Nino Sunseri, Libero 20/2/2013, 20 febbraio 2013
OSCAR SI È INVENTATO ANCHE LE LAUREE
Chissà se questa mattina Oscar Giannino si presenterà alla direzione di Fermare il Declino con le orecchie lunghe che, fin dai tempi di Pinocchio indicano gli studenti poco diligenti. Perchè Oscar è stato entrambe le cose: un po’ Pinocchio avendo detto bugie e molto poco studioso perchè con i libri, almeno scolastici, ha chiuso assai presto. All’appello della sua carriera scolastica non manca solo il master alla Chicago Booth come denunciato dall’ ex (molto ex) amico Luigi Zingales. Non ci sono nemmeno le due lauree in Giursprudenza ed Economia che, fino a qualche ora fa arricchivano il suo bel percorso di studi. Ad ammetterlo è lo stesso Giannino: «Lavoro da quando sono giovane. Quanto so l’ho studiato per i fatti miei. E questo vale anche per gli altri titoli che mi vengono attribuiti». In effetti il curriculum che compariva sul sito dell’Istituto Bruno Leoni di cui è “senior fellow” ha subito in poche ore uno sbianchettamento molto perentorio. Della carriera scolastica non è rimasto più nulla. Per carità far la figura di Pinocchio appare quasi tenero in un mondo politico popolato dai predatori di Mps o da Er Batman, al secolo Franco Fiorito. Tuttavia per un partito, come Fermare il Futuro che aveva fatto della trasparenza all’americana (certo in omaggio agli studi del fondatore) una religione diventa veramente tutto molto difficile. Addirittura il povero Giosafat Di Trapani, in Sicilia, era stato espulso perché, pur essendo stato assolto, non aveva confessato una vecchia disavventura.
Ma tutto quanto, in questa storia, diventa un po’ surreale. Forse fiabesco. A cominciare dalla direzione del partito che questa mattina a Largo del Nazareno dovrà decidere se confermare il ruolo leader di Oscar o mandarlo a casa a tre giorni dalle elezioni. Ma di quale direzione stiamo parlando? Chi rappresenta? Chi ne ha eletto i componenti? Un’ambiguità in più in questa storia che Oscar ha giocato fra passato e futuro, tra ambizioni trasognate e clamorose cadute. Nella memoria ancora i tempi in cui lavorava come addetto stampa di Giovanni Spadolini a via dei Caprettari, sede della direzione nazionale del Partito Repubblicano. Un modello che ha trasferito a Fermare il Futuro che però non è un partito ma un movimento appena nato. Così la direzione è composta dai coordinatori regionali nominati, in gran da Giannino stesso. Il capo si presenterà all’appuntamento dichiarandosi disponibile a fare un passo indietro se l’ufficio lo imporrà. A questo punto è anche possibile che la fiducia gli venga confermata vista l’impossibilità di sostituirlo. A meno che non cominci, come nelle stanze fumose dove si svolgevano le antiche direzioni di partito, il braccio di ferro con gli amici di Michele Boldrin. Un altro dei fondatori (anch’egli professore universitario) che ha già condannato il giornalista accusandolo di millantato credito. Ma vale la pena litigare per la leadership di una formazione che ben difficilmente scavalcherà la soglia del 4%? In ogni caso la frittata è ormai bella che cucinata. I bocconiani doc come Alberto Alesina e Francesco Giavazzi hanno lasciato l’incarico di garanti del programma. Sul sito di Fermare il declino si moltiplicano gli inviti per Oscar a dimettersi, accanto ad ampie manifestazioni di solidarietà.
Certo oggi ai colleghi di i partito dovrà spiegare le cose molto bene. Perché la trincea del malinteso non regge di sicuro. Non è stato certo uno stagista «disattento » a scrivere certe cose che circolano sul web. A cominciare, per esempio, dalle due lauree. Sul sito noisefromamerika il 3 giugno 2009 scriveva: «Scusate se dichiaro di restare un poco stupito dal più dei commenti. Mi confermano che la separazione tra diritto ed economia non fa bene a nessuno, cosa che mi spinse decenni fa a sommare le due lauree». Per non parlare del famoso master in Corporate Finance e Public Finance ottenuto alla Chicago Booth School of Business. Un titolo da Oscar vantato più volte. La Rete oggi ne porta memoria oggi diventata impietosa. Fino ad un Convegno di Confindustria di Rapallo nel 2008 in cui parla di una lezione con il suo primo professore che, neanche a dirlo, era un premio Nobel. Non è il solo episodio. Pinocchio ne ha raccontate un po’ tante. Forse qualcuna di troppo fino a litigare con Luigi Zingales. «I loro rapporti erano cattivi da tempo» dicono adesso i bene informati. Certo la denuncia a quattro giorni dal voto è stato proprio un colpo basso.