Caterina Perniconi, il Fatto Quotidiano 20/2/2013, 20 febbraio 2013
LAUREE VERE, PRESUNTE E COMPRATE
Il più pulito ha un master. O ha trascorso almeno un anno in America, a studiare dove insegna qualche premio Nobel. La tentazione di esaltare le proprie gesta accademiche è trasversale, e c’è caduto anche il premier Mario Monti. È stato un anno a Yale e lo sbandiera urbi et orbi, vantando tra i suoi professori James Tobin. Anche se lì non ha conseguito nessun titolo.
Di certo lui non avrebbe bisogno di tanta pubblicità sulla sua formazione dopo una vita passata dentro le mura degli atenei. Ma nessuno sa resistere al desiderio di apparire affidabile e preparato dai migliori. Almeno sulla carta. Gli altri candidati premier hanno tutti un titolo: Pier Luigi Bersani si è laureato in Filosofia all’Università di Bologna nel 1974, con una tesi sulla storia del Cristianesimo e papa Gregorio Magno. Silvio Berlusconi ha conseguito una laurea in Giurisprudenza alla Statale di Milano nel 1961, con una tesi in Diritto commerciale. Stessa facoltà per Antonio Ingroia, ma diversa la città: Palermo. L’unico a non vantare una laurea è Beppe Grillo. Diplomato ragioniere, iscritto a Economia, ha poi preferito la carriera di comico. Tra gli altri big dei partiti in corsa per le elezioni non compaiono master italiani o esteri: Nichi Vendola ha una laurea in Lettere e Filosofia all’Università di Bari, con una tesi su Pier Paolo Pasolini mentre Roberto Maroni si è laureato in Giurisprudenza alla Statale di Milano, proprio come Berlusconi. Nella Lega, si sa, sfoggiare un titolo è importante, a costo di farselo confezionare in Albania, come quello di Renzo Bossi all’Università Kristal di Tirana. Fino al tesoriere, Francesco Belsito, che non solo ha mentito sulla laurea (l’Università online John Kennedy di Milano nella quale dice di essersi laureato in Scienze politiche non esiste) ma anche sul diploma, che non avrebbe mai conseguito dove dichiara, cioè all’istituto privato per ragionieri di Frattamaggiore.
Eppure una scuola superiore non basta per mantenere un alto profilo. Allora c’è chi si rimette a studiare in età adulta: Claudio Scajola, che si è laureato nel 2000, a 53 anni, mentre era già deputato e coordinatore di Forza Italia. Chissà dove avrà trovato il tempo. Come Gianni Alemanno, che ha conseguito il titolo nel 2004 in Ingegneria per l’ambiente e il territorio all’Università degli Studi di Perugia. Proprio mentre era ministro delle Politiche agricole e forestali.
Alla laurea non rinuncia quasi nessuno. A meno che non vanti un curriculum all’Università Normale, come Massimo D’Alema, che ha superato tutti gli esami ma non ha mai discusso la tesi. Si è fermato prima anche Francesco Rutelli, dopo qualche esame alla facoltà di Architettura. Chi non si è mai iscritto è Walter Veltroni, diplomato all’Istituto di cinematografia di Roma e autore di romanzi best seller. Per sfondare nell’editoria alla laurea si può rinunciare. In politica, a quanto pare, no.