicato il libro Tutto il Grillo che conta ); 15.500 dal settimanale Internazionale , per cui scrive. Nel saggio Chi ha paura di Beppe Grillo? pubblicato dalla Selene edizioni i tre autori hanno tenuto sotto osservazione il sito per quasi tre anni. «Chi spera di trovare un blog in realtà entra in uno splendido negozio con un sistema di vendita che funziona benissimo» ha affermato Edoardo Fleischner, saggista e docente di nuovi media e società all’Università Statale di Milano. Via internet Grillo vende ogni genere di gadget. Basta cliccare sul sito www.beppegrillo.it per rendersene conto. Di fianco ai vari «comunicati politici» c’è il catalogo: il dvd dello spettacolo Reset (10,20 euro), il libro Tutte le battaglie di Grillo (9,40) e molto altro. Non manca un’area riservata ai negozi. I librai non possono acquistare meno di 25 pezzi e non è previsto il reso. Persino le sezioni virtuali del partito fruttano. Chi vuole aprire un fan club deve collegarsi alla piattaforma statunitense Meetup.com e pagare una quota: 19 dollari per un mese, scontati a 72 per chi prenota un semestre. Visto che i meetup segnalati sul sito sono 508 ( per 360 città e 72mila iscritti), i conti sono presto fatti: garantiscono un introito di almeno 73mila euro l’anno, anche se il comico dice di non incassare nemmeno un euro. In pochi minuti diventano così già prenotabili online (sul sito Meetup.com ) magliette (16,95 dollari), cappellini (11,95), tutine per neonati (16,95) e tazze (12,95) con i loghi dei nuovi gruppi. Il sito di partenza (Beppegrillo.it ) è gestito dalla Casaleggio associati di Milano, società nata nel 2004 e specializzata nel far fruttare al massimo la rete. Basti pensare che già nel 2006 il fatturato era schizzato a 1.187.724 con un reddito imponibile di 380.505 euro quindi se l’imbonitore si rovesciasse la tasche oggi e mettesse sul tavolo davanti ai suoi adepti i suoi incassi, beh, forse qualche «grillino » diserterebbe subito.