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 2013  febbraio 21 Giovedì calendario

Blob Beppe Grillo (2012/2013) Anche Grillo ha la sua Agenda elettorale, ecco i 16 punti Dura polemica con Monti nella premessa

Blob Beppe Grillo (2012/2013) Anche Grillo ha la sua Agenda elettorale, ecco i 16 punti Dura polemica con Monti nella premessa. C’è anche il referendum sull’euro. È di 16 punti l’Agenda con cui Beppe Grillo sfida Monti e lancia la campagna elettorale del Movimento5stelle. Ma la premessa è un duro attacco al presidente del Consiglio, definito "un non eletto, che non partecipa alle elezioni con l’obiettivo di farsi rieleggere, lascia, da assoluto impunito, la sua Agenda in eredità al prossimo governo, nel caso non sia ancora lui presidente del Consiglio". Ascende al Cielo... "Non scende in campo, ma sale in politica, ascende al Cielo - continua Grillo - Non è stato sfiduciato dal Parlamento, ma si è sfiduciato da solo. È un fenomeno della autoreferenzialità estrema, un energumeno anticostituzionale, un presuntuoso che non ammette lo sfascio economico di cui è diretto responsabile. Non si è mai visto in una democrazia che ci si candidi alla guida di una Nazione con la pretesa di non partecipare alle elezioni e che si imponga il programma ai successori al pari delle Tavole della Legge di Mosè. Il programma di Rigor Montis, nel caso il M5S riesca a partecipare alle elezioni e le vinca (perché porsi limiti?) diventerà carta straccia con buona pace dei suoi sostenitori Casini e Fini. Del doman non v’è certezza, ma con altri cinque anni di montismo e della sua agenda c’è l’assoluta sicurezza del fallimento economico senza ritorno dell’Italia. I 16 punti dell’Agenda Grillo L’Agenda Grillo (un estratto dal Programma del M5S e delle proposte discusse nel forum e nel blog) dà molta più fiducia: 1 - Legge anticorruzione 2 - Reddito di cittadinanza 3 - Abolizione dei contributi pubblici ai partiti (retroattivi da queste elezioni) 4 - Abolizione immediata dei finanziamenti diretti e indiretti ai giornali 5 - Introduzione del referendum propositivo e senza quorum C’è anche il referendum sull’euro 6 - Referendum sulla permanenza nell’euro 7 - Obbligatorietà della discussione di ogni legge di iniziativa popolare in Parlamento con voto palese 8 - Una sola rete televisiva pubblica, senza pubblicità, indipendente dai partiti 9 - Elezione diretta dei candidati alla Camera o al Senato 10 - Istituzione di un politometro per la verifica di arricchimenti illeciti da parte della classe politica negli ultimi vent’anni 11 - Massimo di due mandati elettivi 12 - Legge sul conflitto di interesse 13 - Misure immediate per il rilancio della piccola e media impresa sul modello francese 14 - Ripristino dei fondi tagliati alla Sanità e alla Scuola pubblica con tagli alle Grandi Opere Inutili come la Tav 15 - Informatizzazione e semplificazione dello Stato 16 - Accesso gratuito alla Rete per cittadinanza Questo e altro ancora nel futuro degli italiani. Si volta pagina. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure. Ultimo aggiornamento: 28/12/12 Fonte: Jacopo Iacoboni, La Stampa 30/01/2013 Testo Frammento GRILLO, LA CLASSE OPERAIA IN PARADISO CON LE PARTITE IVA [Un libro edito dal Mulino indaga nella base elettorale, tra autonomi, disoccupati, studenti] – C’ è un elemento che di solito sfugge, nel vasto blaterare a proposito del Movimento di Beppe Grillo; è quello che riguarda la sua composizione sociale e il suo carattere post-ideologico. È vero, il «partito di Grillo» è un movimento trasversale, ma se ascoltiamo i suoi simpatizzanti, se ci parliamo, non possiamo non sapere che hanno molto spesso una chiarissima provenienza politica, almeno in partenza. E poi, è il secondo punto, questo elettorato vede crescere costantemente alcune categorie dimenticate che potremmo definire - usando un copyright sfortunato di D’Alema - «una costola della sinistra». Abbiamo davanti un voto (anche) molto operaio, che attrae tanto gli studenti universitari, che pesca molto tra i disoccupati. Se non è sinistra questa, almeno geneticamente... Non è per caso che Grillo provò a iscriversi alle primarie del Pd (cosa che gli fu negata, contribuendo però ad alimentarne la crescita). Si tratta di due caposaldi che segneranno un punto fermo nelle infinite disquisizioni sui militanti cinque stelle, sul loro supposto qualunquismo e sull’estraneità a un orizzonte politico vero e proprio. Un’inchiesta miliare del Mulino che ha potuto studiare in anteprima, curata da Elisabetta Gualmini e Piergiorgio Corbetta ( Il partito di Grillo ), lo dimostra oltre ogni ragionevole dubbio. Solo in epoca recentissima Grillo va a pescare anche a destra, ma dalle elezioni amministrative del 2012 in poi il voto per il comico-politico è fatto da operai (la percentuale più alta, il 29,5), poi da dipendenti privati (28,5), lavoratori autonomi e partite Iva (27,4), studenti (25,3). È da sempre relativamente meno attraente, invece, per chi lavora nel settore pubblico, e per pensionati e casalinghe. È fatto sì di tanti giovani, ma il suo cuore è tra i 35 e i 44 anni, non tra gli universitari. Il livello di istruzione è medio, o medio alto, i diplomati e i laureati sono rispettivamente il 27,3 e il 23,7, percentuali notevoli, se consideriamo i tassi di analfabetismo di ritorno ancora agghiaccianti tra i votanti degli altri partiti. Ecco perché, se Grillo presenta le candidature, insiste che «è pieno di operai e lavoratori», e va - unico - nei distretti tipo l’Ilva, a Taranto. Ecco la ragione per cui da anni ripete attacchi al sindacato e grandi lusinghe ai lavoratori: «C’era una volta la gloriosa Triplice. Il sindacato di lotta e di governo. E’ rimasto il governo senza il sindacato. I precari non hanno la tessera, ma sono figli di un sindacato compiacente, del furto del tfr e della mancanza di sicurezza sul lavoro. Possono solo arrampicarsi sui tetti o salire sulle gru. Sempre più in alto...». Ecco perché spara frasi come «eliminare i sindacati», ma poi si preoccupa di assicurare che «con Landini abbiamo condiviso molte battaglie»: gli interessano - e tanto - i lavoratori, che ritiene non più rappresentati a sinistra. E naturalmente gli interessa tutto quello che si muove al di fuori del settore pubblico, e che anzi, vede nel pubblico una casta: quindi le partite Iva (considerate però alla stregua dei new poor di Cameron), ma anche i giovani professionisti o, tout court , i disoccupati. Come osservava Salvo Mandarà, che sta filmando su UStream tutto lo Tsunami Tour, «è pieno di persone che ci avvicinano lamentando di non riuscire a trovare un lavoro». Questa è una chiave de-ci-si-va. Mettete dunque tra parentesi le storie sul Grillo fascista e Casa Pound. Il tratto accertato della sua base è semmai una lenta, costante erosione che parte da lontano, ai danni della sinistra. «Su cento elettori intenzionati a votare il M5s, il 46 proviene dall’area del centro-sinistra, il 40 dal centrodestra», si legge nella ricerca del Mulino. «Il Pd ha probabilmente pagato in termini di consenso il suo appoggio al governo Monti». Ma la cosa ancora più interessante è che la base dei cinque stelle «affonda le proprie origini nell’humus dei movimenti e dei partiti della sinistra libertaria e radicale, da cui sono nati a esempio i verdi in Germania e in altri paesi». O, si potrebbe aggiungere, il mondo che in America era dei Ralph Nader, dei Chomsky, di certo ambientalismo e di riviste alla The Nation . Il punto cruciale è che il movimento ha ora davanti la sfida di diventare «il partito»: passare dalla dimensione locale a quella nazionale, e dalla dimensione di movimento a quella istituzionale. «Ci faranno sempre più le pulci, ci staranno addosso, per questo in parlamento dobbiamo avere profili poco attaccabili», ritiene Grillo. Vincerà la pulsione populista - che iscrive i 5 stelle in una costellazione a lungo studiata da Taguieff - o la tendenza a fare Rete, a costruire una sorta di «democrazia deliberativa», che usa strumenti come i referendum per far evolvere la «democrazia rappresentativa» classica? È domanda cruciale, oggi non può che restare aperta. Fonte: Marco Damilano, l’Espresso 25/1/2013 Testo Frammento COME SALTA IL GRILLO In viaggio con i leader È l’unico che corre da una piazza all’altra a cercarsi l’elettore. Tra eccessi verbali e slogan, ecco a voi lo show– Il corpo del Grillo si allunga, si sporge, si spalanca. Sul palco i piedi battono il ritmo, evitano