Giuseppe Salvaggiulo, La Stampa 19/2/2013, 19 febbraio 2013
E IL GIORNALE PAGATO CON I SOLDI PUBBLICI DIVENTA FOGLIO ELETTORALE
Migliaia di persone che sabato assistevano al comizio di Grillo a Torino hanno ricevuto dai militanti del MoVimento 5 Stelle un giornale elettorale con simbolo, liste, biografie dei candidati e programma. Ventiquattro pagine a colori stampate su carta riciclata da una tipografia di Santhià, in provincia di Vercelli, su cui però manda l’indicazione del «committente responsabile», figura che la legge impone per «tutte le pubblicazioni di propaganda elettorale a mezzo di scritti, stampa o fotostampa, radio, televisione, incisione magnetica ed ogni altro mezzo di divulgazione». Un difetto non solo formale, perché quell’indicazione è associata a tutte le prescrizioni in materia di spese elettorali.
Il giornalino è nato nel 2010, all’indomani delle elezioni regionali, come pubblicazione del gruppo consiliare dei Cinquestelle, pagato con i fondi che la Regione assegna per le attività istituzionali. In due anni e mezzo sono stati pubblicati sei numeri. I consiglieri grillini mettono on line i bilanci (ultimo disponibile del 2011) nei quali risultano le spese per la stampa. Ma questo giornalino, anche al di fuori delle campagne elettorali, non è mai stato registrato al tribunale né ha mai riportato il nome di un direttore responsabile e il luogo dove viene stampato. Si tratta delle indicazioni obbligatorie per legge, in assenza delle quali si rientra nella categoria del reato di «stampa clandestina».
C’è poi una questione economica, tanto più delicata per un movimento che combatte il finanziamento pubblico alla politica e restituisce i rimborsi elettorali.
Il giornalino dei grillini piemontesi, partito come trasposizione su carta di interventi e atti istituzionali dei due consiglieri regionali Davide Bono e Fabrizio Biolè (quest’ultimo espulso qualche mese fa), negli anni è diventato un foglio di partito, con segnalazione di comizi e appuntamenti elettorali, copertine con grandi foto di Beppe Grillo, articoli su questioni estranee all’attività della Regione. Fino all’ultimo numero, quello distribuito in questi giorni, interamente dedicato alle elezioni. Lo staff del gruppo regionale spiega che «a differenza dei precedenti, questo numero non è stato pagato con fondi della Regione, ma attingendo a un conto corrente ad hoc, aperto per le elezioni da un comitato elettorale appositamente costituito. Le fatture della tipografia sono intestate a questo comitato, proprio per non ingenerare confusione con i fondi pubblici».
Quanto all’assenza del committente responsabile, lo staff sostiene che «si tratta di un errore di alcune copie, forse causato dalla fretta di ristampare. Sull’originale il comitato elettorale è indicato come committente».
In realtà, anche sulla versione in formato pdf del giornale, pubblicata sul sito internet del movimento, non compare alcun committente responsabile. Inoltre la legge prevede l’indicazione di una persona fisica come mandatario per le spese elettorali, di cui non ci sarebbe comunque traccia.