Gianni Dragoni, Il Sole 24 Ore 17/2/2013, 17 febbraio 2013
PANSA CONGELA LE CESSIONI SI DECIDERÀ DOPO IL VOTO
Stop al piano di cessioni di Finmeccanica. A cominciare da quella di Ansaldo Energia, operazione controversa che l’ex numero uno arrestato per corruzione, Giuseppe Orsi, avrebbe voluto indirizzare verso il traguardo prima delle elezioni, malgrado molte opposizioni politiche, perfino nel governo Monti.
Invece il nuovo amministratore delegato, Alessandro Pansa, già in rotta di collisione con Orsi (il quale lo scorso maggio lo ha definito "pazzo" e ha tentato di cacciarlo da direttore generale), è di tutt’altro avviso. Malgrado siano arrivate offerte dai pretendenti, la dismissione è congelata, come anticipato dal Sole 24 Ore il 15 febbraio. Una decisione verrà presa una volta sentito l’orientamento del nuovo governo che nascerà dal voto del 24 e 25 febbraio. Questo non significa che Ansaldo sarà comunque venduta. Anzi. Lo stop porterà probabilmente a una revisione del piano di Orsi, del quale le cessioni erano la parte essenziale. L’altro punto chiave del piano era il trasferimento, questo realizzato, della sede legale di Alenia da Napoli a Venegono Superiore (Varese), sede di Aermacchi, territorio della Lega Nord, sponsor di Orsi per la nomina in Finmeccanica. Approvato dal cda nel novembre 2011, con la polemica assenza dell’ex presidente, Pier Francesco Guarguaglini, il piano Orsi prevedeva la vendita delle attività del settore civile (energia e trasporti) e quote di minoranza per incassare un miliardo di euro entro il 2012 e ridurre i debiti. L’obiettivo temporale di quel piano è stato mancato. Adesso Pansa potrebbe rivederlo nel merito e accantonare così il progetto di vendere la società genovese. Un piano osteggiato da molti politici per il timore di ulteriore impoverimento tecnologico dell’industria italiana. L’interesse per Ansaldo è arrivato dalla tedesca Siemens e da due chaebol coreani, Samsung e Doosan, che hanno confermato gli impegni nelle offerte presentate a Finmeccanica il 15 febbraio.
Il segretario del Pd e candidato premier del centro-sinistra, Pier Luigi Bersani, in novembre ha già frenato sulla vendita: «Se sei l’azionista pubblico di Finmeccanica, ha senso vendere Ansaldo Energia? E se non sei azionista, devi dare una risposta ai problemi settore per settore».
Se il premier sarà Bersani, finora è il favorito nei sondaggi, è probabile che Finmeccanica cerchi altre strade per Ansaldo e per ridurre i debiti finanziari netti, che a fine settembre sfioravano i 4,9 miliardi. Pansa un anno fa aveva un’opzione diversa, la cessione di parte della quota di Finmeccanica, fino al 30-35%, al Fondo strategico italiano (Fsi), braccio della Cdp e quindi società statale, sostenendo che Finmeccanica non ha le risorse per lo sviluppo di Ansaldo entro 4-5 anni. L’ipotesi Fsi-Cdp potrebbe essere rispolverata, peraltro Pansa è uno dei cinque consiglieri di amministrazione di Fsi (in questo caso sarebbe in conflitto d’interessi). Un’altra possibilità è che la holding pubblica cerchi un nuovo partner azionario con il quale sviluppare Ansaldo Energia. Il 30 giugno scade il divieto di vendere azioni concordato quando Guarguaglini, nel 2011, cedette a First Reserve il 45% e ognuno dei due soci avrebbe mani libere.
Nelle offerte che Orsi aveva sollecitato ai potenziali compratori entro il 15 febbraio, Finmeccanica ha chiesto ai due gruppi coreani e ai tedeschi di impegnarsi all’acquisto sull’intero capitale di Ansaldo Energia, indicando se sono disponibili a lasciare una quota di minoranza a Finmeccanica, tra il 10 e il 20 per cento. Lo schema che Finmeccanica aveva richiesto non prevedeva ancora un’offerta vincolante irrevocabile, ma comunque una serie di impegni, la conferma dei piani industriali discussi, la valorizzazione economica. «È un’offerta seria», dice una fonte finanziaria. Nell’immediato, però, non se ne farà nulla. Il primo obiettivo di Pansa è preparare il bilancio 2012 da presentare al cda del 12 marzo. E in piazza Monte Grappa non si parla più del cda che Orsi voleva fare il 21 febbraio per Ansaldo.