una selva di fili, due passi avanti due indietro, il petto si gonfia, la voce sale di tono, il microfono passa di mano. «Abbassa la musica!», ordina. «Alza il volume!», ri-ordina. «Alza, sennò mi tocca urlare! Ce l’hai un po’ d’acqua?», beve. «Quanti siamo stasera? Per la questura settanta, per i giornali nessuno...», ri-beve. In autunno cominciò la corsa elettorale in Sicilia attraversando a nuoto lo stretto, oggi la campagna elettorale di Beppe Grillo, lo Tsunami tour, è un tuffo in un mare umano, sono in tanti a volerlo vedere, sentire, toccare, votarlo mah, chissà. Perfino il quasi omonimo Beppe Cirillo che a Caserta si presenta con il simbolo taroccato del Movimento 5 Stelle. Oppure i ragazzi dei centri sociali che a Napoli e a Salerno lo contestano al grido di: «Qui non c’è Casa Pound». Grillo passa, benedice, imbacuccato in un impermeabile bianco sembra un inquisitore domenicano, un angelo sterminatore, il pupazzo della Michelin. L’uomo della tv anni Ottanta, di Sanremo e di Fantastico, della pubblicità e poi di Internet getta nella battaglia l’arma più antica: il contatto fisico. La sua voce, le sue manone, la saliva, il sudore. Il corpo del Grillo. È l’unico evento di questa triste campagna 2013. Tabelloni vuoti perché i manifesti sono pochi e i soldi dei partiti sono finiti, candidati fantasma, tutti barricati in tv, nel deserto l’unico che va a cercarsi l’elettore in casa e senza rete è il comico che si è fatto Leader. A Taranto, dove finora non si è visto nessuno, a lambire il quartiere Tamburi, segnalato dalla polverina rosa che si deposita sul guard-rail della tangenziale intorno all’Ilva, sui muri del cimitero, nei polmoni, «qui per parlare ho dovuto metterci il sangue, non ascoltano più nessuno», dice Grillo. Su palchetti improvvisati, sotto la pioggia, con il fiato che si gela. Su e giù per il Sud, dove 5 Stelle non ha ancora sfondato e il terreno è fertile, piazza per piazza, paese per paese. Come in un altro viaggio elettorale, quello per il voto del 17 gennaio 1875, il candidato era l’insigne critico Francesco De Sanctis, un altro outsider della politica, anche in quel caso si votava d’inverno, borghi irraggiungibili, strade di fango, «i sentieri erano innevati e pietrosi», scrisse il letterato nel suo famoso libretto, il primo reportage sul voto dell’Italia unita. All’epoca si viaggiava in carrozza, Grillo si sposta in camper, un camerino ambulante: un lavabo, un bagnetto, un armadio, sul tavolino c’è un asciugamano, una bottiglia di Gatorade, un libro di Ferdinando Boero biologo marino, un cesto di arance che gli hanno regalato in Salento. A bordo con il capo viaggiano in tre, lo staff: Walter, l’autista guardaspalle con il cappello da surfista e gli stivali a punta, Pietro, l’addetto ai social network, la new entry Salvo Mandarà, ingegnere elettronico immigrato ad Abbiategrasso, ha cominciato a filmare e mettere in Rete in diretta i comizi di Grillo a Misterbianco, erano in 15 a collegarsi, ora lo tallona ovunque e connette via streaming ogni sospiro del Leader, accanto a lui tutta la giornata, «comincia a riprendermi alle otto del mattino», sospira Beppe, uno zainetto, un treppiede, una telecamera, la pettorina del movimento. Un cyborg grillino. Cambiano i mezzi di trasporto e di comunicazione, ma nel rapporto con il potere il Sud è ancora simile a quello descritto da De Sanctis 140 anni fa. «Qui non c’è politica, o meglio politica c’è, ma è nome senza sostanza, pretesto di altri interessi e di altre passioni. La lotta qui, piuttosto che da principi politici, è ispirata da aderenze, parentele, clientele, sudditanze...». A Napoli, in attesa dello sbarco di Grillo, si consuma la faida nel Pdl campano, nell’albergo con spettacolare vista sul Golfo Nicola Cosentino rovescia la sua rabbia sui compagni di partito, gli Alfano, i Caldoro, «i fighetti di Palazzo», «i perdenti di successo». La sala è piena di signore imbellettate, clienti affannati, «Nicola non devi mollare!», gli gridano. A Caserta sotto il palco di Grillo, accanto alla Reggia dove una volta si riunì anche il governo Prodi, si discute del giovane, brillante Gianpiero Zinzi, candidato nell’Udc, figlio dell’uomo forte della provincia Domenico, gran collettore di voti, «è organizzato in tutti i comuni, settantamila, ottantamila preferenze», raccontano. A Taranto ricordano ancora di quando il sindaco Cito si fece riprendere dalla sua tv mentre faceva a nuoto da Campo Marino al porto, prima di mandare in dissesto la città, altro che traversate grilline. De Sanctis, nel 1875, sentì il bisogno di arrampicarsi sulle montagne irpine per incontrare fisicamente gli abitanti di Rocchetta, il voto precedente era stato annullato per brogli: «I miei elettori sono involti in una rete di menzogne e di equivoci. Avete intorno al mio nome inalberata la bandiera della moralità. Ed eccomi qui in mezzo a voi. Ed ecco la verità». Per dire che l’anti-politica, e l’indignazione, hanno da queste parti una nobile tradizione. «Ma ora di anti-politica non parla più nessuno», si ribella Grillo. Nel 2007, quando tutto cominciò con il Vaffa-day di Bologna, i partiti sembravano fortezze inespugnabili. L’iniziativa di legge popolare per le liste pulite prevedeva il divieto di candidarsi per i condannati, il limite di due legislature, il ripristino del voto di preferenza per i parlamentari, raccolse oltre 300 mila firme ma non fu mai neppure discussa. Oggi, rivendica beffardo Grillo, «ci stanno copiando tutti, Cosentino scappa con Corona, la vera antipolitica la fanno i partiti, il Pdl è a Cinque Stelle. Vogliono le liste senza condannati: e chi cazzo li vota, non resta più nessuno». Nelle piazze la benzina è sempre la stessa: «Il nostro programma è uno solo: a casa tutti», urla. Ma la novità di questi giorni è che nell’Italia della crisi attaccare i partiti non basta più, gli applausi più forti scattano quando il comico difende la casa «che è sacra» o chiede la chiusura di Equitalia. E poi via con l’abolizione dell’Irap, la difesa delle piccole e medie aziende, l’eliminazione del redditometro «perché non è lo Stato che deve sapere come spendo i soldi, sono io che voglio sapere cosa fanno loro con i miei». Ricorda qualcuno? Nelle piazze l’elettore berlusconiano è una preda appetibile, visibilissima, applaude convinto, ritrova temi e toni a lui cari. Insieme alla rivendicazione di temi di sinistra: scuola pubblica, acqua pubblica, sanità pubblica, reddito di cittadinanza per giovani disoccupati e per chi perde il lavoro, contro le banche e contro la finanza. Un po’ Berlusconi un po’ No Global. Di destra o di sinistra? «Macché», si ribella il comico, «le idee o sono buone o sono cazzate». Lui, per esempio, ne spara tante. Alcune innocenti, altre pericolose. «Invece di fare la guerra in Mali perché non sparare qualche missile al centro di Roma dove c’è un Parlamento che ci prende in giro da trent’anni?». Bombardare il Parlamento? Una mostruosità che si aggiunge alle altre: chiudere i sindacati, «la triplice Cgil-Cisl-Uil è uno scivolo per andare in politica», tagliare i fondi pubblici ai giornali «linoleum del sistema», i politici «malati psichiatrici», Giorgio Napolitano «o’ guaglione che ha tre Maserati», ottimizzare i costi negli ospedali per i malati cronici, «perché, signori, a un certo punto si muore, qualcuno dovrà pur dirlo...». «Ma è da trent’anni che parlo così, in modo paradossale, non posso cambiare ora», spiega il Grillo furioso ma finalmente pacato, lontano dai riflettori, mentre fa colazione in un albergo sul lungomare di Taranto e aspetta di farsi intervistare dalla tv svedese. Tutto paradossale, già, perché poi in quel Parlamento che vuole bombardare Grillo si prepara a spedire un centinaio e più di deputati e senatori grillini. Li presenta tutte le sere nelle piazze, sul palco con lui a prendere coraggio e presentarsi così come sono, goffi, impacciati, rompicoglioni da condominio («Faccio il rappresentante di istituto, mi batto per i termosifoni a scuola...»). Con i loro curriculum improbabili, inconcepibili per i cinici habitué del Transatlantico: avvocati, professori universitari. Ma anche postini, vigili del fuoco, custodi di parchi marini. Luigi Di Maio, 26 anni di Pomigliano d’Arco, numero due in Campania 1, ben piazzato per un seggio alla Camera, ha fatto lo steward in tribuna allo stadio San Paolo e il cameriere, studia giurisprudenza e lavora come video-maker. Fabiola Anitori, capolista nel Lazio, sicura