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 2013  febbraio 20 Mercoledì calendario

MANAGER PUBBLICI, IN GIOCO 15 SUPERPOLTRONE


Poltrone d’oro. Il mondo dei boiardi di Stato, i manager delle aziende pubbliche, è attraversato dai brividi. Molte carriere (e stipendi) dei vertici delle imprese dello Stato padrone saranno influenzate dalle imminenti elezioni.
Se ci sarà l’avvento del centro-sinistra, stando a molte previsioni, si profila un ricambio di molti capiazienda che si sono radicati nell’èra di Silvio Berlusconi e Gianni Letta, con Giulio Tremonti nei panni dell’azionista.
Eccetto Cassa depositi e prestiti (Cdp) e Fs, le caselle più ghiotte saranno assegnate l’anno prossimo: tra aprile e maggio 2014 scadranno i consigli di amministrazione di Eni, Enel, Terna, Poste e Finmeccanica. Per la holding della difesa tuttavia la partita nomine è già in corso.
Dopo l’arresto per corruzione di Giuseppe Orsi il cda ha affidato la gestione al direttore generale, Alessandro Pansa, con la «qualifica» anche di amministratore delegato. Ma in cda ci sono due sedie vuote per dimissioni (Franco Bonferroni e Orsi) e manca un presidente: sarà il nuovo governo a nominarlo, il gruppo avrebbe bisogno di una guida forte per risalire la china.
L’assemblea dei soci di Finmeccanica si riunirà per completare i vuoti nel cda per il 15 aprile, dovrà anche confermare Ivan Lo Bello, già cooptato in sostituzione di Marco Iansiti. Se prima dell’assemblea si dimettesse un altro consigliere, secondo lo statuto tutto il cda di Finmeccanica decadrebbe e andrebbe nominato ex novo. Ipotesi estrema: al nuovo governo basterebbe chiedere le dimissioni al dirigente del Tesoro Francesco Parlato per azzerare tutto.
Un candidato presidente è Giampaolo Di Paola, ministro della Difesa del governo Monti. Avrebbe però bisogno di una deroga, con decreto del presidente della Repubblica, alla norma che vieta ai ministri per un anno di andare al vertice di società pubbliche. Un’altra ipotesi è l’ascesa dell’a.d. di Ansaldo Energia Giuseppe Zampini, o un altro uomo forte. Da verificare l’impatto che questo innesto avrà sul neo a.d. Pansa, indebolito dalla rivelazione, nelle carte dell’inchiesta Finmeccanica, del fatto che nel 2007-2008 aveva chiesto a Mediobanca «aiuto per risanare i debiti» della moglie americana di Vittorio Grilli, direttore generale del Tesoro e oggi ministro dell’Economia, sponsor di Pansa.
Un altro uomo del governo che punta a una poltrona di spicco, secondo voci insistenti, è Antonio Catricalà, sottosegretario a Palazzo Chigi. Catricalà aspirerebbe alla presidenza Eni, al posto di Giuseppe Recchi. Nel gruppo energetico sembra al termine l’esperienza di un manager potente, Paolo Scaroni, che dopo tre mandati è in predicato per altri incarichi. Indagato per corruzione internazionale nell’inchiesta sulle tangenti Saipem, si è detto «totalmente estraneo».
Il principio della probabile sostituzione al nono anno vale anche per Fulvio Conti all’Enel e per Flavio Cattaneo a Terna, arrivato nel 2005 dopo due anni alla Rai voluto da Berlusconi. Alle Poste Massimo Sarmi è in carica dal maggio 2002, quando andò a sostituire Corrado Passera.
Tra gli incarichi in scadenza nei prossimi mesi non ha problemi Mauro Moretti, l’a.d. delle Fs che sogna l’integrazione tra i treni e l’Alitalia («ma senza dare un euro ai Capitani coraggiosi»). Probabile la sostituzione del presidente di Fs, Lamberto Cardia. In uscita il presidente di Invitalia Giancarlo Innocenzi, ex commissario berlusconiano dell’Agcom. La poltrona più calda della campagna 2013 è alla Cdp, la "quasi-banca" con 230 miliardi di liquidità, simile a un nuovo Iri: stando al presidente dell’Acri Giuseppe Guzzetti, le fondazioni potrebbero confermare presidente Franco Bassanini, espresso dal Pd senese legato alla fondazione Mps, ma c’è l’incognita dei rapporti interni al Pd. Più in salita la conferma dell’a.d. Giovanni Gorno Tempini, arrivato con Tremonti nel maggio 2010 dal mondo di Banca Intesa. Una nomina definita un capolavoro di Giovanni Bazoli, il presidente di Intesa Sanpaolo in scadenza con l’approvazione del bilancio 2012.