Roberto Giardina, ItaliaOggi 21/2/2013, 21 febbraio 2013
I BERLINESI, GRANDI IMBROGLIONI
I tedeschi tutti onesti per desiderio di Lutero. Bisogna stare attenti ai luoghi comuni, non sono sempre falsi, ma quasi sempre pericolosi. Soprattutto quelli positivi. La colonia italiana a Berlino aumenta, eravamo 12 mila appena ieri, oggi siamo oltre 18 mila secondo i nostri dati, 25 mila per la polizia tedesca, mancano al totale i connazionali che vanno e vengono, quelli che hanno comprato una casa ma ci abitano solo per le vacanze.
Un consiglio per loro: fidarsi è un rischio, i tedeschi, in particolare i berlinesi, sono esattamente come noi. Perché non dovrebbero? «Berlineapel» ha titolato una volta il Tagesspiegel, il più diffuso quotidiano della capitale. Sarebbe la Napoli della Mitteleuropa. Lo dicono loro, non io che sono siciliano.
Metà dei rendiconti dei condomini, dell’amministratore del palazzo o del singolo proprietario che li passa all’inquilino sarebbero sbagliati, avverte la Süddeutsche Zeitung. Una statistica che vale per tutta la Germania. I miei amici tedeschi, per amor di patria, sostengono che non si tratta di truffe, ma di semplici errori. Va bene, i connazionali di Einstein non sanno far di conto.
E i tassisti berlinesi ingannano i clienti, in particolare i turisti. Nessuna sorpresa per me, che ho casa a Roma. Tutto il mondo è paese? C’è una differenza: quando leggono queste notizie, i tedeschi si scandalizzano, e se la prendono con se stessi, o cercano scuse per non deprimersi troppo. Noi ci consoliamo: nessuno è perfetto.
Per i rendiconti di condominio, io sono tra quelli che pensano male. Quando si lascia un appartamento, è l’inquilino a doverlo rimettere a posto com’era quando ci venne ad abitare. La legge è cambiata, ma il proprietario può sempre aggiungere la clausola nel contratto. Dopo tre anni, deve ritinteggiare le pareti, anche se appaiono immacolate. Io, per evitare contestazioni, mi affidai alla squadra di operai della società proprietaria dell’appartamento, e di altre migliaia di abitazioni nella capitale.
Alla vigilia del trasloco, ricevetti una lettera incomprensibile, in tedesco burocratico. Alla fine compresi, mi ritenevano responsabile degli affitti che avrebbero perduto, dato che non avevo lasciato l’appartamento in ordine. Telefonai: che c’e che non va? I lavori li avete fatti voi. Sì, ma i bagni erano sporchi. Perché li avranno usati i vostri operai. Feci scrivere da un avvocato (qui c’è un’assicurazione che copre tutte le spese legali). Non li sentii più. Ci avevano marciato. Sospetto che a Posillipo siano più onesti.
Mi piacciono le case antiche, quella dove abito adesso risale al 1890. Ci sono problemi: a ogni autunno, qualche termosifone rimane gelido. Potrei tentare di rianimarli da solo, ma anche loro sono d’epoca, e ho paura di rovinare uno storico palazzo. Telefono all’amministrazione: tocca a lei pagare, rispondono. No, ogni anno avete provveduto voi. La legge è cambiata, mi avvertono. E io ci credo, non è possibile che mentano. Però chiamo la solita ditta dell’amministrazione, ormai conoscono casa mia. Non mi mandano il conto: quale legge? Tocca a loro, mi tranquillizza il mago dei termosifoni d’antiquariato.
Ho lasciato in fondo i tassisti berlinesi perché mi fanno pena. Truffano i turisti, e soprattutto truffano il fisco. Secondo il Finanzamt, l’anno scorso non avrebbero pagato imposte per 2 milioni di euro, spiccioli secondo i nostri parametri, ma la capitale ha le casse vuote. Qui una licenza costa poche centinaia di euro, a Roma 200 mila. Ci sarà un motivo. I tassisti guadagnano pochissimo, per una corsa dall’aeroporto fanno la coda per tre o quattro ore. Secondo il Berliner Morgenpost ci sarebbero in giro decine di taxi senza regolare licenza. E gli autisti incassano tutto al nero. A me è capitato solo una volta, il giorno in cui morì il Deutsche mark, un tassista cercò di farmi pagare il doppio. E si arrese subito alla mia obiezione. Una volta in vent’anni ci può stare. Sono i tedeschi che pretendono di essere perfetti. Gli italiani che vogliono diventare miei vicini di casa però stiano attenti al tassametro, e alle lettere dell’amministratore.