VARIE 18/2/2013/, 18 febbraio 2013
APPUNTI PER GAZZETTA - LA QUESTIONE DELLE PIAZZE
REPUBBLICA.IT
ROMA - È di nuovo il tema del confronto tv ad incendiare gli ultimi giorni di campagna elettorale. Il nuovo affondo arriva dal Pdl, che con Paolo Bonaiuti attacca la Rai: "Il direttore generale, Luigi Gubitosi, si fa portavoce di Monti proponendo formalmente, attraverso il dottor Vespa, un confronto televisivo a tre. E si fa anche portavoce, in seconda istanza, di Bersani per un confronto non più a tre ma a sei". Invece, per il Popolo delle libertà, Gubitosi dovrebbe prendere in considerazione la proposta più volte avanzata invano dal presidente Berlusconi per un confronto tra i due esponenti delle uniche coalizioni che hanno la possibilità di vincere. Non vogliamo più sottostare a questi giochetti a nascondino".
La tv della discordia. "Finiamola con questo balletto. Io dico che se lo facciamo, lo facciamo tutti quanti’’. Dopo una giornata di polemiche sui dibattiti televisivi, anche Pier Luigi Bersani dice la sua. Sulla necessità di un serrato confronto tv, ritenuto un dovere di tutte le democrazie mature, è tornato Mario Monti, dopo aver lanciato ieri la proposta agli avversari: "Non solo Grillo, ma anche gli altri stanno deludendo le aspettative e gli interessi legittimi dei cittadini. È più utile discutere davanti a loro in modo sereno, non possiamo trattarli come dei minorati".
Ma, in un continuo botta e risposta a distanza, il Cavaliere ha declinato l’invito di chi non reputa un avversario temibile: "Il confronto l’ho sempre accettato con chiunque anche avendo addosso sei contraddittori, credo che in questa situazione finale è utile che ad andare siano gli unici due possibili vincitori. Capisco che Monti sia disperato vedendo da vicino la possibilità che il suo centro con Casini e Fini non abbia nemmeno rappresentanti in Parlamento, visto che è molto probabile non arrivi al 10%". Immediata la replica del professore, che vede nel rifiuto del faccia a faccia il timore per un confronto diretto: "Evidentemente ha un timore particolare a confrontarsi con me...". Più tardi il professore affonda il colpo, giudicando ’totalmente irrilevante’ la considerazione di Berlusconi contraria a un confronto televisivo con un candidato ’di piccole dimensioni’. ’’Che Berlusconi ami il grande e il monopolio - ha aggiunto Monti - piuttosto che la libera concorrenza che può valorizzare anche i piccoli e quelli da lui ritenuti piccolissimi, è cosa nota’’. ’’I confronti elettorali in tutti i Paesi e in Italia ci sono sempre stati. Credo che tutti abbiano chiaro - ha concluso il leader di Scelta Civica - perché Berlusconi non mi voglia incontrare in tv’’.
Il Cavaliere ha poi escluso anche un dibattito con il leader del Movimento 5 Stelle, che ieri ha annullato la sua intervista a SkyTg24: "Io ci starei al confronto con Grillo come con chiunque altro, ma credo a lui non converrebbe perché dello Stato e dei conti dello Stato non sa proprio nulla".
Niente "Otto e mezzo" per il Cavaliere. Berlusconi ha disdetto la presenza domani sera a Otto e mezzo, in onda su La7 alle 20,30: "Il presidente del Pdl Silvio Berlusconi - si legge in una nota della trasmissione - ha disdetto oggi pomeriggio la prevista partecipazione alla puntata di domani, dove si sarebbe confrontato con Lilli Gruber e Marco Travaglio". Per l’ultima settimana di campagna elettorale la trasmissione ospiterà ogni puntata uno dei leader delle coalizioni in campo: ospite di Lilli Gruber questa sera sarà Antonio Ingroia. Mercoledì 20 sarà poi la volta del presidente del Consiglio Mario Monti, giovedì 21 di Oscar Giannino e venerdì 22 di Pierluigi Bersani.
Interviste separate. All’annuncio della conduttrice è arrivata però la precisazione di Palazzo Grazioli. "Restiamo stupiti dal comunicato per niente appropriato della signora Gruber perché nella stessa giornata di domani, sulla stessa rete e nella stessa prima serata, il presidente Berlusconi sarà presente con un’intervista in diretta a Enrico Mentana nella trasmissione ’Bersaglio mobile’, alla quale sono stati invitati, a quanto ci risulta, anche Bersani e Monti", sottolinea una nota.
