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 2013  febbraio 21 Giovedì calendario

E IN CINA I «VENDITORI PIGRI» LI RIEDUCANO COSI’ —

Tirava un bel vento e pioveva lunedì a Chengdu, capoluogo della provincia sudoccidentale del Sichuan cinese. Non proprio le condizioni ideali per una bella corsa all’aperto, in calzoncini e a torso nudo. Eppure un gruppo di giovanotti correvano lungo uno dei vialoni della megalopoli, allineati dietro una vettura nera ben lucidata. La foto ha meritato attenzione da parte del Quotidiano del Popolo, che nel suo sito online ieri ha spiegato: erano una ventina di impiegati del marketing di un’azienda di alimentari di Chengdu puniti per non aver raggiunto gli obiettivi di vendita nel 2012.
La sanzione era stata concordata con il management della società e prevedeva dieci chilometri di corsa per i maschi, in tenuta da spiaggia, e cinque per le femmine, alle quali è stato concesso di indossare una tenuta più castigata ma «leggera», perché potessero sentire il freddo e rigenerarsi. La limousine nera in testa al gruppo trasportava un manager aziendale incaricato di dettare il passo.
Un cronista del quotidiano locale, il Chengdu Business Daily, ha raccolto i commenti del plotone dei puniti. «All’inizio era così freddo che avevo la pelle d’oca, ma la corsa mi ha riscaldato», ha detto uno con spirito sportivo. «L’unica cosa che mi ha fatto sentire a disagio sono stati gli sguardi dei passanti», ha confidato un altro anonimo venditore poco produttivo. Tutti, secondo il giornale, hanno confermato l’accordo stretto a inizio 2012 e non si sono lamentati, sostenendo (almeno con il giornalista) che la prova di resistenza li avrebbe motivati a fare meglio quest’anno, centrando gli obiettivi di produttività.
Una voce sola si è apertamente levata contro, quella dell’avvocato Liao Hua, che ha spiegato come la policy aziendale in materia di premi o sanzioni dovrebbe essere basata sul rispetto dei diritti delle persone. Finora però, ha ammesso il legale, non si sono registrate azioni da parte di dipendenti.
È possibile che i risultati deludenti dei venditori del gruppo alimentare di Chengdu abbiano risentito anche della nuova campagna moralizzatrice lanciata dal governo per contrastare la corruzione e «la stravaganza dei costumi». Il segretario generale del partito comunista, Xi Jinping, ha ordinato un ritorno alla frugalità e la cancellazione di banchetti ufficiali e regali costosi ai dipendenti pubblici. L’austerità ha causato un crollo delle vendite di cibi e liquori di lusso durante le feste del Capodanno: il ministero del Commercio ha comunicato proprio ieri che il giro di affari nel settore è calato del 35 per cento da novembre. Il brodo di pinna di pescecane, ricercatissimo, ha venduto per il 70 per cento in meno.
Circola una barzelletta su Weibo, il Twitter cinese: «All’inizio volevamo liberare l’umanità intera e costruire la società comunista; poi ci siamo proposti di edificare la società socialista benestante; poi ci hanno spiegato che anche arricchirsi, tutti insieme, è glorioso; ora ci dicono di accontentarci di mantenere la stabilità».
Guido Santevecchi