Tiziana Sabbadini, Vanity Fair 20/2/2013, 20 febbraio 2013
SIGNORA GIANNINO
La curiosità è sapere se la barbetta di suo marito Oscar Giannino le dia fastidio quando la bacia. Ma prima è interessante capire chi sia Margherita Brindisi: di lei si sa pochissimo, eppure da più di un anno è sposata con l’economista che, a capo della lista Fare per fermare il declino, può mettere Berlusconi in difficoltà alle prossime Regionali, in Lombardia, e alle Politiche.
Con un sorriso timido ma divertito, acceso dal rossetto, la signora Giannino ci accoglie nell’appartamento in centro, nel Quadrilatero della moda a Milano. Subito, dietro di lei, tre pile alte di cappelli del marito, due gatte – Topolà e Topolush, e un gattone, Topolò – che sfrecciano sul pavimento, tra i colori dei mobili.
Lucana di Potenza, «famiglia normale», Margherita da ragazza, sentendosi «lucchettata» in una città troppo piccola, espatriò a Perugia per studiare Economia e Commercio: «Avevo le idee chiare, volevo diventare revisore dei conti, formazione veloce e meritocratica. Dopo la laurea, per otto anni ho girato moltissimo l’Italia per controllare i bilanci delle società». Sempre accompagnata da un cane Yorkshire «cattivissimo», il fine settimana raggiungeva il fidanzato a Roma. «Dove pensavo di mettere radici».
E invece?
«A un convegno di Confindustria conosco Oscar. Marzo 2011. Da lì, lui s’è folgorato. Io non me ne sono resa conto, ma ne sono stata subito presa. È stato tutto rapidissimo».
Immagino lo conoscesse già: è un famoso giornalista economico, conduce un programma a Radio 24, e non ha esattamente un look che passa inosservato.
«Sì, però non pensavo a lui come uomo. Ma appena mi ha vista, ci siamo parlati e mi ha invitato, per la settimana dopo: un aperitivo al bar Pace di Roma».
Subito bacio e contatto con la barbetta?
«No, perché era arrivato con un’ora di ritardo e io sono stata sulle mie tutta la sera. Poi ci siamo telefonati per una settimana e ci siamo rivisti. Prima di uscire, lo avevo invitato a casa mia».
E lì è successo...
«No, zero. Per le scale, lui è scivolato e s’è rotto la rotula che gli è finita in alto sulla gamba, quasi a metà femore. E non ha fatto un urlo, era compostissimo».
Mentre lei?
«Allarmata, in colpa per avergli fatto fare le scale. L’ho accompagnato all’ospedale, dove ho passato la notte. Poi l’ho portato, come voleva lui, a operarsi a Milano. Altre notti all’ospedale. E neanche lo conoscevo bene. Alla fine sono ripartita per Roma, perché avevo pur sempre il mio lavoro».
Poi però è tornata a Milano.
«Quasi subito. L’ho trovato convalescente sul divano. Davanti, sul tavolo, mi aspettavano sei bigliettini, in fila. I primi tre erano dolcissimi. Gli ultimi tre avevano ognuno una scatolina. Nella prima c’era una collana che non ho più tolto. Nella seconda, un buono per un vestito di Stella McCartney che aveva scelto per me, adattissimo».
Nella terza?
«Un anello con la pietra grossa come una noce. Un diamante di Tiffany. E la richiesta: “Vuoi sposarmi?”».
Emozione: che cosa ha fatto, lei?
«Ho risposto: “Ma anche no. Riportalo da Tiffany. Come puoi pensare che ti dico di sì dopo un mese?”. E sono tornata a Roma. Lui era nero. Ma io a Roma ci ho pensato e ripensato una settimana. Quando sono tornata a Milano ero pronta per sposarlo. Ci siamo detti sì sei mesi dopo, a ottobre 2011».
Prove di convivenza, prima?
«Siamo andati a Juan les Pins: la sua prima vacanza dopo 11 anni. Dove lui ha lavorato quasi sempre. Pensare che a me piace viaggiare e adesso, al massimo, usciamo dall’area C di Milano».
Vi siete sposati in Comune a Roma, celebrava Giorgia Meloni: siete laici?