Par condicio, Ingroia: "Discriminati, ricorreremo a Procura". La violazione della par condicio è diventata lo sport nazionale "per la maggior parte degli organi d’informazione che fanno a gara nell’oscurare Rivoluzione Civile": l’accusa arriva da Antonio Ingroia che vede come unica soluzione il ricorso alla Procura. "Ieri a Ballarò i telespettatori hanno potuto ascoltare gli appelli al voto di Berlusconi, Bersani, Monti e poi anche l’intervento di Grillo. E Rivoluzione Civile? Niente. Cancellata dagli schermi. Su Sky, invece, sempre ieri è andata in onda una diretta di 2 ore del comizio di Beppe Grillo. Quando ci sarà una diretta equivalente per Rivoluzione Civile? Probabilmente dopo le elezioni". Ingroia attacca anche gli organi di controllo che, secondo lui, hanno abdicato alla loro funzione: "Che fa l’Autorità di Garanzia nelle comunicazioni? Che fa la Commissione di Vigilanza Rai? Quello che sta accadendo in Italia non è degno di un paese europeo e democratico ed assomiglia in modo preoccupante a quanto avviene nei regimi autoritari", ha aggiunto sul blog. "A questo punto - conclude - non ci resta che andare in Procura perché una legge dello Stato, quella sulla par condicio, non può essere calpestata per imbavagliare chi non ha partecipato alla lottizzazione della Rai o degli organi di controllo".
(18 febbraio 2013)
CONTESTA BERLUSCONI, BUTTATO FUORI
Contesta Berlusconi, rischia il linciaggio dei militanti
Un contestatore ha urlato "tu c’ha rovinato" all’indirizzo dell’ex-premier durante il suo discorso alla convention del Pdl a Milano. L’uomo è stato portato fuori dalla sala dalle forze dell’ordine inseguito dai militanti inferociti. La Digos l’ha dovuto rinchiudere in uno stanzino per sottrarlo alla furia dei sostenitori del Pdl
(video di Marco Billeci e Francesco Gilioli)
BERLUSCONI E LA LEGA
ROMA - Per tutta la campagna elettorale, Silvio Berlusconi ha descritto la Lega come lo storico alleato indotto a ragionare nel momento delle scelte. La Lega, da parte sua, attraverso il segretario Maroni ha sempre motivato la rinnovata alleanza col Cavaliere agli occhi della base delusa come scelta strategica fondamentale per arrivare al vero obiettivo: il governo leghista dell Lombardia, sullo sfondo la favoleggiata macroregione del Nord, con Piemonte e Veneto. Ma la realtà non sembra più raccontare di un rapporto alla pari. Emblematiche le parole che Berlusconi, pronunciate davanti alla platea di Confindustria a Monza, prima di abbracciare in serata Maroni sul palco della manifestazione che alla Fiera di Milano chiude la campagna elettorale. Più che un monito, quasi una minaccia.
Berlusconi: "La Lega? Avremo mani libere". Agli industriali, il Cavaliere ha infatti spiegato che, in caso di vittoria, il suo governo potrà fare molte cose. E che la Lega non potrà mettersi di traverso. "Potremmo sempre far cadere le giunte delle tre regioni (Piemonte, Veneto e la Lombardia, ndr) se ci facessero difficoltà centralmente al governo. Credo che avremo mano libera per prendere tutte le decisioni se avremo alle elezioni il 55% alla Camera e una buona maggioranza anche al Senato". Dalla Lega nessuna replica. Un silenzio che accende l’ironia degli avversari, pronti a suggerirne la lettura come subalternità al Cavaliere, in un rapporto di "dipendenza", strano per un partito
che sogna l’indipendenza del Nord.
Monti: "Pdl-Lega, patto scellerato". In toni decisamente più seri ha parlato del rapporto Pdl-Lega Mario Monti, definendolo un "patto scellerato" che "incombe sull’Italia". "Sono lombardo, ma non so cosa sia la Padania, invece so benissimo cosa è la Sardegna, da stasera ancora di più" ha premesso il Professore, parlando al Palazzo dei Congressi di Cagliari e riferendosi anche alla vertenza entrate che riguarda la Sardegna. "Non so che coerenza ci sia - ha quindi aggiunto Monti - a fare un’alleanza con la Lega e insieme con il Grande Sud. Questa alleanza porterà solo ad avere un piccolo Nord e un piccolo Sud".
Monti: "Nulla in comune con il centrosinistra". Ma Monti ne ha anche per la coalizione di centrosinistra. O meglio, dice di non avere nulla in comune con essa, ora o in futuro. Rivolgendosi poi direttamente a Nichi Vendola: "Lo invito a un attimo di riflessione, lui parla nei miei confronti della solita razza padrona: chi ha messo di più le briglie al capitalismo europeo, americano, multinazionale? Lui, altri o io? Io credo di essere stato la persona in Europa che ha più disciplinato, anche con pesanti multe, il capitalismo ogni volta che andava fuori dalle regole. È inqualificabile parlare di razza padrona".
