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 2013  febbraio 20 Mercoledì calendario

MALAGO’, L’INNOVATORE DA PRIMA LINEA

Giovanni Malagò è il primo romanista al vertice dello sport italiano, da quando si ha memoria di quest’ultimo. Romanista e rubacuori sono le due definizioni più ricorrenti, che naturalmente non rendono giustizia all’uomo che è il 54enne imprenditore e dirigente sportivo, pariolino come dicono quelli che il gossip, e del resto il battesimo del fuoco glielo dette Gianni Agnelli che lo avrebbe affettuosamente chiamato “il Porfirio Rubirosa dei Parioli” alludendo a un personaggio che, ai tempi giovani dell’Avvocato, era un famoso tombeur de femmes parodiato da Fred Buscaglione come “Porfirio Villarosa, che faceva el manoval alla Viscosa”.
CIRCONDATO DA CAMPIONI
Lo avrebbe anche affettuosamente chiamato un sacco di volte all’alba, l’Avvocato che doveva avere una batteria di telefoni visto tutti quelli che non lasciava dormire stando agli altrui ricordi. Susanna, la sorella di Gianni Agnelli, avrebbe a sua volta riservato a Giovannino, l’affettuoso diminutivo amicale, il nomignolo che gli è rimasto, di Megalò, protagonista di eleganti serate e cronache mondane. E mezza mela di grandi amori, sui quali glissa da signore, oltre il catalogo che gli attribuisce flirts da far schiumare Casanova, nomi come Monica Bellucci o Carla Bruni, Alessia Marcuzzi o Lucrezia Lante della Rovere. Di questo amore c’è prova, anzi due: le bellissime gemelle Vittoria e Ludovica, figlie della coppia ed emozionate supporters di papà nell’elezione di ieri.
Un’altra prova di un amore reale è la presenza all’Olimpico quando gioca la Roma: con sciarpone, fatto all’uncinetto. Ma non sono davvero doti sentimental-vip ad aver portato Giovanni Malagò al vertice dello sport azzurro, da qui a Rio 2016 almeno. Perché se il suo talento di imprenditore è riconosciuto dalla presenza con posti in prima fila in salotti buoni, Malagò il “rottamatore” è uno dei dirigenti di maggior successo. Ha fatto del circolo sportivo che presiede dal 1997, l’Aniene, una vera eccellenza. Ha promosso restauri d’arte del passato e incursioni nel futuro con l’impianto dell’Aquaniene, oggetto sì d’inchiesta ma anche di totale assoluzione. Ha associato alla causa campioni e campionesse di sport olimpici, Pellegrini, Idem e Sensini, “toste” e da podio.
SPORTIVO A TUTTO TONDO
Sportivo di suo (calcio a 5, campione d’Italia e azzurro, basket, ovviamente sci e tennis), Malagò segue da vicino ma senza incombere i “suoi” campioni. Ne fa fede una non richiesta e calda testimonianza scritta sul suo blog personale da Niccolò Mornati che è uno di loro: “Sei sempre stato il primo ad avvicinarti nel caso di una cocente sconfitta e l’ultimo con cui fare una foto nel caso di una bella medaglia. Hai sempre affrontato le sconfitte con la lucidità di chi vuole ripartire e mai le vittorie con la presunzione di chi si sente arrivato”.Pare sia proprio così, altro che Megalò. Sarà questa la sua cifra come presidente del Coni? L’esperienza dirigenziale non gli manca: le grandi manifestazioni italiane l’hanno visto spesso in prima linea, il sociale è un humus per la sua vitalità di dirigente. Non a caso ha voluto presentare la sua candidatura al Coni una volta in una parrocchia e un’altra in una scuola. Perché sarà pure di buona famiglia e di amicizie giuste, venderà Ferrari e Maserati, ma quel che conta è che è un moderno manager di sport. Uno sport che lui vuole anche modernizzare per continuare a farne ancora quello che è: tra i primi al mondo, tra i quali quasi mai l’Italia d’altrove è.