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 2013  febbraio 19 Martedì calendario

IL CDA TELECOM CONSEGNA LA7 A URBANO CAIRO, L’AMICO DI B

[Trattativa in esclusiva per la cessione con l’imprenditore torinese. Non è bastata la mossa in extremis di Della Valle] –
Alla fine, un po’ a sorpresa, Urbano Cairo ce l’ha fatta. Sarà lui a chiudere la trattativa con Telecom Italia per l’acquisto di La7. La decisione è stata presa ieri sera a Milano dal consiglio d’amministrazione del gruppo telefonico, dopo due ore di discussione molto tesa nella quale sono confluite le tensioni delle ultime settimane. Un comunicato emesso a tarda sera dice che il cda Telecom, presieduto da Franco Bernabè “ha approvato l’avvio di una fase di negoziazione in esclusiva con Cairo Communication per la cessione dell’intera partecipazione in La7 Srl con l’esclusione della quota di MTV Italia (51%) detenuta dalla stessa La7”. La Cairo Communication, da alcuni anni concessionaria di La7 per la raccolta pubblicitaria, definirà dunque i dettagli per acquisire al prezzo simbolico di un euro il settimo canale televisivo nazionale, che le verrà consegnato con una congrua dote finanziaria, pur di liberare Telecom Italia da una incessante fonte di perdita. Cairo ha già promesso ai volti dell’informazione di La7, a cominciare dal direttore del Tg Enrico Mentana e Michele Santoro, la conferma.
SI CHIUDE COSÌ, in modo sorprendente e beffardo, una vicenda che per più di un anno è andata avanti in modo strisciante, nella totale indifferenza di partiti politici e sindacati. La Telecom consegna all’ex assistente personale di Berlusconi la tv che negli ultimi due o tre anni era diventata una spina nel fianco di Mediaset. È la stessa Telecom Italia Media a denunciare nei verbali del suo consiglio d’amministrazione che il cattivo andamento dei conti di La7 è da attribuirsi principalmente a due cause: i comportamenti asseritamente scorretti di Cairo nella raccolta della pubblicità, per i quali la stessa società è ricorsa in Tribunale chiedendo la rescissione del contratto; le denunciate manipolazioni dei dati Auditel, che hanno attribuito a La7 un sospetto crollo degli ascolti nel 2012 rispetto al 2011. Proprio il crollo che ha influito decisivamente - assieme alla volontà di Mediobanca di azzoppare La7 per far contento B. - sulla determinazione di Telecom Italia di vendere.
E dunque niente da fare per Diego Della Valle: la sua manifestazione d’interesse è stata giudicata tardiva per una procedura di vendita della tv che andava avanti, formalmente, dall’aprile dello scorso anno. Niente da fare neppure per il Fondo Clessidra, guidato dall’ex manager Fininvest Claudio Sposito. La sua offerta era per rilevare tutto il 77 per cento del capitale di Telecom Italia Media, la scatola quotata che contiene, oltre a La7, anche Mtv e TI Media Broadcasting, la società che si occupa dei sistemi di trasmissione. Per Clessidra l’ostacolo più insidioso si è rivelato il necessario giudizio di congruità sul prezzo offerto per le azioni di una società quotata in Borsa, di cui è quindi noto il valore di mercato. I consiglieri d’amministrazione si sono dimostrati poco desiderosi di assumersi la precisa responsabilità di vendere sotto costo (cioè svendere) un pezzo del patrimonio aziendale. Per La7 da sola, visto che non ha mai chiuso un bilancio in utile negli ultimi vent’anni, e visto che non è quotata, si è rivelato più agevole attribuirle un valore negativo.
PER BERNABÈ la soluzione Cairo è dunque un compromesso: ritratto fino a ieri sera come strenuo difensore degli interessi della società contro gli appetiti di Mediaset - assecondati dal più influente azionista di Telecom, Mediobanca, di cui a sua volta è importante azionista Silvio Berlusconi, - il presidente del gruppo telefonico se la cava mollando solo l’emittente televisiva, ma trattenendo nel perimetro societario antenne, tralicci e soprattutto le frequenze digitali (i cosiddetti mux) alle quali da sole è attribuito un valore di almeno 350 milioni. Alla vigilia del consiglio sembrava ci fosse un’intesa sul rinvio tra Bernabè e il numero uno di Mediobanca, Alberto Nagel. Ma una volta riunito il cda si è visto che i margini per prendere ulteriormente tempo si erano ristretti. Paradossalmente, quella parte del consiglio pronta a compattarsi con Bernabè contro l’ipotesi di regalare tutto il pacchetto televisivo a un acquirente in odor di amicizia con Berlusconi, si è rivelata anche quella più ostile a un ulteriore rinvio per andare a verificare l’offerta di Della Valle, che pure, stando alle voci delle ultime ore, prometteva di essere più vantaggiosa di quella di Cairo. Il fatto è che anche Della Valle voleva solo La7, come Cairo, e quindi non poteva essere un’alternativa, a prezzo congruo, all’offerta di Clessidra. In nome delle regole il Cda Telecom ha dunque respinto il regalo a Clessidra ma anche il rinvio per aspettare Della Valle. E ha vinto così Cairo, che figurava in fondo alla classifica dei bookmaker. Ma soprattutto ha vinto B.