Francesco Briglia, Vanity Fair 20/2/2013, 20 febbraio 2013
UE’ RAGASSI, ORA NON DITE CHE SIETE STATI FRAINTESI
ANTONIO DI PIETRO
L’uomo che parlava ai pulcini
«Io sono analfabeta. Molti professoroni mi rimproverano di non saper parlare in italiano. Addirittura è nata tutta un’aneddotica sui miei presunti sfarfalloni linguistici. Io ho capito una cosa: ai cittadini e a chi ascolta interessa più capire quello che dici che come lo dici. Per questo ho inventato il dipietrese, ecco. Un’altra storia con gli animali. Con loro si riesce a comunicare più facilmente che con qualsiasi bipede pensante. Niente doppi fini, niente rapporti falsati. Io li guardo, penso ad alta voce, loro ascoltano. Meglio che passare anni in terapia con tanti bla bla sul lettino. Sono loro i miei psicoanalisti: i pulcini. Non prendetemi per matto, tra animali e uomo può nascere un feeling incredibile. Davanti ai loro occhietti neri l’ansia scompare. Tu li nutri, li allevi, li proteggi, loro sanno che prima o poi te ne servirai e magari per colpa tua faranno una brutta fine. E, a modo loro, ti ascoltano. Indifesi, perché sanno che sei la loro unica speranza. Sto con i pulcini e mi dimentico dell’ansia che a volte mi assale».