senatrice, insegna scienze in un liceo di Ostia. Giulia Sarti, 26 anni, numero uno in Emilia, futura deputata, è animatrice di spiaggia per bambini a Rimini. Ma ci sono gli attivisti, impegnati nei referendum sull’acqua pubblica e sul nucleare come la capolista romana Federica Daga, i militanti No Tav come il valsusino Marco Scibona, i volontari internazionali come Alessandro Di Battista, candidato nel Lazio, che ha lavorato in Colombia, in Cile «a sostegno del popolo Mapuche» e in Guatemala, in posizione forse più scomoda dell’ex pm Antonio Ingroia. E qualche professionista del grillismo, tipo il capolista al Senato in Puglia Maurizio Buccarella, che si vanta di aver partecipato al movimento fin dall’inizio, si candida con la sorella Tiziana ed è contestato dagli iscritti di Galatone per aver fatto campagna per sé alle primarie on line per il posto in Parlamento. In Puglia hanno inseguito Grillo con uno striscione: «Beppe, le parlamentarie sono truccate, tu lo sai e taci!». Perché è vero, come recita lo slogan di 5 Stelle, che «uno vale uno», ma poi uno si accorda con un altro e diventano due e in tre già fanno una corrente... Cittadini normali, nell’insieme, il contrario dell’uomo qualunque. Perché non si può ignorare che questi matti grillini che raccolgono le firme per le loro liste e si candidano a entrare nelle istituzioni sono una riserva di partecipazione in un Paese dove il voto è in crisi, la messa in moto di energie che i partiti tradizionali non intercettano più da tempo. Si può ironizzare sulla fragilità della pattuglia grillina che si prepara ad assaltare il Parlamento, i sondaggi tornano a segnalare 5 Stelle in crescita, sopra il 15 per cento, come sempre quando si muove il Leader e gli altri partiti si involvono nel politichese, si può temere che lo tsunami partorisca un topolino e che dopo poche settimane i deputati e i senatori grillini affondino nell’irrilevanza. E lo teme, in fondo, anche Grillo. «Forse in Parlamento ci saranno i voltagabbana, non lo so, dieci su cento se ne andranno, cosa posso farci io?». Visto da vicino e giù dal palco è un uomo di 65 anni, con ombre di imprevista malinconia, un’incertezza, un indugio, quasi un bagliore di disperazione per quello che ha messo in piedi e che forse teme di non riuscire a controllare. «Non mollo il movimento, ma dopo le elezioni voglio tornare a fare il mio lavoro, farò uno spettacolo a pagamento, mi devo sperimentare con qualcosa di nuovo», confessa. «Non mi piace questa esaltazione nei miei confronti, il leaderismo è finito, io sono solo l’acceleratore di un processo». Di fronte alla tragedia dell’Ilva e agli abitanti di Taranto una sera gli è capitato di restare senza parole: «Non ho una soluzione. Siete voi che dovete trovarla». Succede: il populismo resta senza argomenti quando è chiamato a dare risposte anziché lanciare domande. Ma il grillismo ha già fatto scuola, costringendo già da ora gli altri partiti a cambiare volto: Berlusconi caccia Cosentino, Monti presenta le sue liste senza parlamentari uscenti, dal 5 Stelle al Rotary, Bersani rottama D’Alema e rinnova con giovani e donne. «5 Stelle si trova di fronte alla sfida classica e difficile per ogni organizzazione, (non)partiti compresi: l’istituzionalizzazione del movimento», hanno scritto i ricercatori Fabio Bordignon e Luigi Ceccarini sull’ultimo numero del "Mulino". E dunque attenzione a liquidare l’esercito dei comici spaventati guerrieri grillini sotto l’etichetta dell’antipolitica. Sono semmai l’avamposto variopinto, smodato, confuso come ogni stato nascente di una nuova politica. FIORDAFIORE Fonte: www.cinquantamila.it/fiordafiore 12/2/2013 Commenti/1 Monti è «scosso», Berlusconi «ammirato». Grillo auspica «un Papa nero, come Obama». Obama esprime dolore, la Merkel: «È una decisione che molti potranno comprendere, nell’epoca in cui la vita dura sempre più a lungo». Cameron: «Mancherà come guida spirituale». Hollande: «Decisione rispettabile». Van Rompuy: «Profondo rispetto». Fonte: www.cinquantamila.it/fiordafiore 4/2/2013 Giovani Mannheimer sul CdS nota che tra i 4 milioni di cittadini tra i 18 e i 23 anni, che affrontano per la prima volta delle consultazioni politiche a livello nazionale, il primo partito è quello di Beppe Grillo: quasi un terzo di elettorato (30,4%), vale a dire il 17% in più che nella popolazione nel suo insieme. In questa categoria di età, il M5S diventa il partito più votato in assoluto, superando, seppur di poco, il Pd. Inoltre, il consenso al M5S appare ancora più elevato tra quei giovani che si trovano in una condizione sociale più difficile perché disoccupati. Ma anche tra i 24-34enni il Movimento del comico genovese ottiene un largo successo, giungendo quasi al 19%, il 5% in più di quanto rilevato tra tutti gli italiani, con una maggiore accentuazione, anche in questo caso, tra chi non ha lavoro. È vero che tra costoro il Pd si conferma come primo partito, al pari di quanto accade per la popolazione nel suo complesso, ma il M5S si colloca nettamente come secondo. Il Pdl fa rilevare, tra i 18-23enni, un seguito (pari al 12-13%) di quasi il 7% inferiore alla media nazionale. Ma anche gli altri grandi partiti, come la Lega o il Pd, sembrano (seppure in misura molto inferiore al Pdl) interessare meno le nuove generazioni. Un’eccezione relativa si riscontra solo per alcune delle liste che si collocano su posizioni più estreme (e che un tempo raccoglievano una larga parte del voto giovanile) come Sel da un verso e Fratelli d’Italia dall’altro: queste formazioni raccolgono infatti tra i più giovani un saldo di voti positivo per il 2-3 per cento. Fonte: www.cinquantamila.it/fiordafiore 13/12/2012 Consiglieri Beppe Grillo, con un annuncio sul suo blog, ha cacciato dal Movimento Cinque Stelle Federica Salsi e Govanni Favia, rispettivamente consigliere comunale a Bologna e consigliere regionale in Emilia. Fonte: www.cinquantamila.it/fiordafiore 12/12/2012 Guerre Beppe Grillo in un video è sbottato contro i dissidenti del Movimento Cinque Stelle: «Finché la guerra me la fanno i giornali, le tv, i nemici veri va bene, ma guerre dentro non ne voglio più. Se c’è chi reputa che io non sia democratico, che Casaleggio si tenga i soldi, che io sia disonesto, prende e va fuori dalle palle». Fonte: www.cinquantamila.it/fiordafiore 6/12/2012 Web Michael Slaby, stratega del web per la campagna elettorale di Obama, ha incontrato Gianroberto Casaleggio, socio di Beppe Grillo nel Movimento Cinque Stelle. Più che parlare, ha ascoltato. lunedì 12 novembre Grillo «Dino Risi raccontò alla giornalista del Corriere Angela Frenda che sul set del film Scemo di guerra Grillo rimase affascinato da Coluche, il comico francese che nel 1980 annunziò la candidatura alla presidenza della repubblica con lo slogan “tutti insieme a dargli in culo con Coluche”. I sondaggi gli assegnavano il 16 per cento ed era appoggiato da alcuni intellettuali di sinistra, tra cui Pierre Bourdieu, Alain Touraine e Gilles Deleuze. Disse Risi di Grillo: “Ha intuito che dire cose da bar è un’attività redditizia. Ed è più attore oggi che fa politica di quanto tentava di fare l’attore”» (Merlo su Rep). www.cinquantamila.it/fiordafiore 2/11/2012 Chapeau Scambio di complimenti tra Beppe Grillo e Di Pietro. Scrive il primo: «Il mio auspicio è che il prossimo presidente della Repubblica sia Antonio Di Pietro, l’unico che ha tenuto la schiena dritta in un parlamento di pigmei. Chapeau!». Di Pietro, che ormai sembra dare per morto il suo partito, promette: «Se resteremo fuori dal Palazzo, tiferemo per Beppe Grillo». Fonte: www.cinquantamila.it/fiordafiore 30/10/2012 Sicilia I dati definitivi delle elezioni regionali siciliane. Solo un elettore su due è andato alle urne (ha votato il 47,42% degli aventi diritto) con punte di non voto ad Agrigento, Caltanissetta ed Enna, dove si sono recati alle urne 4 su 10. Ha vinto Rosario Crocetta, ex sindaco di Gela e poi eurodeputato del Pd, con il 30,5% dei consensi, che corrisponde a 617.073 voti, grazie al sostegno di tre liste: il Partito democratico (13,4%), la lista Crocetta (6,2%) e l’Udc (10,8%). In totale la coalizione di Crocetta porta all’Assemblea regionale 30 deputati eletti, 8 del listino (premio di maggioranza) e dunque sfiora quota 40 senza però raggiungere i 46 voti necessari per far passare i provvedimenti nel plenum di 90 componenti. Inciuci? No: «Chiederemo di volta in volta a chi ci sta per fare buone leggi come quella che cancella