Stefano Montefiori, Corriere della Sera 22/02/2013, 22 febbraio 2013
L’ULTIMO SUPPLIZIO PER IL LIBERTINO DSK. IL LIBRO SCANDALO DELL’AMANTE-FILOSOFA —
Quest’ultimo, sofisticato supplizio, proprio non se lo immaginava. Dominique Strauss-Kahn ha finora pagato il suo atto sessuale di quasi due anni fa al Sofitel di New York con le seguenti pene: manette in mondovisione, galera, dimissioni da capo del Fmi, addio all’Eliseo e alla carriera politica, altre accuse di stupro poi decadute, manifestazioni delle femministe, risarcimento milionario in sede civile alla cameriera Nafissatou Diallo (dopo il proscioglimento penale), messa al bando da parte dei compagni del partito socialista. Poi, ieri mattina, il presidente mancato ha visto in copertina sul Nouvel Observateur del vecchio amico Jean Daniel il viso a lui ben noto dell’amica, giurista, filosofa e scrittrice Marcela Iacub, che tante volte aveva preso le sue difese. Titolo: «La mia storia con Dsk». Il quale, nelle pagine interne, diventa «il maiale» o «il porco». Nell’intervista, la 48enne Iacub racconta di essere stata amante di DSK per sette mesi, dal febbraio all’agosto 2012. Spiega che tra le ragioni che l’hanno spinta ad avvicinarsi a quell’uomo finito c’era la voglia di scrivere poi un libro su di lui, un passo avanti della sua «riflessione teorica» sui costumi sessuali. DSK pensava fosse amore, o insomma qualcosa del genere, invece era letteratura, filosofia, o sciacallaggio.
L’opera è pronta, uscirà il 27 febbraio per Stock, si intitola «Belle et bête», costa 13 euro e 50, ha in copertina un maiale e contiene passaggi di questo tenore: «Anche quando la mia passione per te era così fastosa che avrei dato il mio futuro per un’ora tra le tue braccia, non ho mai smesso di vederti per quel che eri: un porco. È la mia passione per questi animali così denigrati (Iacub è vegetariana militante, ndr) che ha destato il mio interesse per te. Eri il grande perseguitato, e io avevo voglia di difenderti per dire che i porci hanno il diritto di essere porci».
In Francia Marcela Iacub è un personaggio piuttosto noto, tiene una rubrica settimanale sul quotidiano Libération in cui parla di sesso, bioetica e società, è invitata spesso ai dibattiti perché sostiene con eloquenza e intelligenza tesi non conformiste. Come nel libro precedente «Una società di violentatori»?, uscito a gennaio 2012, nel quale pur non conoscendolo — ancora — prendeva le difese di DSK e criticava la deriva sessuofobica dei francesi. Fu così che cominciò il contatto: la moglie Anne Sinclair le scrisse per ringraziarla, seguita dallo stesso DSK. Lui lo fece a modo suo, dandole un appuntamento in casa alle 16 di una domenica, preceduto la mattina da questo Sms: «Tu che ami scrivere, dimmi che cosa ti piacerebbe ti facessi tra qualche ora».
Seguirono sette mesi di una relazione che ora portano la Iacub a descrivere così l’oggetto del suo esperimento: «Pochi sanno che tua moglie (la ricchissima Anne Sinclair) ha fatto di te il suo cagnolino. Più lei fingeva di non accorgersi che tu eri incatenato a lei per i suoi soldi, più ti possedeva, ti sottometteva a questa umiliazione, a questa terribile prostituzione». La Iacub è andata anche a trovare un paio di volte Anne Sinclair, così ora può accusarla di classismo per la frase, detta mentre prendevano il caffè, «non c’è niente di male a farsi fare una fellatio da una cameriera».
L’accusa fondamentale rivolta a DSK però è di restare incompiuto, un essere «metà uomo e metà maiale». L’uomo DSK è a suo dire egoista, presuntuoso, bugiardo innanzitutto con se stesso, spietato e incapace di capire l’altro, ed ecco perché commette errori così clamorosi come quello del Sofitel. Il maiale DSK è infantile, spontaneo, amorale, «magnifico». Quello che sta preparando la causa legale, però, a quanto pare è il primo.
Stefano Montefiori