Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  febbraio 20 Mercoledì calendario

DONNE, MOTORI, AMICI E IL 13 FORTUNATO

Intanto, la Maggica (la Roma) e le donne — prime fra tutte le sue gemelle, Ludovica e Vittoria —, quindi la villa di Sabaudia, la trattoria Santopadre (dinastia del tennista Vincenzo), e sicuramente gli amici, Pino Daniele e Fiorello. Questo, secondo i soci del circolo Aniene, è Giovannino Malagò. Anzi, finalmente Giovanni, a quasi 54 anni. Perché per la prima volta si è davvero emozionato, al primo, vero, trionfo della sua esistenza fortunata e li ha convinti delle spese extra sostenute per i soci atleti — citiamo solo le star donne Pellegrini, Idem, Sensini, Pennetta —, li ha coinvolti nel suo progetto «da grande» e li ha uniti nell’applauso in 400 e più al club sul Tevere. Dove il neo numero 1 del Coni è stato primo frequentatore e presidente. E forse lo sarà ancora, dopo 13 anni (con Vittorio Silvestri), oppure lascerà lo scettro a un amico amico: Emmanuele Emanuele oppure Letta junior? Tredici, attenzione. Malagò l’aveva predetto: «Il 13 non è solo il numero del mio armadietto al circolo, è il mio numero fortunato, dal 2013 mi aspetto scintille».
Ironia Giovanni è ricco, alto, bello, simpatico, e molto invidiato. Nasce bene: mamma è nipote del pluriministro DC Pietro Campilli e dell’ex governatore della Banca d’Italia, Donato Menichella, papà ha un’azienda, la Samocar, che distribuisce Ferrari e Maserati, ed è stata storica concessionaria BMW. Vive bene (casa, ai Parioli, è strepitosa quanto un Harem), veste bene (sartoria Caraceni, con «prezzo Malagò», per gli amici), cresce bene (al San Giuseppe De Merode) e frequenta bene. Soprattutto da quando, ragazzo, è adottato come un fratello dall’Avvocato, Gianni Agnelli. Che, in onore di un altro mitico seduttore, lo chiamava il Porfirio Rubirosa dei Parioli, tutte le mattine, prima delle nove e mezza, gli chiedeva al telefono certi segreti di Mamma Roma e l’amava talmente tanto da fare indispettire la propria sorella, Susanna. Che lo aveva marchiato «Megalò», senza per questo offuscarne il fascino agli occhi delle tante belle donne che gli sono state accostate come fiamme o soltanto amiche: da Claudia Gerini a Monica Bellucci, a ... forse, a non ...si può dire, ma poi si mormora senza offesa: Carla Bruni, Elenoire Casalegno, Martina Colombari. Donne che Giovanni ammalia anche con l’ironia, una delle sue passioni. Come ben sanno i giocatori di Mercante in Fiera che raduna per mimare le carte, ma poi finge di non capire e confonde. Alla romana.
Amicizia Giovanni è generoso, quando ti dà attenzione ti fa sentire un fratello, e ricorda, nel tempo, quel frammento della memoria. Come, se non di più, dell’amico Luca di Montezemolo, al quale lo legano oltre a passioni ed affari anche il fatto che gli ha fatto conoscere la moglie, Ludovica Andreoni.
Passioni Giovanni è campione di gin rummy e di calcio a 5 (uno scudetto e un Europeo). Anche se lo sport lo ama tutto: calcio, corsa, canottaggio, tennis. Come dice il suo libro omaggio alle atlete «Storie di sport, storie di donne». E’ poliedrico e curioso, e va a braccetto con personaggi diversi: da Francesco Totti a Walter Veltroni, dai fratelli Vanzina a Gianni Letta, da Giuseppe Tornatore a Luigi Abete, da Francesco Rutelli a Carlo Verdone. Anche lui si porta dietro qualche ferita della vita: un grave incidente d’auto, un matrimonio fallito (con Polissena di Bagno), un altro mancato, con la madre delle figlie, Lucrezia Lante della Rovere, e il buco finanziario ai Mondiali di Nuoto. Ma quella è storia di Giovannino. Non di Giovanni.