le consulenze e azzera i direttori generali con stipendi da centinaia di migliaia di euro». Successo per il Movimento 5 Stelle: il candidato Giancarlo Cancelleri, prende il 18,17% (368.006 voti) mentre la lista porta a casa il 14,9% che corrisponde a 285.202 voti e a 15 seggi. Sel di Vendola e Idv di Di Pietro, che si sono presentati da soli, non superano lo sbarramento del 5%. Il candidato Pdl (appoggiato da altre due liste) Nello Musumeci è al 25,7%, il Pdl scende al 12,9% (247.351 voti). In totale il centrodestra ha 20 deputati. Micciché, ha ricevuto il 15,4% dei consensi (312.112 voti) e 5 seggi. Dieci seggi per l’ex governatore Lombardo (tra cui forse anche il di lui figlio, Toti). Voti I voti presi da Crocetta sono circa 200 mila in meno di quelli (866.000) presi nel 2008 da Anna Finocchiaro e addirittura oltre 400 mila meno di Rita Borsellino che con le sue 1.078.000 preferenze venne largamente battuta da Cuffaro nel 2006 (Stella, CdS). Madonne Da sindaco di Gela Crocetta aveva nel suo studio sette Madonne e una foto di Madre Teresa di Calcutta (ibidem). Zitelle Giancarlo Cancellieri, 302 mila preferenze ottenute come candidato governatore del Movimento 5 Stelle. Darà una mano a Crocetta? «Siamo zitelle acide e non ci fidanziamo con nessuno. Valuteremo le singole proposte». Grillo I sondaggisti sul voto a Grillo in Sicilia. Roberto D’Alimonte: «Non me la sentirei di dire che può esserci una proiezione del risultato a livello nazionale ma sono convinto che si tratti di un indicatore molto importante». Nicola Piepoli: «Ha tutto per vincere: è vitale, ed ha un messaggio preciso e imbattibile in questa situazione: “tutti al rogo”. Il governo investa in ospedali e scuole e Grillo scomparirà». Alessandra Ghisleri: « Il 53% dei siciliani non è andato a votare. In realtà solo il 15% dei siciliani ha scelto il presidente (650 mila voti circa) e il 7% dei votanti ha reso Grillo il primo partito» (Amabile, Sta). Parole Comunicato della Lista civica del Movimento 5 Stelle di Milano per intimare ai cronisti di non chiamarli più «grillini». Vietato anche riferirsi a loro con le parole «partito» e «leader»: «È corretto riferirsi al Movimento 5 stelle come a una forza politica, e agli eletti come portavoce». Fonte: www.cinquantamila.it/fiordafiore 11/10/2012 Stretto Beppe Grillo, nonostante i pronostici negativi dei bookmaker, è riuscito ad attraversare a nuoto lo Stretto di Messina. Prima, comunque, aveva stipulato un’assicurazione sulla vita (copriva anche l’eventuale recupero della salma) (Cazzullo, CdS). Fonte: www.cinquantamila.it/fiordafiore 10/10/2012 Scommesse Oggi la traversata di Beppe Grillo a nuoto nello Stretto di Messina. Bookmaker inglesi scettici: danno a 1,13 il fallimento dell’impresa, a 4,50 la riuscita. Fonte: www.cinquantamila.it/fiordafiore 23/9/2012 Manifestazioni Alla manifestazione di Grillo contro l’inceneritore, in piazza della Pace a Parma, c’erano duemila persone (quattro mesi fa erano diecimila, Grillo ha maledetto i giornalisti), gli operai dell’Irisbus che protestavano contro la Fiat sotto palazzo Chigi a Roma erano in tutto una decina. Fonte: www.cinquantamila.it/fiordafiore 20/7/2012 Grillo Marco Camisani, studioso della Iulm, sostiene che il 54,5% dei follower di Grillo su Twitter sono “BOT”, programmi-automa in grado di effettuare operazioni in automatico sul web fingendosi umani. I follower del comico, secondo Camisani, si suddividono così: 327.373 certamente falsi, 164.751 certamente veri, il resto, su un totale di circa 600 mila seguaci, indecidibile. La ricerca è stata giudicata non scientifica da Paolo Bottazzini sul sito Linkiesta. Grillo: «Dati che si commentano da sé». I sondaggi, secondo il CdS, dànno gli aficionados del comico in calo. RASSEGNA APPUNTI DAI GIORNALI DI MARTEDI’ 3 GENNAIO 2012 (REPUBBLICA E CORRIERE) – ##Grillo scrive: «Bisogna capire gli attentati a Equitalia» • Beppe Grillo ha scritto sul suo blog che bisogna sforzarsi di capire gli attentati e le minacce contro Equitalia, scatenando gli attacchi di tutte le forze politiche. Questo il testo del comico apparso su internet: «Se é diventata un bersaglio bisognerebbe capirne le ragioni oltre che condannare le violenze. Un avviso di pagamento di Equitalia é diventato il terrore di ogni italiano. Che, se non paga l’ingiunzione “entro e non oltre”, non sa più cosa può succedergli. Non c’é umanità in tutto questo e neppure buon senso. Monti riveda immediatamente il funzionamento di Equitalia, se non ci riesce la chiuda. Nessuno ne sentirà la mancanza». Il primo a reagire è il presidente del Gruppo Equitalia, Attilio Befera: «In questo momento di difficoltà bisognerebbe avere tutti il massimo senso di responsabilità e occorrerebbe difendere gli uomini che fanno il loro dovere al servizio della collettività. Questa volta la battuta non fa ridere nessuno». «Scherza con il fuoco» dice subito Daniele Capezzone, portavoce Pdl. Poi Serracchiani, europarlamentare Pd: «Pericoloso associare gli attentati alle sedi di Equitalia ad un giudizio di disumanità nei confronti del sistema esattoriale, non si cavalca il malcontento». Intanto ieri a Torino, nella sede di Equitalia, hanno intercettato una busta con proiettile destinata al direttore e la firma “Anarchia”. [Rossi, Rep] APPUNTI DAI GIORNALI DI LUNEDI’ 16 APRILE 2012 (CORRIERE E REPUBBLICA) – ##Per i sondaggi quello di Grillo è il terzo partito italiano • Secondo un sondaggio Swg, il Movimento Cinque stelle di Beppe Grillo al momento ha il 7,2% dei voti. Sarebbe così il terzo partito in Italia. [Niri, Rep] • Soprannomi dati da Beppe Grillo a Mario Monti: Rigor Mortis, il Liquidatore finale, il Consulente finanziario di Cirino Pomicino. [Niri, Rep] APPUNTI DAI GIORNALI DI GIOVEDI’ 26 APRILE 2012 (CORRIERE E STAMPA) – • Celebrando il 67esimo anniversario della Liberazione, Giorgio Napolitano lancia un messaggio contro l’antipolitica e invita gli italiani a non dare retta al «demagogo di turno», con evidente riferimento a Beppe Grillo. APPUNTI DAI GIORNALI DI MARTEDI’ 1 MAGGIO 2012 (REPUBBLICA E CORRIERE) – ##Bufera su Grillo e la mafia che «non uccide» • In un comizio a Palermo domenica scorsa Beppe Grillo aveva detto che «la mafia non ha mai strangolato le sue vittime, al massimo chiede il pizzo. I partiti e questo governo stanno invece strangolando i cittadini». Ieri dal suo blog ha aggiunto: «La mafia ha tutto l’interesse a mantenere in vita le sue vittime. Le sfrutta, le umilia, le spreme, ma le uccide solo se è necessario per ribadire il suo dominio nel territorio. Senza vittime, senza pizzo e senza corruzione come farebbe infatti a prosperare?». Le sue parole hanno scatenato le proteste dei partiti e delle famiglie delle vittime della mafia. Pina Maisano, la vedova di Libero Grassi, l’imprenditore ucciso a Palermo nel 1991 per essersi ribellato al racket delle estorsioni: «Grillo dice che la mafia non ha mai strangolato i suoi clienti limitandosi a prendere il pizzo? Forse dimentica che ha anche ucciso le persone che il pizzo non hanno voluto pagarlo». Anche sui social network è stato tutto un attacco al comico genovese. Fra i tanti, Fiorello: Fiorello: «Grillo, hai detto una grande cazzata. Mi sa Grillo ne sa poco di mafia che si vada a vedere un po’ tutti i pilastri delle autostrade in Sicilia... Grillo te posso di’ ’na cosa? Ma vattela a piglia’ ’nder pizzo». [Isman, Rep] APPUNTI DAI GIORNALI DI MARTEDI’ 8 MAGGIO 2012 (CORRIERE) – ##Amministrative: crolla il Pdl, male la Lega, tiene il Pd • I risultati della elezioni amministrative italiane dicono che il Pdl è imploso, il Pd ha tenuto ma è inciampato in Sicilia, la Lega che corre da sola ha perso molti sindaci in Lombardia, l’Udc e il Terzo polo hanno deluso le aspettative, il Movimento 5 stelle ha ottenuto uno strepitoso successo e in alcune città (a Parma il candidato grillino passa il turno) superando abbondantemente il 10 per cento. In questo quadro ha stravinto al primo turno il leghista Flavio Tosi a Verona, sospinto dalle liste civiche che Bossi voleva bloccare, mentre a Palermo l’ex sindaco Leoluca Orlando (Idv e Rifondazione) ha umiliato il candidato del Pd Fabrizio Ferrandelli. Marco Doria, il candidato del centrosinistra a Genova, ha ottenuto un buon risultato personale (47%) ma dovrà attendere il secondo turno. Comunque, ha osservato Pier Luigi Bersani, «su 26 comuni capoluogo, la destra guidava 18 municipi e il centrosinistra 8: con questi risultati il quadro è capovolto, loro