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 2013  febbraio 22 Venerdì calendario

LA GAFFE DEL PRINCIPE FILIPPO "I FILIPPINI? TUTTI INFERMIERI"


Novantun anni, ancora diritto come un palo nonostante il recente bypass, il principe Filippo, consorte della regina Elisabetta II da 65 anni, continua a dispensare le sue perle ad ogni pubblica occasione.

L’ultima gaffe è dell’altro giorno, durante la visita all’ospedale di Luton and Dunstable per inaugurare il nuovo centro cardiologico d’avanguardia. A un’infermiera filippina ha sibilato: «Il suo Paese dev’essere mezzo vuoto: siete tutte qui a lavorare per il servizio sanitario».

Il duca di Edimburgo non delude mai i suoi fan, è una girandola di battute surreali, politicamente scorrette, crudeli. La scorsa settimana deve aver sparato qualcosa di esilarante al poliziotto che ha incrociato sulla strada della chiesa, l’omone tutto impettito è scoppiato in una intrattenibile risata, subito digitalizzata da un fotografo.

Filippo, alla prima uscita dopo la pausa natalizia, ha ammesso di essere allegro, «a tagliare i nastri sono diventato il più esperto al mondo». Poi ha chiesto ai dirigenti dell’ospedale se metteranno una piattaforma per elicotteri per risparmiargli il viaggio in auto. Quando gli fu applicato lo stent nel 2011, fu trasportato in elicottero dalla tenuta di Sandringham all’ospedale di Papworth. Il personale gli ha donato uno stent d’oro. Lui lo ha preso dicendo: «Finalmente dei ricambi».

L’incorreggibile gaffeur che incarna il più impietoso humor britannico, in realtà (come d’altra parte gli stessi Windsor) viene da un’antico casato dalle radici tedesche, e in seguito danesi e greche. L’aspetto meno elegante delle sue boutade è che sono rivolte sovente a persone umili che non hanno nessuna chance di replicare. Come l’infermiera filippina che ha sorriso alla battuta.

Le sue freddure sono diventate antologie sui tabloid. Nel 1987 in Kenya una indigena gli regalò una figurina, lui la guardò e disse: «Lei è una donna, non è vero?». Nel 1997, incontrando il direttore dell’«Independent» Simon Kelner, noto repubblicano, gli disse: «Che ci fa lei qui?». «Sono stato invitato», rispose l’altro. «Bene, allora non doveva venire».

Nel 1999 disse a Lord Taylor di Warwick, politico nero: «Da quale parte esotica del mondo spunta lei?». Nel 2000 a un gruppo di ragazzi sordi accanto a una band che suonava le percussioni metalliche dei Caraibi: «Se state lì capisco perché siete sordi». Lo stesso anno, visitando una fabbrica a Edimburgo, trovò una scatola di fusibili fuori posto. «Sembra che l’abbia messa in ordine un indiano», disse. Stavolta si scusò: «Volevo dire un cowboy».

Parlando con il leader aborigeno William Brin, nel Queensland australiano, se ne uscì: «Ma voi vi tirate sempre le lance uno con l’altro?»

Nel 2003, fissando il vestito tradizionale del presidente nigeriano Obasanjo, malignò: «Lei sembra vestito per andare a dormire». L’elenco è così lungo che lo scorso anno le sue frecciate sono state raccolte in un libro inglese: «Il principe Filippo, sagge parole e gaffe dorate».

Meglio non sapere che cosa pensa lui dei suoi lettori.