Vendola: "Io inqualificabile? Richiamo élite al dovere". A stretto gito la replica del leader di Sel. "Inqualificabili le mie parole? Sono le parole di chi cerca ostinatamente di richiamare anche le elite di questo Paese al loro dovere, di guardare quale sia la condizione della scuola e dell’Università e di cosa sia stato fatto per salvare la scuola e l’Università: nulla".
Berlusconi annuncia: "Raggiunti e superati". Intanto Berlusconi va avanti nella sua strategia dell’ottimismo e più tardi, al centro congressi di Fiera Milano per il comizio in chiusura della campagna elettorale davanti a circa 1.500 sostenitori, annuncia: "Vi devo dare una buona notizia, molto buona, anzi buonissima: sembra che li abbiamo raggiunti e superati. Siamo tornati al ’94". Poco dopo ecco comparire sul palco "l’alleato", Roberto Maroni, segretario federale della Lega Nord e candidato governatore della Lombardia.
Aeroplanino contro il Cavaliere. Dalla platea decolla verso il Cavaliere un aeroplanino di carta, lanciato da un contestatore. L’uomo grida "Ci hai rovinato tutti". Mentre la folla urla contro il "disturbatore" di tutto, Berlusconi commenta con una battuta: "E’ il solito juventino". Nel frattempo l’uomo viene preso in consegna dagli uomini di sicurezza, che inseguiti dalle telecamere lo portano in una stanza della struttura. Davanti alla porta chiusa, una donna continua a urlare all’indirizzo del contestatore: "Ladro! Montepaschi! Sempre Berlusconi. Vogliamo vivere! Vinceremo!". Pare che anche lei sia stata scambiata per una disturbatrice.
Bersani: "La nostra coalizione durerà". Pensando alla coppia del centrodestra, il segretario del Pd Pierluigi Bersani si lancia a sua volta in una profezia: "La nostra coalizione, piaccia o non piaccia, è solidissima e durerà. Le altre dureranno poco ma molto poco" dichiara il candidato premier del centrosinistra a Pomeriggio Cinque. Quanto al "sorpasso" berlusconiano, Bersani la gira in metafora ciclistica: "Siamo stati dei passisti che hanno saputo fare degli scatti: negli ultimi tre giorni faremo uno scatto. Con la nostra arma atomica: cioè i militanti. Andremo dappertutto grazie a loro".
Il leader democratico replica anche alle ironie suscitate dalla presenza di Romano Prodi alla manifestazione di ieri a Milano. "Il centrosinistra - avverte - non è più quello che ha governato con Prodi. Ai tempi del centrosinistra di Prodi c’erano 12 partiti e non c’era il Pd. Speriamo di avere il 51% per poter avere un governo solido: questo è l’oggetto della campagna elettorale".
Bersani: "Grillo porta fuori della democrazia". Quanto a Grillo, Bersani si dice preoccupato, "anche se comprendo le istanze della gente che lo ascolta, è uno che non ha mai risposto a una domanda e questo ci porterebbe fuori dalla democrazia". "Grillo propone di uscire dall’euro, di non pagare i debiti ma questo ci porterebbe verso la Grecia - avverte il segretario del Pd -, perciò dico solo attenzione, mentre capisco quello che muove tanta gente ad aderire alle manifestazioni, dico anche fate attenzione".
Grillo contro I sindacati. Da parte sua, il "portavoce" del Movimento 5 Stelle muove a testa bassa contro il centrosinistra. "Basta con i sindacati, hanno fatto il loro tempo. Gli operai devono partecipare agli utili delle aziende, come in Germania", afferma il leader del M5S. Che poi annuncia che una delle prime iniziativa che prenderà una volta arrivato in Parlamento sarà la richiesta di una "commissione di inchiesta che metta sotto processo tutti i dirigenti del Pd dal 1995 ad oggi per quanto emerso sulla vicenda Mps".
(18 febbraio 2013)
BERLUSCONI CONTESTATO - CORRIERE.IT
Berlusconi contestato nella «sua» Milano. Un contestatore ha lanciato un aeroplanino di carta dalla platea mentre l’ex premier stava tenendo il suo discorso all’auditorium della Fiera. L’uomo ha gridato «ci hai rovinato tutti». E subito si è scatenato un breve parapiglia con i militanti e il contestatore è stato allontanato dagli uomini della sicurezza. Subito dopo l’allontanamento del contestatore, i militanti che lo avevano rincorso per insultarlo, sono rientrati nella sala e, nel clima di caos generale, sono stati allontanati anche loro, tra le proteste. Tra loro una signora con una lunga tunica nera sulla quale aveva attacco un articolo con la foto di Mario Monti e sotto scritto «bugiardo traditore».