vincono in 8 capoluoghi, il centrosinistra in 18». In tutta Italia, intanto, è netta la flessione dell’affluenza che cala del 6,4%: dal 73,74% di 5 anni fa al 66,88%. [Martirano, Cds] APPUNTI DAI GIORNALI DI MARTEDI’ 8 MAGGIO 2012 (CORRIERE) – • I risultati della elezioni amministrative italiane dicono che il Pdl è imploso, il Pd ha tenuto ma è inciampato in Sicilia, la Lega che corre da sola ha perso molti sindaci in Lombardia, l’Udc e il Terzo polo hanno deluso le aspettative, il Movimento 5 stelle ha ottenuto uno strepitoso successo e in alcune città (a Parma il candidato grillino passa il turno) superando abbondantemente il 10 per cento. In questo quadro ha stravinto al primo turno il leghista Flavio Tosi a Verona, sospinto dalle liste civiche che Bossi voleva bloccare, mentre a Palermo l’ex sindaco Leoluca Orlando (Idv e Rifondazione) ha umiliato il candidato del Pd Fabrizio Ferrandelli. Marco Doria, il candidato del centrosinistra a Genova, ha ottenuto un buon risultato personale (47%) ma dovrà attendere il secondo turno. Comunque, ha osservato Pier Luigi Bersani, «su 26 comuni capoluogo, la destra guidava 18 municipi e il centrosinistra 8: con questi risultati il quadro è capovolto, loro vincono in 8 capoluoghi, il centrosinistra in 18». In tutta Italia, intanto, è netta la flessione dell’affluenza che cala del 6,4%: dal 73,74% di 5 anni fa al 66,88%. [Martirano, Cds] ##Grillo: è solo l’inizio, ci vediamo in Parlamento • Beppe Grillo ha commentato il grande risultato del Movimento 5 stelle su Facebook, Twitter e You Tube. Nessuna conferenza stampa o intervista ai giornalisti. Su Facebook ha scritto: «Il virus dilaga!»; «Sono morti, ragazzi, sono morti!»; «Ah ah ah! Ci vediamo in Parlamento!». Poi ha registrato un video sul suo blog: «È accaduto un fatto epocale... Cittadini che, senza soldi, autofinanziandosi, sono andati a votare se stessi. Io vi devo ringraziare. Tutti quelli che hanno lavorato sui palchetti, al freddo... una cosa mai vista... E questo è solo l’inizio. Quindi dalla rigenerazione di cui parlava il nostro Presidente della Repubblica siamo passati alla liquefazione... La destra, il Pdl... non c’è più nulla. È una diarrea politica. Quindi vi pregherei di non dire più che non avrei un programma...». [Roncone, Cds] • Beppe Grillo su Twitter è seguito da 535.971 follower, Bersani ne ha 113.565; Casini, 55.549; Alfano, 25.070. [Roncone, Cds] • Roberto Castiglion, primo sindaco del Movimento 5 stelle. Eletto a Sarego, in provincia di Vicenza. [Roncone, Cds] APPUNTI DAI GIORNALI DI MERCOLEDI’ 9 MAGGIO 2012 (REPUBBLICA E STAMPA) – ##Botta e risposta Napolitano-Grillo • A una domanda sul successo del Movimento 5 Stelle alle comunali, Giorgio Napolitano ha risposto: «L’unico boom che ricordo è quello degli anni ’60, non ne vedo altri». Beppe Grillo non l’ha presa bene: ha scritto l’ennesima invettiva sul suo blog, con tanto di fotomontaggio del presidente con una bandierina del movimento in mano. A seguire, sono arrivati gli insulti dei fan. «Sono rimasto a bocca aperta, spalancata, come un’otaria – scrive Grillo sul suo blog – là dove non hanno osato neppure i Gasparri e i Bersani ha volato (basso) Napolitano». Riporta le parole del presidente, poi commenta: «Il Movimento 5 stelle è solo terzo, è nato due anni e mezzo fa e non ha fatto boom? Forse ha fatto bim bum bam, o sim sala bim?». «L’anno prossimo – continua – ci saranno le elezioni politiche, subito dopo sarà nominato il successore di Napolitano, che potrà godersi il meritato riposo. Se il Movimento 5 Stelle farà boom (come quello dei favolosi anni ’60), il prossimo presidente non sarà un’emanazione dei partiti, come la Bonino, e neppure delle banche, come Rigor Montis». Infine, «Il “Presidente della Repubblica è il Capo dello Stato e rappresenta l’unità nazionale” (articolo 87 della Costituzione). Rappresenta anche il Movimento 5 Stelle e, dopo queste elezioni, i suoi circa 250 consiglieri comunali e regionali. Il boom del M5S non si vede, ma si sente. Boom, boom, Napolitano!». [Cuzzocrea, Rep] APPUNTI DAI GIORNALI DI VENERDI’ 25 MAGGIO 2012 (CORRIERE E REPUBBLICA) – ##Parma: scontro tra Grillo e Pizzarotti su una nomina • Il neosindaco di Parma Federico Pizzarotti e Beppe Grillo stanno litigando per la nomina del direttore generale del Comune parmense. Pizzarotti ha scelto Valentino Tavolazzi, ma il comico genovese non vuole sentirne parlare perché qualche mese fa ha cacciato proprio Tavolazzi dal Movimento 5 Stelle con l’accusa (dall’interessato smentita) di aver organizzato a Rimini un meeting che puntava a rifondare il soggetto grillino, ridimensionando il ruolo dello stesso fondatore. Ieri, spiazzando tutti, Grillo ha pubblicato sul suo blog una sorta di avviso pubblico di selezione, «per trovare una persona con esperienza per la carica a Parma di direttore generale: incensurato e non legato ai partiti». [Alberti, Cds] Nella serata di ieri è arrivata la risposta del Movimento 5 Stelle di Parma: «Valentino Tavolazzi è stato da noi contattato in piena autonomia in quanto persona di provata capacità e assoluta fiducia. Riconosciamo a Beppe Grillo il merito di non aver mai interferito nella selezione dei candidati, siamo certi che avremo il pieno sostegno nell’autonomia della decisione». [Smargiassi, Rep] APPUNTI DAI GIORNALI DI SABATO 26 MAGGIO 2012 (REPUBBLICA) - ##Grillo attacca: «Infiltrati nel Movimento 5 Stelle» • Il neosindaco di Parma Fedrico Pizzarotti si è insediato ieri senza giacca e cravatta, con camicia azzurra, jeans e scarpe Nike. [Varesi, Rep] • Grillo ieri ha detto la sua sulle polemiche nel Movimento accusando «gli infiltrati che usano la menzogna come un grimaldello per spaccare tutto». Con questi ultimi è stato durissimo: «Li riconosci come le puttane sui viali, hanno scritto “vendesi” sul viso». Il riferimento è anche alla bagarre scatenata dalla candidatura di Valentino Tavolazzi (già colpito dall’anatema del blogger genovese) a city manager. «E’ un ruolo tecnico, non ci vedo i problemi che sono stati sollevati» minimizza Pizzarotti. [Varesi, Rep] APPUNTI DAI GIORNALI DI VENERDI’ 1 GIUGNO 2012 (CORRIERE E STAMPA) – ##Grillo: «Abolire il vilipendio al Presidente della Repubblica» • Beppe Grillo, sul suo blog, ha chiesto l’abolizione del reato di vilipendio del Presidente della Repubblica. È «un reato che richiama l’assolutismo monarchico e la figura di Luigi XIV», ha scritto il comico e leader del Movimento 5 Stelle. Grillo avvisa che «dai tempi del duce e di Einaudi qualcosa è cambiato. È arrivato Internet. Per analizzare eventuali vilipendi non sarebbero sufficienti tutti i poliziotti incaricati di scandagliare il web al lavoro per 100 anni». Quindi, sostiene che «il Presidente della Repubblica giunto alla fine del suo settennato potrebbe chiedere l’abolizione dell’articolo 278, o almeno la sua depenalizzazione. Sarebbe un bel gesto con cui farsi ricordare». [Castelnuovo, Sta] APPUNTI DAI GIORNALI DI LUNEDI’ 25 GIUGNO 2012 (CORRIERE E REPUBBLICA) – ##Beppe Grillo, l’Iran e il Mossad • Alcune dichiarazioni di Beppe Grillo rilasciate al quotidiano israeliano Yediot Ahronot: I massacri in Siria? «Ci sono cose che non possiamo capire. Non sappiamo se sia una vera guerra civile o si tratti d’agenti infiltrati nel Paese». L’Iran di Ahmadinejad? «Un giorno ho visto impiccare una persona, su una piazza di Isfahan. Ero lì. Mi son chiesto: cos’è questa barbarie? Ma poi ho pensato agli Usa. Anche loro hanno la pena di morte: hanno messo uno a dieta, prima d’ucciderlo, perché la testa non si staccasse. E allora: che cos’è più barbaro?». E i diritti delle donne? «Mia moglie è iraniana. Ho scoperto che la donna, in Iran, è al centro della famiglia. Le nostre paure nascono da cose che non conosciamo». Nemmeno un po’ preoccupato da quel regime? «Quelli che scappano, sono oppositori. Ma chi è rimasto non ha le stesse preoccupazioni che abbiamo noi all’estero. L’economia lì va bene, le persone lavorano. È come il Sudamerica: prima si stava molto peggio. Ho un cugino che costruisce autostrade in Iran. E mi dice che non sono per nulla preoccupati». Ma Ahmadinejad vuole cancellare Israele dalle mappe... «Cambierà idea. Non penso lo voglia davvero: lo dice e basta. Del resto, anche quando uscivano i discorsi di Bin Laden, mio suocero iraniano m’ha spiegato che le traduzioni non erano esatte...». Perché, nessun dubbio, c’è una lobby ebraica che controlla il sapere: «Tutto quel che in Europa sappiamo