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 2013  febbraio 18 Lunedì calendario

ELIO: SIMBOLI DELL’ARISTON, COME NILLA PIZZI —

Primi per la giuria di qualità, Premio della critica Mia Martini, Premio sala stampa Lucio Dalla e Premio miglior arrangiamento. Secondi nella classifica finale. Un riconoscimento alla loro musica, al di là dei loro travestimenti, che sono stati però uno spettacolo nello spettacolo del Festival. Alternativi nel rock e nel look. Hanno finito in versione XXL, modello oversize da 150 chili (quattro ore di trucco, un’ora per toglierlo). Ma si sono presentati sul palco anche in versione nana, con le mani finte, con Rocco Siffredi come partner.
Luogo comune, ma fino a un certo punto. Il rock di Elio e le Storie Tese che galleggia tra il sofisticato e il demenziale è poco sanremese. Che ne pensa Elio? «Vuol dire che non è vero che siamo poco sanremesi — spiega —. Noi siamo un simbolo del Festival come Nilla Pizzi. Al di là dei riconoscimenti — arrivare secondi non conta — penso sarebbe stato comunque un successo. Leggevamo negli occhi della gente il gradimento nei nostri confronti». Aggiunge Rocco Tanica (il tastierista): «Sanremo si sta elioelestorietesizzando, come dimostra il materiale eterogeneo di questa edizione. La presenza di tutto lo spettro musicale mescola i geni e migliora la specie». Elio rilancia: «Ora vogliamo la statua fuori dall’Ariston come quella inaugurata l’altra sera per Mike Bongiorno». Scherza anche sul risultato finale: «Avremmo accettato al limite il terzo posto, però il secondo è molto grave. Non vorremmo essere etichettati come i Toto Cutugni del XXI secolo». Diciassette anni fa finì come sabato sera. Secondi con «La terra dei cachi» sul tema mafia, corruzione e sanità, ben lontana dal giochino intellettuale della «Canzone mononota». Rocco Tanica pensa che passeranno altri 17 anni prima di risalire sul palco dell’Ariston: «L’appuntamento è per il 2030, vinceremo anche il premio per il miglior catetere». Elio invece ha un’altra ambizione: «Se Fazio lascia, ci candidiamo come organizzatori e conduttori per Sanremo 2014».
Molti cantanti si propongono per il Festival, nel loro caso è stato invece Fazio a chiedere se volevano essere sul palco. Elio era perplesso: «Il paragone con 17 anni fa era inevitabile, temevo non ci fosse l’effetto novità. Questa nuova partecipazione alla fine è stata uno stimolo per mettere in circolo ispirazioni e idee nuove che altrimenti non avremmo realizzato. Alla fine penso sia una sfida vinta».
Altra sfida. Vestirsi da chierichetti sulla pia Rai1. «C’è un problema con il vestito degli Elii, perché stanno vestiti da prete».
Timbro romano, questa la voce giunta al gruppo nel retropalco, poco prima di cantare «Dannati forever», il loro secondo brano, quello escluso dalla gara. Elio liquida la questione: «Un tentativo patetico, forse da parte di qualcuno più realista del re. Ma non c’è stato nessun confronto con i dirigenti Rai. Non avevamo l’intenzione di provocare. Semplicemente il testo ha un argomento religioso e abbiamo avuto questa idea. Se mai è più strano che nessuno abbia avuto niente da ridire sul testo». Frasi qua e là: Posso smaltire i peccati con il jogging? / Dopo una cena elegante all’improvviso fornichi / Fatto adulterio, mentito, rubato, continuamente pisello toccato.
Un episodio minimizzato in mattinata in modo sempre diplomatico (del resto è cresciuto nel cerimoniale della presidenza della Repubblica) dal direttore di Rai1, Giancarlo Leone: «Elio doveva andare in scena dopo cinque minuti, non c’era il tempo per un braccio di ferro». Congettura, al di là delle parole che dicono e non dicono: l’imbarazzo c’è stato, ma non la possibilità di una discussione o di uno scontro in tempi così stretti.
Elio e le Storie Tese (loro esclusi, ovviamente) avrebbero fatto vincere Gualazzi: «Una bellissima canzone — spiega Faso (il bassista) —, molto superiore alle altre a livello compositivo». Ha anche un’idea per il prossimo Sanremo: «La canzone monoaccordo, tutta su un sol maggiore fisso. Forse un po’ noiosa...».
Renato Franco