Giovanni Cerruti, La Stampa, 21/2/2013, 21 febbraio 2013
TOSCANA, LA TRINCEA DEL PD ASSEDIATA DAI GRILLINI
tardi, è troppo «È tardi...». Non è colpa della sveglia, che ha suonato e non l’ha sentita. E nemmeno dell’affanno di questi ultimi giorni, di queste ultime ore, del primo cappuccino della giornata che si fa portare dal bar, con questa brioche appena scartocciata che a momenti gli va di traverso. Nello studio legale di Alfonso Bonafede, 36 anni, avvocato civilista, capolista alla Camera del «Movimento 5 Stelle», si va di fretta: «Mi spiace per Matteo Renzi e la Toscana Rossa che fu, ma ormai è tardi per venirci a prendere». Prepararsi al Granducato dei Grillini? «Di sicuro -dice lui-, avremo pure i voti di parecchi "renziani"».
Arriva un sms, nel telefonino di Bonafede. E’ un cliente: «Grazie ragazzi per quello che state facendo. Le generazioni future vi ringrazieranno intanto lo faccio io». Siciliano di Mazara del Vallo, salito a Firenze per l’Università, si è fermato dopo la tesi sul «Danno esistenziale». Ora, tra sondaggi noti e previsioni facili, sta calcolando i danni che procurerà. «Nel 2009 mi sono presentato alle elezioni amministrative senza soldi, quasi senza campagna elettorale, e ho sfiorato il 2%: 4 mila voti. Lunedì la percentuale potrebbe fermarsi attorno al 18%, con più di 35 mila voti solo tra i fiorentini». In Toscana, obiettivo 15%.
A Palazzo Vecchio anche il sindaco Matteo Renzi va di fretta. Passa in ufficio all’alba, poi va Genova, poi Palermo, forse è rientrato nella notte, questa mattina Lombardia e la sera di nuovo qui, con i candidati fiorentini del Pd. Forse è tardi anche per lui. «In ogni caso meglio cento parlamentare grillini che cento leghisti», ha detto martedì sera all’Auditorium della Camera di Commercio di Prato, gran pienone, mezz’ora di comizio, camicia bianca e cravatta nera, mano sinistra in tasca, Grillo e i suoi che entrano al minuto 12 ed escono al minuto 21. «Toccano temi su cui spesso non ci facciamo sentire, facciamolo adesso».
Nei comizi Pd il Monte dei Paschi di Siena latita, e si può capire. In quelli dei «grillini» non manca mai. «Certo che inciderà sulla scelta del voto -dice l’avvocato candidato- E’ la sintesi perfetta del fallimento dell’abbraccio tra politica e finanza. Ci dicono "che botta di fortuna con lo scandalo Mps, chissà quanti voti prenderete!", ma non è così, non ce n’era bisogno, il sistema stava già collassando». Proprio adesso arriva un altro sms, sul telefonino di Bonafede. Un indignato per il Monte dei Paschi di Siena: «Dopo quel che è successo non ci tradite almeno voi. Questa è l’ultima occasione!».
Mps aiuterà non più di tanto il «Movimento 5 Stelle», come dice Bonafede. Ma danneggerà il Pd, specie in Toscana. Alle quattro del pomeriggio di martedì, mentre sta per cominciare la riunione di giunta, Matteo Renzi spiega che «anche qui Grillo farà un grande risultato, magari inferiore alle nostre attese e superiore alle nostre paure». Nessun angoscia, però. Piuttosto «bisogna pensare al dopo». Alle «tante persone perbene che lo seguono e andranno in Parlamento». Quel «meglio 100 grillini che 100 leghisti» vuol dire «che con buone proposte li si può convincere, non credo che Grillo o Gianroberto Casaleggio riusciranno a controllarli tutti».
Eppure, proprio a Firenze e proprio Renzi, il segnale del 2009 e quel quasi 2% allo sconosciuto avvocato Bonafede non l’avevano trascurato. Giunta dimezzata, da 16 a 8 assessori. Vendute tutte le auto blu. «Non c’è città che abbia l’Irpef più bassa di Firenze», dice a Prato. Dove ammette «un grande rispetto per chi lo vota, io non parlo male di Grillo, anche se mi sembra un coniglio che scappa dalle domande». Rosicchierà voti al Pd, «ma ne porterà via di più al centro-destra». E poi, suvvia, Grillo sa cambiare idea: «Me lo ricordo qui a Firenze, spaccava il computer sul palco e dopo due anni era già un blogger di successo...».
Nello studio legale Bonafede il telefonino continua a ricevere sms. E il candidato capolista è lì che insiste a far di conto. «Ci fermiamo al 15%? Benissimo: avremo tre senatori e sei deputati!». E spiega che non c’è da stupirsi, non c’era bisogno del Monte dei Paschi di Siena. «Due anni fa, tra Lucca, Carrara e Pistoia, eravamo al 5%. Un anno fa siamo entrati a Grosseto e Arezzo. Si va a ondate, e questa sarà la più grossa». Ne ha anche per Matteo Renzi: «Avesse vinto le primarie del Pd allora sì che ci avrebbero messo in difficoltà. Invece la sua sconfitta dimostra la staticità di un partito che non sa rinnovarsi».
Anche Alfonso Bonafede domani va a Roma, sarà sul palco di piazza San Giovanni con Beppe Grillo e gli altri candidati. «L’ho conosciuto un mese dopo quei 4 mila voti delle amministrative del 2009, ogni tanto lo sento. Casaleggio no, mai visto». Non ha un passato da ultrà di sinistra, mai frequentato centri sociali o black-block, come vorrebbe Silvio Berlusconi: al massimo una vaga somiglianza con Gad Lerner. E a Roma si porta un sogno: «Firenze avrebbe bisogno di un sindaco che vuole fare il sindaco e basta, non di uno che usa la città come trampolino...». Attenzione. A Firenze, tra un anno, si vota per il sindaco...
«IL CAPOLISTA DEL MOVIMENTO»
««Con i numeri che ci aspettiamo avremo 3 senatori e 6 deputati»»
«IL SINDACO DI FIRENZE»
««Con buone proposte in Parlamento ne convinceremo tanti»»