su Israele e Palestina, è filtrato da un’agenzia internazionale che si chiama Memri. E dietro Memri c’è un ex agente del Mossad. Ho le prove: Ken Livingstone, l’ex sindaco di Londra, ha usato testi arabi con traduzioni indipendenti. Scoprendo una realtà mistificata, completamente diversa». [Battistini, Cds] APPUNTI DAI GIORNALI DI VENERDI’ 20 LUGLIO 2012 (CORRIERE) – ##«Il 55% dei fan di Grillo su Twitter sono fasulli» • Secondo una ricerca realizzata da Marco Comisani Calzolari dello Iulm di Milano, il 55% dei followers di Beppe Grillo su Twitter non sono persone reali ma Bot, ovvero programmi in grado di effettuare sul web operazioni in automatico. Sui circa 600 mila fan del leader dei 5 Stelle, quelli ritenuti quasi certamente falsi sono 327.373. Ovvero il 54,5%. I follower sicuramente reali sono invece 164.751, il 27,4% del totale. Il resto è composto da un 6,3% di account protetti e da un 11,6% di incerti. Il tutto, spiega Calzolari nelle conclusioni del suo studio, «secondo l’algoritmo descritto» nella ricerca. Grillo ha risposto così: «Certe accuse lasciano il tempo che trovano». [Casati, Cds] APPUNTI DAI GIORNALI DI LUNEDÌ 6 AGOSTO 2012 Beppe Grillo ha attaccato le Olimpiadi definendole «trionfo del nazionalismo», «un bromuro quotidiano sponsorizzato dalle multinazionali». Stoccate anche al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che si precipita «a congratularsi con l’atleta dandone ampia copertura a tutti i mezzi d’informazione». Antonio Di Pietro: «E mo’ neanche le Olimpiadi ci possiamo vedere in santa pace?». Pippo Baudo: «Per far parlare sempre di sé, Grillo deve spararla sempre più grossa. E sulle Olimpiadi ha scritto una vera e propria sciocchezza». [Labate, Cds] APPUNTI DAI GIORNALI DI GIOVEDI’ 30 AGOSTO 2012 (STAMPA E CORRIERE) – ##Grillo contro Benigni: «Quanto ti ha pagato il Pd?» • A Roberto Benigni che l’aveva preso in giro dal palco della festa nazionale del Pd, Beppe Grillo ha risposto subito. Prima qualche riga dedicata alla Festa: «Gli incontri annuali per riflettere sul futuro della Nazione, il passato e il presente se li sono già giocati, e per fare un po’ di festa in piazza del pdmenoelle costano una cifra. Ma quanto esattamente? Con che soldi sono organizzati? Forse quelli del finanziamento pubblico o grazie alla generosità di imprenditori “amici” e disinteressati, tipo Riva per intenderci?». E poi a Benigni: «E gli artisti invitati sul palco lo fanno per solidarietà verso il pdmenoelle o a fronte di un ricco cachet? E questo cachet a quanto ammonta? Domande perdute nel vento, blowing in the wind...». La replica è arrivata immediata dall’impresario del comico toscano, Lucio Presta: «Per abitudine non prendiamo soldi dai partiti e anche questa volta non abbiamo incassato nulla dal Pd, ma dai biglietti venduti per lo show». Per la cronaca, i biglietti costavano venti euro. [Grignetti, Sta] • Ricorda Labate (Cds) che «nel 2007 Grillo si presentò alla Festa dell’Unità di Milano, al Palasharp di Lampugnano, attaccando “Prodi-Valium”, “Baffetto-d’Alema” e “Fassino-il globulo”. E fece perdere le staffe al militante Franco Innocenti, che inviò all’Unità una lettera che aprì un dibattito tra i lettori del quotidiano fondato da Gramsci. Erano gli inizi degli anni 80 e Grillo, raccontò Innocenti, era l’ospite d’onore della festa del Pci di Dicomano, provincia di Firenze. “Era una notte terribile, c’era stata una gran pioggia. Minacciava di continuo di venir giù acqua a catinelle. Grillo arrivò in ritardo e non trovò nessun punto di incontro con i coraggiosi che avevano sfidato il maltempo pur di esserci. Incassammo solo 15 milioni. A lui ne avremmo dovuti dare 35. (...) Cercammo di ricontrattare il compenso. Non ci fu niente da fare. I soldi dovevano essere quelli stabiliti. Se li prese e se ne andò”. Come se ne sarebbe andato nel 1999, racconta (presentandosi come l’ex segretario generale della Cisl Lazio Giovanni Guerisoli) un ascoltatore alla Zanzara su Radio24, con 10 milioni di lire pagate a nero dallo stesso sindacato: “Ma il Grillo che attacca Benigni sarà mica lo stesso Grillo che per uno spettacolo del 1999 chiese alla Cisl 10 milioni di lire, da pagarsi rigorosamente in nero, senza fattura?”. Ancora Guerisoli: “Accettammo di pagarglieli, li prese personalmente, per noi fu durissimo giustificare quell’uscita”». APPUNTI DAI GIORNALI DI LUNEDI’ 3 SETTEMBRE 2012 - #Grillo: media e politici aizzano l’odio contro di me • Con un post sul suo blog Beppe Grillo ha attaccato i media e i politici, denunciando i timori per l’incolumità sua e dei suoi collaboratori. Ha scritto: «Il rito quotidiano dell’Odio da parte di aizzatori di professione nei miei confronti, nei confronti degli appartenenti al Movimento 5 Stelle e dei miei collaboratori sta diventando fragoroso, insopportabile, indecente». E lo scopo, aggiunge, «è quello, chiaro, di creare dei mostri da abbattere per mantenere lo status quo». Quindi conclude il post con una sfilza di punti interrogativi. «Cosa verrà dopo? Dal tiro al bersaglio metaforico si passerà a quello reale? L’informazione sta sconfinando in molti casi in istigazione a delinquere come avvenne negli anni di piombo. Li diffami, li isoli e poi qualcuno li elimina». Labate (Cds): «Il comico che ha ribattezzato Monti “Rigor Montis” e Fornero “Frignero”, lo stesso che ha dato dello “zombie” a Bersani e della “salma” a Napolitano, sceglie per se stesso la parte di Emmanuel Goldstein. Il protagonista di 1984 di George Orwell, l’unico oppositore del “grande fratello”, il nemico “pubblico numero uno”. Un ritratto che il comico genovese, nel post di ieri (titolo: “I Due Minuti di Odio”), sovrappone al suo identikit. “Il rito dell’Odio era cominciato. Come al solito, la faccia di Beppe Grillo, il Nemico del Popolo, era apparso sullo schermo”. E ancora, “Grillo era il rinnegato”, “l’Odio arrivò fino al delirio“. Fino alle accuse ai media, alla politica e a quei timori per la sua incolumità». APPUNTI DAI GIORNALI DI MERCOLEDI’ 10 OTTOBRE 2012 – ##Beppe Grillo a nuoto nello Stretto • Oggi Beppe Grillo apre la campagna elettorale del Movimento 5 Stelle in Sicilia provando a raggiungere l’isola a nuoto attraverso lo Stretto di Messina. I bookmaker inglesi di Stanleybet sono convinti che non ce la farà: quotano a 1,13 la possibilità che non riesca nell’impresa e a 4,50 l’esito positivo. Per cimentarsi con i circa tre chilometri tra Scilla e Cariddi, Grillo ha presentato un certificato di sana e robusta costituzione: Il comico nuoterà con Antonino Fazio, protagonista di varie traversate dello Stretto. Una motovedetta della Guardia costiera vigilerà perché tutto «si svolga senza impedimenti esterni» (la paura è che i media lo seguano a bordo di natanti) e a Punta Faro, meta finale, ci sarà un’ambulanza. [Cds] APPUNTI DAI GIORNALI DI GIOVEDI’ 11 OTTOBRE 2012 - ##Grillo sbarca in Sicilia a nuoto • Beppe Grillo ha compiuto la traversata a nuoto dalla Calabria alla Sicilia, per lanciare la campagna elettorale del Movimento 5 Stelle nell’isola. Partito da Cannitello che non erano le 11, arrivato sulla spiaggia di Punta Faro alle 12,07. Per quasi tre chilometri ha avuto contro la corrente, la pioggia, il vento, perfino gli allibratori inglesi, che scommettevano sulla non riuscita. [Cerruti, Sta] • Racconta Cazzullo (Cds): «I militanti del Movimento 5 Stelle accolgono i cronisti con simpatia: “Complici! Conniventi! Tenete il sacco ai politici!”. Un ragazzo urla nel megafono che le correnti hanno dirottato Beppe più a Sud: corsa pazza sotto la pioggia, si sposta anche l’ambulanza. Casaleggio, dritto contro la tempesta, non perde mai di vista l’amico che avanza tra i flutti. Lo segue un piccolo corteo: barche da pesca, gommoni, la capitaneria di porto, due canoe, la polizia, un wind-surf. Gaspare Sturzo, pronipote del fondatore del Partito popolare, anche lui candidato alla Regione, chiede: “Quant’è costato al contribuente la bravata di Grillo?”