«C’è un retroscena triste. Oscar aveva già fatto un matrimonio in chiesa ed era divorziato. Con la ex moglie i rapporti si erano totalmente interrotti, lui non sapeva che lei nel frattempo era mancata, e pensava di potersi sposare solo in municipio. Ma adesso vogliamo ripetere in chiesa: siamo cattolici».
Come è stata la festa?
«Sono andata a lezione di canto perché dovevo esibirmi in una canzone della Caselli, e lui di Rocky Roberts. Due giurie ci giudicavano, con le palette alzate. Dalla sua parte c’era quella formata da Cruciani, Mulé, Porro e la Meloni (Giuseppe Cruciani di Radio24, Giorgio Mulé di Panorama, Nicola Porro del Giornale, ndr), dalla mia, le amiche. Io ho corrotto qualche giurato con alcuni aperitivi e ho vinto la gara. Il premio in palio era la facoltà di decidere dove andare in viaggio di nozze. Ma non siamo ancora partiti».
Da oltre un anno convivete: come va?
«Stare con lui è impegnativo. Occupa due grandi guardaroba con i suoi vestiti. A me aveva riservato un cassetto. Ma mi sto allargando».
Lo sa che con questa storia dei vestiti, di cui sceglie stoffa e modello, suo marito passa per gay?
«Ora che è sposato, saranno pacificati».
Siete favorevoli alle nozze omosessuali?
«No: crediamo nel matrimonio tra uomo e donna. Però le unioni di fatto, come quelle gay, vanno regolamentate».
Torniamo alla convivenza: vi date dei soprannomi?
«Oscar è sempre dolcissimo. Mi chiama Topolì e io lo chiamo Topolù».
Quasi come i nomi dei gatti.
«Li adoro. Lui dice che sono troppo grassi da quando ci sono io. È vero, non riesco a togliere i mici dalla ciotola quando mangiano. Che cosa devo fare, portarli in clinica per la liposuzione?».
Cucina per lui quando torna?
«Mai. Il frigo è vuoto. Dentro ci sono acqua e vino, al massimo. Se proprio dobbiamo mangiare, usciamo al ristorante».
Poi, di nuovo a casa.
«Lui dorme al massimo un’ora e venti, poi deve alzarsi: legge, studia, si appassiona alle cose, le approfondisce».
E torna sotto le coperte.
«C’è stato un periodo che usciva e tornava ore dopo. “Ma perché devi sparire?”, gli chiedevo. Ho saputo in seguito che andava all’ospedale a fare le cure. Il suo male si è ripresentato nel 2003 e, quando ha valori del sangue che si alzano, deve seguire
la terapia. Ma non lo diceva per non farmi preoccupare».
Prima della campagna Oscar faceva volontariato per i malati terminali.
«Sì: chi ha avuto malattie così gravi sa trovare le parole e i modi per aiutare queste persone. Credo che riprenderà, appena chiude la campagna elettorale».
Chiude si fa per dire: lui punta a Roma.
«Sì, punta a Roma. Ma è rimasto deluso dalle primarie del Pd: aveva sostenuto il nuovo vento di Renzi. Se fosse arrivato primo Matteo, Berlusconi non si sarebbe sognato di entrare in campagna elettorale, sarebbe stato più facile rinnovare la politica in Italia e probabilmente ci saremmo risparmiati anche Monti».
Visto che vi ha sposato la Meloni, perché Giannino non ha fatto un accordo con lei e il suo partito, Fratelli d’Italia?
«Il merito di Giorgia è essersi staccata dal Pdl. Ma alla fine lei si accorda con Berlusconi. Non va».
L’avversario è Berlusconi. In questo sostiene suo marito?
«Sì, certo: tra Oscar e me c’è assoluta sintonia politica. Ma il suo è un no altrettanto fermo a questo centrosinistra».
Come si vede da first lady?
«Io? Non sono previste first lady. Anche tra noi: il nostro rapporto è paritario».
E come vede le altre first?
«Conosco solo lady Monti, una signora. Come il marito: anche lui un signore. E poi lei mi piace anche perché va dal mio parrucchiere» (vedi a pagina 100).
Lei desidera tornare a Roma?
«Mi va bene fare la spola con Milano».
Figli?
«Ci dobbiamo impegnare, assolutamente. Vogliamo una bella famiglia».
Ma non le dà fastidio la sua barbetta, quando la bacia?
«Sa che è più morbida di quanto si possa pensare?».