LA REPLICA - Per nulla confuso o indispettito dalla contestazione, Berlusconi non ha mai perso il controllo della situazione. E anzi ha replicato con ironia: «Sarà il solito juventino». E, dal momento che questi non accennava a smettere, ha rincarato la dose: «Guardi che le sguinzaglio contro la Santanchè e la Ravetto».
Redazione Online
CONFRONTI IN TV - CORRIERE.IT
A una settimana dal voto per le elezioni Politiche del 2013 tiene banco lo scontro sul dibattito, o eventuale dibattito, televisivo tra tutti i candidati: il Pdl si rivolge al direttore generale della Rai Luigi Gubitosi chiedendo un confronto a due tra Silvio Berlusconi e Pier Luigi Bersani; il Pd replica chiedendo una versione estesa del confronto; Grillo conferma l’intenzione di non andare in televisione; Monti respinge al mittente le proposte di Berlusconi perché irrilevanti.
IL PDL - Il Pdl, attraverso Paolo Bonaiuti, portavoce di Silvio Berlusconi, ha chiesto conto dell’atteso confronto televisivo con Bersani: «Gubitosi si fa portavoce di Monti proponendo, attraverso Vespa, un confronto tv a tre e, in seconda istanza, di Bersani per un confronto non più a tre ma a sei. Noi rispondiamo: perché non prende in considerazione anche la proposta di Berlusconi di un faccia a faccia con Bersani?».
BERSANI: «BASTA BALLETTI» - In attesa di una risposta dalla Rai, Pier Luigi Bersani, dai microfoni di Sky, contrattacca: «Basta, finiamola con questo balletto sul confronto tv, io dico che se lo facciamo, lo facciamo con tutti».
«IL PARERE DI BERLUSCONI È IRRILEVANTE» - Il presidente del consiglio uscente Mario Monti, leader di Scelta Civica, da un dibattito a Cagliari fa sapere di ritenere «totalmente irrilevante» il parere di Berlusconi sul confronto in tv, e quindi sull’esclusione dello stesso Monti perché non realmente candidato. «Che Berlusconi ami l’oligopolio piuttosto che la grande concorrenza è cosa certa. I grandi confronti - ha detto Monti - si sono sempre fatti, tutti hanno capito perchè non vuole confrontarsi con me». A proposito di Monti Berlusconi aveva sostenuto, durante l’incontro con la Confindustria di Monza e Brianza, che «i confronti si fanno tra i candidati che sono in lizza e Monti non lo è più. Non è più in lizza - ha spiegato - poiché non ha nessuna possibilità di poter vincere le elezioni». Riguardo alla defezione di Grillo dal dibattito di Sky aveva aggiunto una battuta: «Ha fatto benissimo, perché Grillo ha una faccia che fa paura e il suo palcoscenico naturale sono le piazze».
GRILLO - «Abbiamo davanti 5 giorni di fuoco. Grillo va in tv, non ci va... Grillo non va in tv perché non abbiamo più bisogno della tv, è questa la nostra tv», chiosa il leader del Movimento 5 Stelle nell’aprire il comizio di Cremona. Il comico genovese domenica avrebbe dovuto apparire in un’intervista a Sky, ma ha disdetto all’ultimo istante. E lunedì torna a ribadire: «In tv ti fanno le solite domande, chi metti a presidente del consiglio, cosa fai nei primi 100 giorni, con chi ti allei... È storia passata, è polvere».
OTTO E MEZZO - Nel frattempo l’ufficio stampa di Otto e Mezzo ha annunciato che Berlusconi martedì non interverrà nella trasmissione di Lilli Gruber con Marco Travaglio. Il leader del Pdl ha disdetto la sua apparizione. Per l’ultima settimana di campagna elettorale la trasmissione aveva in programma di ospitare in ogni puntata uno dei leader: lunedì sera tocca ad Antonio Ingroia (intervistato anche dal Tg1), mercoledì al presidente del Consiglio Mario Monti, giovedì a Oscar Giannino e venerdì a Pierluigi Bersani.
MENTANA - Intanto però Berlusconi, Bersani e Monti saranno ospiti, in interviste separate, martedì sera dello speciale del Tg La7 dedicato alle elezioni e condotto da Enrico Mentana, in onda in prima serata su La7.