. “Niente!” assicura il candidato 5 Stelle Giancarlo Cancelleri, “abbiamo pagato di tasca nostra per bloccare lo Stretto, ecco le ricevute: 650 euro”. Il prof. Fazio specifica che l’assicurazione copre anche l’eventuale recupero della salma». • Giancarlo Cancellieri, il candidato presidente dell’Idv in Sicilia. [Cerruti, Sta] • «Su Google lo Stretto pareva più stretto...» (Grillo prima della traversata). [Cazzullo, Cds] • «Ho battuto anche i bookmaker inglesi che mi davano 1 a 15, ho fregato i medici che mi pronosticavano l’infarto... Finora qui sono sbarcati mafiosi e delinquenti; la prima persona normale che arriva sono io» (Grillo dopo essere sbarcato a nuoto in Sicilia). [Cazzullo, Cds] APPUNTI DAI GIORNALI DI MARTEDI’ 23 OTTOBRE 2012 - • Beppe Grillo ha raccolto a Trapani, sabato sera, diecimila persone. Lauria su Rep: «Se l’alto astensionismo previsto si tradurrà in voto di protesta, 5 stelle potrebbe superare il 15 per cento e battere Pd e Pdl». APPUNTI DAI GIORNALI DI MARTEDI’ 30 OTTOBRE 2012 – • Il nuovo governatore della Sicilia è Rosario Crocetta, candidato del Pd e dell’Udc, cattolico, comunista e gay. Lo hanno votato il 30,5% dei siciliani. Nettamente staccato l’uomo del Pdl Nello Musumeci ( 25,7%). Ottimo risultato per Giancarlo Cancellieri del Movimento 5 Stelle, che è anche il partito più votato nell’isola (14,9%). Altissimo l’astensionismo: alle urne solo il 47,4%. Alfano reagisce al pessimo risultato del Pdl in Sicilia annunciando la sua candidatura alle primarie di partito e rinnovando il sostegno al governo Monti. Il premier intanto minimizza gli attacchi di Berlusconi: «Nessuna minaccia perché non ci toglierebbe niente. Noi continuiamo a lavorare». Nell’inchiesta Laziogate indagata anche Isabella Rauti, moglie del sindaco Alemanno e gli altri cinque consiglieri della presidenza. L’accusa è abuso d’ufficio. L’uragano Sandy arriva sulla costa est degli Stati Uniti e su New York. Trasporti bloccati in dieci Stati, decine di migliaia senza luce. Wall Strett chiusa per due giorni. Si fondono Pinguin e Random House, dando vita al più grande colosso dell’editoria. • «Ci vediamo in Parlamento. Sarà un piacere» (tweet di Beppe Grillo ieri sera dopo i risultati siciliani). [Calandri, Rep] ##Grillo detta le regole per le politiche: sarò il capo politico • Con un videomessaggio sul suo blog, Beppe Grillo ha dettato le regole per la campagna di primavera: Cinque Stelle parteciperà alle politiche 2013, ma i candidati dovranno essere scelti solo tra coloro che già hanno fatto parte di una lista del Movimento. «I candidati saranno scelti via web. Potranno votarli tutti i nostri iscritti: sono quelli che hanno dato la documentazione, mandato la carta di identità. Per garantire un po’ chi entra: sennò ti entra Totò u Curtu, e poi ce lo hai tutta la vita dentro». E lui che farà? «Io devo essere il capo politico di un movimento». Quindi spiega meglio: «Voglio solo dirvi che il mio ruolo è quello di garante. Controllare, vedere chi entra. Dobbiamo avere soglie di attenzione molto alte». Per Giovanni Favia, consigliere regionale emiliano, «sarà lui il capo della coalizione, che in linguaggio non tecnico, significa candidato premier». Chiarisce Grillo: «Chi entrerà in Parlamento si toglierà questo nomignolo ormai deleterio: onorevole. Ma quale onorevole? Sarà cittadino del Movimento 5 Stelle». [Calandra, Rep] APPUNTI DAI GIORNALI DI MARTEDI’ 6 NOVEMBRE – ##I 5 Stelle isolano la ribelle Salsi, che attacca: «Io lapidata» • Dopo l’intervento a Ballarò del consigliere bolognese Federica Salsi, il diktat contro le comparsate in tv di Beppe Grillo, la controreplica dell’attivista, ieri ancora tensione nel Movimento 5 Stelle. Racconta Buzzi sul Cds: «Una scena emblematica: proprio durante la discussione di un ordine del giorno di solidarietà alla stessa Salsi, l’esponente grillina rimane isolata in consiglio comunale a Bologna. Gli altri due consiglieri del Movimento 5 Stelle, i fedelissimi di Grillo, il capogruppo Massimo Bugani e Massimo Piazza, hanno preso le distanze, anche fisicamente, sedendosi lontano dalla ribelle. Che prosegue determinata sulla sua strada. Salsi non arretra di un millimetro e, quando prende la parola, attacca: “Io ho aderito a questo movimento perché ne condividevo lo spirito e le idee, ma non voglio che si trasformi in Scientology. E non voglio che si trasformi in un mostro. Sono andata a Ballarò per questo – afferma –. E se queste mie parole serviranno alla maturazione di una consapevolezza che si sta imboccando una strada sbagliata politicamente (quella con Di Pietro) e moralmente (la denigrazione sistematica di chi non la pensa come te) allora saranno utili a qualcosa”. La consigliera prende di mira “la ridicolizzazione della persona indipendentemente dalle sue idee, l’offesa gratuita e volgare, la violenza privata e personale, la sopraffazione e la lapidazione solo perché la pensi diversamente dal capo”. E si chiede: “È accettabile tutto questo?”». APPUNTI DAI GIORNALI DI MERCOLEDI’ 7 NOVEMBRE 2012 – ##Le regole di Grillo per i militanti 5 Stelle • Sul suo blog Beppe Grillo ha compilato una specie di manuale d’istruzione per il Movimento 5 Stelle. Il nuovo alfabeto del movimento parte dalle alleanze impossibili: «D come Di Pietro: ha la mia amicizia, ma il M5S non si alleerà né con l’Idv, né con nessun altro. Il M5S vuole sostituire il sistema dei partiti con la democrazia diretta e vuole la fine dei partiti basati sulla delega in bianco». La E di Euro: «La decisione di rimanerci spetta ai cittadini italiani attraverso un referendum, questa è la mia posizione. Ritengo che l’Italia non possa permettersi l’euro, ma devono essere gli italiani a deciderlo e non un gruppo di oligarchi o Beppe Grillo». E la P di Primarie? «Nel M5S non ci saranno primarie (non si votano leader o leaderini) per le elezioni politiche, ma la scelta di portavoce per Camera e Senato per l’attuazione del programma in stretta collaborazione con gli iscritti». C’è poi una nuova regola, che archivia uno degli storici motivi d’orgoglio del movimento e piomba nel mezzo delle polemiche per il trattamento riservato alla consigliera bolognese Federica Salsi, colpevole di aver voluto cercare il «punto G» a Ballarò: la remissione del mandato. Finora ogni eletto lo rimetteva due volte l’anno lasciando ai cittadini la decisione sul futuro della carica. Ora Grillo cambia tutto: «Il consigliere, il sindaco o il parlamentare non ha alcun obbligo di rimettere il mandato periodicamente. Nel caso questo avvenisse deve essere preceduto da un’informazione pubblica e dettagliata del suo operato sul portale del M5S con una votazione estesa a tutti gli iscritti del Comune e della Regione di rifermento, o dell’intero corpo elettorale in caso del Parlamento». La lettera destinata a sollevare più polvere, però, è la T di Televisione: «Non sono “vietate” interviste di eletti del M5S trasmesse in tv per spiegare le attività di cui sono responsabili. È fortemente sconsigliata (in futuro sarà vietata) la partecipazione ai talk show condotti abitualmente da giornalisti graditi o nominati dai partiti, come è il caso di Rai, Mediaset e La7». Grillo poi chiarisce ulteriormente il concetto su Facebook e Twitter: «I giornalisti tv sono lì per grazia ricevuta dai loro editori. Sono pagati profumatamente per il servizietto pubblico al Bersani, al Renzi, al Casini di turno». Ecco i nomi: «Lerner, Fazio, Formigli, per citare solo alcuni della truppa cammellata, sono le nuove fate smemorine il cui compito è trasformare delle zucche vuote in statisti e attaccare con ferocia chi mette in discussione il sistema (del quale sono i pretoriani) e proteggere il loro portafoglio». APPUNTI DAI GIORNALI DI MERCOLEDI’ 21 NOVEMBRE 2012 – ##Grillo: «Non mi candiderò. Sono un delinquente» • «Non mi candiderò al Parlamento, sono pieno di carichi pendenti, sono un delinquente» (Beppe Grillo in un’intervista trasmessa a Ballarò). [Cds] • Grillo, condannato a 14 mesi di carcere (con la condizionale) per omicidio colposo relativa all’incidente d’auto nel quale, il 7 dicembre 1981, persero la vita due amici del comico, di 45 e 33 anni, e il loro figlio, di 9. [Cds] APPUNTI DAI GIORNALI DI VENERDI’ 30 NOVEMBRE 2012 – ##Grillo perde il ricorso: l’Irap va pagata • La commissione tributaria di Genova ha respinto un ricorso di Beppe Grillo, che chiedeva all’Agenzia delle Entrate la restituzione di 577.296 euro versati in cinque anni a titolo di Irap. Il leader dei 5 Stelle pretendeva indietro il denaro, sostenendo che il suo lavoro d’artista era stato svolto in maniera del tutto personale. Senza cioè l’organizzazione e l’uso di dipendenti o collaboratori che sono il presupposto dell’imposta regionale sulle attività produttive. L’uso di aiutanti, pagati in maniera continuativa – «per attività di ricerca o partecipazione nella stesura degli spettacoli, o per la soluzione di semplici problemi pratici che l’artista non ha il tempo di affrontare» – presuppongono una struttura più complessa di quella raccontata da Grillo attraverso il suo avvocato. [Calandri, Rep] APPUNTI DAI GIORNALI DI MARTEDI’ 4 DICEMBRE 2012 – ##Beppe Grillo lancia online le Parlamentarie • Beppe Grillo ha lanciato ieri «Le Parlamentarie», le consultazioni per individuare i candidati del M5S alle Politiche 2013, tra avvisi agli elettori, propaganda dei singoli su YouTube, blog in tilt per troppi contatti e fisiologiche polemiche di ribelli, ex e dissidenti. Le regole: quattro giorni di votazioni esclusivamente online e riservate a chi si è iscritto al Movimento entro lo scorso settembre, tre preferenze da attribuire ai candidati della circoscrizione dell’elettore, divieto assoluto di influenzare ogni singola scelta. Su quest’ultimo punto Grillo è più intransigente del solito: «Il voto è individuale e bisogna evitare che sia pilotato da fantomatiche assemblee o comitati. Dobbiamo evitare la replica delle congreghe partitiche su base locale per favorire uno o più candidati a scapito di tutti gli altri. Chi cercherà di pilotare il voto sarà diffidato o escluso dalle votazioni, sia che si tratti di candidato che di votante». Anche il profilo dei 1.400 autorizzati alla corsa è ben definito: «Tutti coloro che hanno accettato la candidatura si sono in precedenza presentati alle elezioni comunali o regionali per il M5S, non hanno precedenti penali, non sono in carica come sindaci o consiglieri, non hanno fatto due mandati». [Muschella, Cds] • Nel frattempo, a Bologna, Federica Salsi (la consigliera regionale colpevole di essere andata a Ballarò, e per questo scomunicata da Grillo con la frase: «La tv è il tuo punto G») è andata ai carabinieri per aver ricevuto minacce di morte su Facebook. Le hanno scritto: «Prego per la tua morte politica e no». «Spero essendo tu gentaglia che crepi alla svelta». O anche: «Informiamoci se ha figli. Bisogna toglierglieli». Solidarietà dai colleghi e da tutto il mondo politico. Da Beppe Grillo, neanche una parola. [Cuzzocrea, Rep] APPUNTI DAI GIORNALI DI VENERDI’ 7 DICEMBRE 2012 – ##Parlamentarie, Grillo: «Più donne che uomini» • Dopo quattro giorni di consultazioni online, sono arrivati i risultati delle Parlamentarie dei Cinque Stelle. Li ha annunciati Beppe Grillo sul suo blog: «I voti disponibili erano circa 95.000 per 1.400 candidati presenti in tutte le circoscrizioni elettorali incluse quelle estere. Dai primi dati si vede una netta affermazione delle donne, infatti su 31 capilista 17 sono donne, il 55%». Grillo, soddisfatto, ha promesso battaglia. «Ora stiamo scrutinando tutto quello che sta arrivando, ma abbiamo hacker dappertutto, siamo di fatto sotto attacco e questa è una guerra all’ultimo sangue» per far vincere «la democrazia». [Buzzi, Cds] APPUNTI DAI GIORNALI DI LUNEDI’ 10 DICEMBRE 2012 – ##Grillo all’attacco: «Il premier come Don Abbondio» • Beppe Grillo ha commentato ieri sul suo blog la crisi di governo: «Con le dimissioni di Rigor Montis lo specchio oscuro del Paese è andato in mille pezzi e ogni italiano può vedere la dissoluzione dello Stato: Monti ha dimostrato il coraggio di Don Abbondio. E ora ne paga le conseguenze». L’esperienza del governo tecnico, conclude Grillo, «lascia dietro di sé sciagurate conseguenze. Un Paese allo stremo e nessun problema strutturale, istituzionale, industriale, elettorale, sociale minimamente risolto. Macerie. Un vuoto dove si inseriranno come salvatori i responsabili dello sfascio del Paese, i gemelli siamesi pdl e pdmenoelle, e l’estrema destra che già presenta le sue liste in mezza Italia. Chi è causa del suo mal pianga se stesso». [Cds] APPUNTI DAI GIORNALI DI MERCOLEDI’ 12 DICEMBRE 2012 - ##Grillo: «Chi mi critica vada fuori dalle palle» • Con un messaggio video di 2 minuti e 14 secondi sul suo blog, Beppe Grillo ha risposto alle tante critiche che gli sono arrivate dopo le Parlamentarie. «Non venite a rompermi i c...i (a me!) sulla democrazia. (...) Io mi sto arrabbiando seriamente. Abbiamo una battaglia, abbiamo una guerra da qui alle elezioni. Finché la guerra me la fanno i giornali, le televisioni, i nemici quelli veri va bene, ma guerre dentro non ne voglio più. Se c’è qualcuno che reputa che io non sia democratico, che Casaleggio si tenga i soldi, che io sia disonesto, allora prende e va fuori dalle palle. Se ne va dal MoVimento. E se ne andrà». • Alle Parlamentarie del M5s hanno votato 32 mila persone. «Dodicimila meno degli elettori di Tabacci alle nostre primarie», sfottono quelli del Pd. [Salvaggiulo, Sta] • Polemiche per il documento inviato ai candidati a pochi giorni dalle votazioni e da sottoscrivere pena l’esclusione, con una clausola «predisposta da uno studio legale» che vincola gli eletti a destinare i contributi milionari di Camera e Senato a due imprecisati «gruppi di comunicazione» di cui Grillo sarà dominus per «organizzazione, struttura e scelta dei membri». [Salvaggiulo, Sta] APPUNTI DAI GIORNALI DI VENERDI’ 28 DICEMBRE 2012 – ##Grillo presenta la sua agenda contro monti • Beppe Grillo dal suo blog ha esposto i primi sedici punti della sua agenda politica, un programma alternativo a quello di Mario Monti. Ci sono alcuni cavalli di battaglia del Movimento 5 Stelle come il referendum sull’euro, il reddito di cittadinanza e l’abolizione dei contributi pubblici ai partiti (retroattivi da queste elezioni). Grillo propone anche «misure immediate per il rilancio della piccola e media impresa sul modello francese e il ripristino dei fondi tagliati alla Sanità e alla Scuola pubblica con tagli alle Grandi Opere Inutili come la Tav». E si è scagliato contro il premier dimissionario, che bolla come «un fenomeno della autoreferenzialità estrema, un energumeno anticostituzionale, un presuntuoso che non ammette lo sfascio economico di cui è diretto responsabile». [E.Bu, Cds] APPUNTI DAI GIORNALI DI MERCOLEDI’ 16 GENNAIO 2013 – ##Grillo parte con il suo Tsunami Tour • Beppe Grillo ha iniziato ieri da Pistoia il suo Tsunami Tour. Girerà in camper 83 piazze fino al 22 febbraio. Alcune frasi dette ieri dal comico sul palco: «Vedere Santoro che va ospite in una trasmissione di Berlusconi: sono rimasto allibito. Chi è uno contro tutti ha già vinto dal punto di vista della comunicazione»; «Non so se voterò il Movimento 5 Stelle, quest’anno mi convince Casini, sono tentato da Moggi. Monti? Si è sfiduciato da solo»; «Io come ministro delle Finanze voglio una signora che ha tirato su tre figli, una signora che non ha fatto fallire la sua famiglia. Queste persone sanno cos’è l’economia, non i bocconiani»; «Vogliamo uno Stato che si riprenda le concessioni autostradali, invece di dare un miliardo e trecento milioni ai Benetton. Io voglio le concessioni dell’Enel». [Buzzi, Cds] APPUNTI DAI GIORNALI DI MERCOLEDI’ 23 GENNAIO 2013 – • Domani Mps riunisce il Cda e venerdì ci sarà un’infuocata assemblea dei soci chiamati a dare la delega al Consiglio per l’ok all’aumento di capitale da 4,5 miliardi di euro. Circa 3,9 miliardi per i Monti-Bond, più gli interessi da pagare. [Fornovo, Sta] Tra chi ha annunciato interventi in assemblea ci sono Beppe Grillo e Oscar Giannino. Che con ogni probabilità commenteranno anche le condizioni dell’aiuto di Stato, fra le quali un interesse iniziale al 9% che sale fino al 15%, il divieto di fare riferimento nelle pubblicità all’aiuto di Stato o di «intraprendere politiche commerciali aggressive». [Massaro, Cds] APPUNTI DAI GIORNALI DI GIOVEDI’ 7 FEBBRAIO 2013 – ##L’incognita Grillo nei sondaggi • Scrive Martini sulla Sta che alle politiche il Movimento 5 Stelle potrebbe prendere molti più voti rispetto al 14-15% ipotizzato finora dai sondaggi. Potrebbe arrivare addirittura al 20%. Euromedia Research, senza dare cifre precise, fa sapere che «il Cinque Stelle è il movimento che in questi giorni sta crescendo con più velocità di tutti gli altri». A riprova di ciò, ha dichiarato Antonio Bassolino: «Grillo sta usando uno strumento modernissimo e uno antico con eguale abilità: da anni è in contatto con un numero vastissimo di persone attraverso la Rete ed è l’unico che va in piazza, che ha capito come le elezioni abbiano bisogno di un contatto fisico, piccoli paesi e una piazza storica come San Giovanni a Roma...». Una sensazione confermata da uno dei parlamentari più esperti, l’ex dc pugliese Pino Pisicchio, ora con Bruno Tabacci: «Percepisco tra la gente un non-detto che inquieta e mi fa pensare che il risultato di Grillo potrebbe essere superiore a quello finora testato».